domenica 4 settembre 2016

Un domenicale, una volta ogni tanto

Francia, Olanda, Roma: vediamo se riesco a fare stare tutto quello che penso in poche righe.
Sulla vignetta di Charlie Hebdo è stato già detto praticamente tutto. Sarò particolarmente cinico, ma non mi ha scioccato, perché la satira è esattamente quella cosa, come spiegava un articolato pezzo de "Gli Stati Generali" (link nel primo commento) e tutto sommato, differentemente da Matteo Bordone, l'ho anche capita (grazie anche all'aiuto di qualche sito francofono). Ma, una volta concordato che la satira è 1. una merce ormai rara (non va confusa con parodie, comici, ecc.), 2.crudele-schifosa, e 3. non ha come obiettivo quello di farci ridere, quello che resta da capire è su quali parametri dobbiamo-possiamo valutarla e come possiamo discriminare la satira che funziona da quella che non funziona. Nel post degli Stati Generali, tutto preso dal definire la satira rispetto al resto del mondo, non si spende una sola parola su questo discrimine interno.
Sul trasferimento della Exor, la holding degli Agnelli, nei Paesi Bassi, vorrei ricordare che nell'ottobre del 2015, la stessa authority UE che ha recentemente condannato il modus operandi Irlanda-Apple, aveva condannato Lussemburgo e Paesi Bassi per vantaggi fiscali selettivi (rispettivamente a FIAT Finance and Trade e a Starbucks) incompatibili con le norme UE sugli aiuti di Stato. Evidentemente ora gli Agnelli avranno intenzione di comportarsi meglio, oppure - più verosimilmente - avranno già predisposto accantonamenti tali da sopportare eventuali nuove multe UE. Ho letto articoli bizzarri in cui si diceva che ora la Juventus è olandese. Sono errati: la Juventus resta una società italiana (questo però vale anche per l'Inter, di cui tutti dicono che è cinese), il cui azionista di maggioranza è però adesso una società olandese (i cui proprietari sono cittadini italiani, sia pure molto internazionali come gli Elkann-Agnelli). Resta da capire cosa ne pensano alcuni bianconeri illuminati come Sandro Pellò che fino all'altro giorno facevano battute (nel 2016!) con i cinesi con la L al posto della R. Almeno i proprietari dell'Inter sono cinesi di nascita e non olandesi per non pagare le tasse.
Una postilla la merita Sergio Marchionne che sette giorni fa, applaudiva le riforme istituzionali di Renzi-Boschi & c e la stabilità italiana. Perché allora non chiede agli Agnelli di restare qui? Ormai manca poco al referendum e poi gli amici "torinesi" potranno gustarne tutti i benefici.
Su Roma, che dire? Per me è molto difficile capire tra le mille fazioni in gioco chi davvero si stia (stava?) muovendo per cambiare davvero le cose. Certamente non erano quei piddini che hanno cacciato Marino e ora puntano il dito sui grillini, nel classico gioco dell'asino e del bue. Dall'altro lato c'è (o almeno sembra proprio esserci) una battera di incompetenti-improvvisati, probabilmente animati dalle migliori intenzioni (ma questa potrebbe essere persino un'aggravante), il che alla fine della fiera spianerebbe la strana ancora di più al ritorno dei "poteri forti" (che nel resto del mondo mi spaventano relativamente, ma a Roma mi spaventano tanto). Da frequentatore abituale della Capitale, mi auspicavo che sarebbero stati abbastanza forti da riuscire a costruire qualcosa di alternativo, ma evidentemente persino le mie (poche) speranze non erano molto ben riposte.
Volevo essere breve, non ci sono riuscito. In ogni caso questa per noi è solo la giornata in cui ricordiamo Giacinto Facchetti.

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