Aggiornamento 9 aprile 2014: L'articolo qui sotto riportato è stato pubblicato nel 2008. Per la situazione attuale cliccare qui.
La Stampa di Torino ha annunciato ieri che metterà online il proprio archivio storico: due milioni di pagine, quasi 150 anni di storia, dal 1867. L'archivio sarà consultabile dall'autunno 2009. Per John Elkann "è un'iniziativa innovativa nel panorama del mondo dei giornali in Italia poiché ad oggi i precedenti sono solo il 'Times' e il 'New York Time' che tuttavia non consentono la consultazione a titolo gratuito". "Si tratta del primo archivio di giornale che viene liberamente offerto". (Adnkronos)
Iniziativa lodevole, non vediamo l'ora di poter consultare soprattutto i numeri più antichi, ma in Italia qualcosina di disponibile, anche se non così completo e sistematico, già c'è.
Ecco quello che ho trovato io, lavorando al blog del Diario di Angioletta.
1. Emeroteca braidense 885 testate storiche (prevalentemente lombarde), non mi sembra però ci siano quotidiani;
2. Emeroteca virtuale toscana: qui ci sono 15 periodici e 5 quotidiani toscani (tra cui il più appetibile è la Nazione dal 1859 al 1912);
3. Emeroteca Digitale della Biblioteca Augusta di Perugia: qui 86 testate prevalentemente umbre dal 1708 al 1958 con anche qualche quotidiano;
4. Biblioteca digitale della Biblioteca teresiana di Mantova : qui ci sono 35 periodici storici mantovani con anche diversi quotidiani. (Attenzione: la ricerca funziona meglio nella versione del sito in inglese).
In tutti i casi si tratta di periodici digitalizzati visualizzabili gratuitamente, dove è facile cercare il numero per data, ma quasi mai è possibile la ricerca di una stringa di testo nel numero del periodico (se ho capito bene questa funziona solo in una piccola parte delle 885 testate della Braidense). In qualche caso occorre installare un plug-in per poter visualizzare i periodici, ma è questione di pochi secondi.
Se qualcuno ha altre segnalazioni o annotazioni, le aggiungerò volentieri.
Update del 7/11/2010:
5. Diverso materiale utile lo si può trovare nel sito della Emeroteca italiana (marchio registrato). Il sito non è però di facilissima consultazione: un testo scorrevole annuncia che (riassumo) da novembre 2010 all'archivio si è aggiunto "Il Secolo" (non più pubblicato) (gennaio-giugno1874 e gennaio-marzo 1915); "La Repubblica" (gennaio-15 marzo e aprile-novembre 1995), "Corriere della Sera" (ottobre 2010) e che al 1 novembre 2010 nell'archivio di Emeroteca Italiana sono conservati complessivamente 36.221 quotidiani originali e completi per un totale di 1.027.129 pagine. Di fatto sono riuscito a trovare solo (non è comunque male!) 901 numeri de Il Corriere della Sera (dal 1876 al 2009) e 159 numeri de La Domenica del Corriere (dal 1899 al 1926) e pochissimi numeri di altri periodici. Gli unici altri presenti con più di dieci copie sembrano essere "Il Secolo - Gazzetta di Milano" (con trenta numeri dal 1866-1903), "La Stampa" (2003-2009) e "La Repubblica" (1976-2009). Il tasto "Cerca" sembra non sortire alcun effetto. Comunque un sito interessante.
giovedì 5 giugno 2008
domenica 1 giugno 2008
La sinistra, la destra 2
Abolizione della tassa di successione, abolizione dell'ICI sulla prima casa. Ci sono molte analogie tra queste due misure degli ultimi due governi di destra: il precedente e l'attuale.
1) La prima è che ci vengono entrambe vendute per "abolizione", mentre di fatto si tratta di un'estensione dei vantaggi alla totalità della popolazione perché anche prima di queste misure era prevista una fetta di popolazione che non pagava nulla né di imposta di successione, né di ICI sulla prima casa.
2) Qualche tempo fa ho chiesto su questo blog di quantificare un'equa imposta di successione. Lo ritenevo un indicatore utile per stabilire se uno è di sinistra o di destra. Alcuni di sinistra o di destra mi hanno risposto il 5%, un lettore di destra lo 0%, mazzo suggeriva il meccanismo di franchigia. Beh la riforma della sinistra che prevedeva l'esenzione fino a 350 milioni di vecchie lire e poi il 4% per parenti diretti mi sembrava perfetta. Il padre muore e lascia ai due figli 700 milioni: i due figli non pagano niente. Se ne lascia 702 i due figli pagano 40mila lire a testa. Dov'è lo scandalo? Io che sono un padre efficiente e ho accumulato molto denaro lascio 700 milioni ai miei due figli, la parte eccedente va al 96% a loro, il restante 4% alla comunità. E' vero che io ho anche pagato l'Irpef quando li ho guadagnati questi soldi, ma da un punto di vista strettamente meritocratico magari i miei figli meritano molto meno il denaro del resto del mondo. Nulla vieta che siano delle emerite teste di cavolo. Non è così grave se sul 351esimo milione pagano 40mila lire. La riforma della sinistra esentava i 350 milioni a testa, e "colpiva" relativamente i redditi più alti. La controriforma della destra ha favorito i più abbienti.
3) Molto simile il discorso dell'ICI. La sinistra aveva esentato dall'ICI i redditi più bassi, la destra ha esteso a tutti questo vantaggio. Io che ne ho beneficiato ne facevo volentieri a meno. Riepilogando:
a) chi NON ha una prima casa: non pagava l'ICI prima e non lo paga ora;
b) chi HA una prima casa e reddito basso: non pagava l'ICI prima e non la paga ora;
c) chi HA una prima casa e reddito medio-alto: pagava l'ICI e non la paga più;
d) chi HA ville e castelli (solo 38.000 persone, perché pochissimi accatastano così gli immobili di lusso): la pagava e continua a pagarlo.
La riforma ha favorito il terzo gruppo (molto consistente è vero, ma pur sempre quelli abbastanza abbienti) che poi è la classe di riferimento che ha portato voti alla destra. Si ha un bel dire di favorire i redditi mediobassi, ma questo provvedimento ha favorito quelli medioalti. Non parlo pro domo mea, tutt'altro, ma per amore di verità.
1) La prima è che ci vengono entrambe vendute per "abolizione", mentre di fatto si tratta di un'estensione dei vantaggi alla totalità della popolazione perché anche prima di queste misure era prevista una fetta di popolazione che non pagava nulla né di imposta di successione, né di ICI sulla prima casa.
2) Qualche tempo fa ho chiesto su questo blog di quantificare un'equa imposta di successione. Lo ritenevo un indicatore utile per stabilire se uno è di sinistra o di destra. Alcuni di sinistra o di destra mi hanno risposto il 5%, un lettore di destra lo 0%, mazzo suggeriva il meccanismo di franchigia. Beh la riforma della sinistra che prevedeva l'esenzione fino a 350 milioni di vecchie lire e poi il 4% per parenti diretti mi sembrava perfetta. Il padre muore e lascia ai due figli 700 milioni: i due figli non pagano niente. Se ne lascia 702 i due figli pagano 40mila lire a testa. Dov'è lo scandalo? Io che sono un padre efficiente e ho accumulato molto denaro lascio 700 milioni ai miei due figli, la parte eccedente va al 96% a loro, il restante 4% alla comunità. E' vero che io ho anche pagato l'Irpef quando li ho guadagnati questi soldi, ma da un punto di vista strettamente meritocratico magari i miei figli meritano molto meno il denaro del resto del mondo. Nulla vieta che siano delle emerite teste di cavolo. Non è così grave se sul 351esimo milione pagano 40mila lire. La riforma della sinistra esentava i 350 milioni a testa, e "colpiva" relativamente i redditi più alti. La controriforma della destra ha favorito i più abbienti.
3) Molto simile il discorso dell'ICI. La sinistra aveva esentato dall'ICI i redditi più bassi, la destra ha esteso a tutti questo vantaggio. Io che ne ho beneficiato ne facevo volentieri a meno. Riepilogando:
a) chi NON ha una prima casa: non pagava l'ICI prima e non lo paga ora;
b) chi HA una prima casa e reddito basso: non pagava l'ICI prima e non la paga ora;
c) chi HA una prima casa e reddito medio-alto: pagava l'ICI e non la paga più;
d) chi HA ville e castelli (solo 38.000 persone, perché pochissimi accatastano così gli immobili di lusso): la pagava e continua a pagarlo.
La riforma ha favorito il terzo gruppo (molto consistente è vero, ma pur sempre quelli abbastanza abbienti) che poi è la classe di riferimento che ha portato voti alla destra. Si ha un bel dire di favorire i redditi mediobassi, ma questo provvedimento ha favorito quelli medioalti. Non parlo pro domo mea, tutt'altro, ma per amore di verità.