sabato 9 ottobre 2010
C'è del Marce?
Poche vicende mi hanno affascinato più del recente caso Porro-Arpisella-Crippa-Confalonieri-Marcegaglia-Feltri. Chi non lo avesse ancora fatto può costruirsi un'idea ascoltando le telefonate chiave sul sito de il Fatto Quotidiano, qui. Io un'idea me la sono fatta, ma restano almeno sei punti da riconsiderare:
1. Perché Arpisella si spaventa per la "gag" o provocazione scherzosa" o "cazzeggio" di Porro? In fondo si conoscono "da vent'anni" (così si ascolta nell'ultima telefonata, anche se su il Giornale dell'8 ottobre Porro precisa "dal 1994", "da più tempo di mia moglie"). Boh, in fondo sedici anni di conoscenza sono sufficienti a farsi un'idea di una persona e allora - forse - Arpisella si spaventa PROPRIO PERCHÉ conosce Porro e il metodo di lavoro del quotidiano per cui lavora (ben descritto non dal solito Travaglio, ma da Facci, che ci ha lavorato per anni, ad Annozero nel 2009).
2. In ogni caso Porro precisa (il Giornale 8 ottobre) che "la gag con Arpisella va avanti da tempo" e che Arpisella "non ha avuto il coraggio (per affari suoi) di raccontare cosa stesse succedendo tra di noi". Beh, il tono di Arpisella per tutta la telefonata non sembra affatto scherzoso e poi, comunque, a scanso di equivoci, a un certo punto Arpisella erompe in un "ma davvero?" e gli chiede di precisare se quella sulla preannunciata campagna anti-Marcegaglia è una battuta o una boutade e Porro gli risponde: "Un po' è vero, un po' è vero".
3. Curiosamente, sempre nell'articolo dell'8 ottobre, Porro si scusa con i propri colleghi per averli definiti, in quella telefonata, come dei "segugi" (dove sarà mai l'offesa?). Ma si guarda bene dallo scusarsi di aver dato della stronza alla Marcegaglia o del cretino al capo ufficio stampa della Confindustria. Gentili coi nostri, cafoni con gli altri: è questa l'educazione di Porro?
4. Dalla Bignardi, sempre l'8 ottobre, Feltri dice: "Io la Marcegaglia la conosco da vent'anni (...) se proprio era terrorizzata io penso che una telefonatina al suo amico Vittorio avrebbe potuto farla. Non l'ha fatta, l'ha fatta a Confalonieri: non al direttore, al sciur padrun, questo non si fa, questo è scorretto". Feltri dimentica, o finge di dimenticare, che l'idea di fare telefonare a Confalonieri (invece che a Feltri) è stata di Mauro Crippa (vedi seconda telefonata con Arpisella). Non della Marcegaglia quindi ma di Crippa che, come responsabile delle relazioni esterne di Mediaset, sa bene come vanno le cose nel suo gruppo. Perché Feltri non dà dello scorretto a lui? Forse perché è uno del suo gruppo? O forse è della stessa scuola di Porro: gentile coi propri, cafone con gli altri?
5. Ma il capolavoro, in questo senso, è il titolo del redazionale de
il Giornale online che rende conto della performance del proprio direttore di fronte alla Bignardi: "Le "invasioni" di Feltri: che lezione alla Bignardi". Uno sperticato elogio del proprio direttore: davvero un atto di coraggio notevole. Ricordo che un giorno la mia maestra delle elementari, battendola sul tavolo, ruppe la bacchetta di bambù con la quale ci minacciava (nei primi anni '70 si usava ancora così). Un piccolo alunno, davvero un precursore a modo suo, il giorno dopo gliene regalò una nuova. Viva la maestra, viva il direttore.
6. Ma forse in tutto questo il punto più oscuro è proprio il finale dell'ultima delle telefonate pubblicate da il Fatto quotidiano, là dove Arpisella dice a Porro: "Il cerchio sovrastrutturale va oltre me, va oltre Feltri, va oltre Berlusconi, va oltre... Ci sono logiche che non riguardano il Fini, il Casini, il Buttiglione, questo o quell'altro (...). Secondo te chi c'è dietro Fini? (...) Ci sono quelli che c'erano dietro la D'Addario." Qui i casi sono tre: A. o Arpisella millanta, perché per tutto il tempo delle conversazioni Porro sembra avere molta più sicumera, e lui, psicologicamente, si sente in dovere di piazzare almeno un colpo a sorpresa nel finale rimanendo però sul vago, perché non ha in mano niente B. oppure sa davvero qualcosa che noi non immaginiamo C. oppure propone semplicemente un riciclo della famosa "pista americana" quella che considera Fini il nuovo cavallo dell'amministrazione Obama stanca di Berlusconi troppo vicino a russi e libici. Comunque un po' di brivido rimane.
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