martedì 4 ottobre 2011

Lost in Nuraghe.


Capitolo 1 – La rete dei pionieri.
Nel settembre 2003 la mia zona non è ancora servita da ADSL e allora ho la bella idea di sottoscrivere un contratto Tiscali Day, per collegarmi a Internet tramite una normale linea telefonica. Il costo di base è di 14,94, ma nei mesi successivi mi accorgo che utilizzando davvero la linea arrivo a pagare sui 30-40 euro al mese. Questo periodo dura per tre anni.

Capitolo 2 – Il vento nuovo.
Poi finalmente nell'agosto 2006 installo l'ADSL sfruttando l'offerta di una società concorrente di Tiscali (le vicissitudini con quest'altro gestore le ho raccontate qui). Ma un po' per pigrizia, un po' perché non si sa mai (metti che si guasta l'ADSL) mantengo attivo il contratto con Tiscali per qualche anno.

Capitolo 3 – ¡Ya basta!
Poi il 4 marzo 2010 decido che è arrivato (da mo') il momento di darci un taglio. Chiamo il servizio clienti Tiscali al numero gratuito 130 e, seguendo le loro istruzioni, disdico il mio contratto inviando al numero 800 910 028, un fax di due pagine: la prima con la fotocopia di un mio documento e la seconda con il testo firmato della disdetta. Ottenuto, come è giusto che sia, un trionfale “Rapporto conferma messaggi”, mi placo e mi beo all'idea dei 180 euro/anno risparmiati e torno a pensare a cose più amene.

Capitolo 4 – La rabbia e l'orgoglio.
Però, aiò, non succede nulla: dalla Sardegna continuo a ricevere imperterrite le fatture mensili.
Così un anno dopo, siamo a marzo 2011, richiamo gli amici di Tiscali al 130 e questi mi spiegano che la procedura di disdetta via fax non è proprio il massimo, contiene una alta dose di alea, e mi invitano a mandare una più sicura raccomandata con ricevuta di ritorno. Il 12 marzo 2011 io, nel dubbio, faccio entrambe le cose: fax e raccomandata con ricevuta di ritorno, crepi l'avarizia.

Capitolo 5 – Il capitalismo all'italiana.
Niente. Le fatture arrivano implacabili. Anzi: da giugno 2010 le fatture non sono più nemmeno inviate in allegato, devo collegarmi al sito http://assistenza.tiscali.it/ per poterle leggere. Prima di partire per le vacanze in Sardegna, (magari ne approfitto per rigare la macchina a qualche dirigente) richiamo il 130. Siamo all'incirca a giugno 2011 e una gentile voce mi spiega che hanno sì ricevuto la disdetta, la quale è però “in lavorazione”. Ma non mi devo preoccupare: il giorno in cui “lavoreranno la disdetta” (e qui mentre ascolto mi figuro un'equipe di guru delle telecomunicazioni in teleconferenza intercontinentale) loro provvederanno a riaccreditare sulla mia carta di credito tutti i mesi successivi alla mia disdetta (spero dalla prima disdetta, marzo 2010, e non dalla seconda, marzo 2011, ma mi accontenterei anche della ipotesi di minima).

Capitolo 6 – Cosa ho fatto io per meritarmi tutto questo?
Siamo al 4 ottobre 2011, le foglie iniziano a ingiallire, e le mie gonadi con loro. Le fatture Tiscali continuano a fioccare con la regolarità che è loro propria.
Decido di riaffrontare l'argomento, ma al numero 130 nessuna delle quattro opzioni sembra più fare per me: il risponditore automatico mi ricorda che per conoscere o acquistare le offerte Tiscali devo digitare 1, per informarmi sull'attivazione del servizio devo digitare 2, per ricevere assistenza amministrativa il 3, per l'assistenza tecnica il 4. Provo con la numero 3 (se non è assistenza amministrativa questa!) ma poi mi viene chiesto di immettere il numero di telefono o il codice cliente associato. E qui - beffa delle beffe - se immetto il mio numero di telefono seguito da cancelletto, la voce automatica mi risponde soavemente che “sul numero digitato non risulta richiesto alcun servizio Tiscali”. (Il che è vero: non voglio più niente da voi! Ma niente-niente: nemmeno le fatture, tesoro!). Se invece immetto il mio numero cliente ottengo un messaggio diverso (ma perché?) ma con esito analogo: in entrambi i casi, dopo il messaggio, la telefonata viene interrotta.

Capitolo 7 – La volpe e la Vale.
Allora mi faccio furbo e fingo di volere acquistare nuovi servizi passando attraverso l'opzione 1. Queste società sono fatte così: quando devi sottoscrivere, ti fanno ponti d'oro e ti rispondono subito. Quando richiedi assistenza o, peggio, devi disdire i contratti, per te sono, detto con la massima cortesia, cazzi da cagare. Mi risponde Valentina, codice 88** (sarei tentato di scrivere il suo codice per intero, ma è certamente l'anello più debole della catena). Fingo perfido di voler aggiungere nuovi servizi al mio contratto Tiscali e ottengo così da lei la conferma che il mio contratto è ancora vivo e vegeto. Quando però svelo a Valentina il vero motivo della mia chiamata (non accrescere, ma uccidere il contratto) lei mi spiega che lei non è lì per quello (e lo so bene!) e che queste cose amministrative le gestisce un numero a pagamento: 199 411 000 (massimo 14,37 centesimi da rete fissa e massimo 48,04 centesimi da mobile + scatto alla risposta da 15,13 centesimi).

Capitolo 8 – The answer is blowing in the Tiscali.
Un numero a pagamento? Ma allora a cosa serve l'opzione 3 del numero gratuito 130, quella che ti promette “assistenza amministrativa”? E perché quando decido alla fine di chiamare il numero 199 411 000 da telefono fisso, tutte le volte la linea cade dopo circa 1 minuto, mentre da cellulare mi rispondono subito? Tant'è.

Capitolo 9 – La sorpresona!
Mi risponde un giovane uomo, che ascolta il mio problema e mi annuncia: “Capito tutto! Adesso la metto in contatto con il reparto responsabile e vedrà che glielo cancellano al volo”. Mi mette in attesa (tanto pago io 48 centesimi al minuto). Dopo qualche istante – sorpresa delle sorprese – chi mi risponde? Ma lei, Valentina, codice 88** (però, anche lei, poverina, che sfiga!). Il prezioso numero a pagamento, che doveva essere quello ad hoc, quello risolutivo, mi mette in contatto, a pagamento, con la cara Valentina che riuscivo a contattare anche a gratis e che, per di più, per sua stessa ammissione non è la persona adatta.

Capitolo 10 – Ahi, Valentina!
Dopo qualche breve scambio di opinioni Valentina capisce che sto per informare tutte le agenzie di stampa per spiegare al mondo come lavora il servizio clienti Tiscali e si muove a pietà. Mi mette in attesa (tanto pago io) e contatta “un responsabile” (spero non Scilipoti) e poi torna da me avvisandomi che sta per compilare una segnalazione, rammaricandosi che il collega incompetente e il destino le abbiano messo nuovamente sulla strada uno come me. Mentre lei digita silenziosamente la segnalazione sento distintamente la sua vicina di postazione, spiegare a voce alta, a un mio malcapitato collega disdettante, che quello “non è il numero per le disdette”. Ah no?
Valentina mi saluta dicendo che ha fatto la segnalazione in via del tutto eccezionale per evitarmi altri rimbalzi, ma che non sarebbe proprio suo compito, lei è lì come un fiore spalancato solo per attirare nuovi clienti.

Capitolo 11 – Capitalismo all'italiana reloaded.
Io mi fido, ma fino a un certo punto, e decido di richiamare il numero a pagamento sia per insolentirli (hanno costretto Valentina a un rapporto contro natura con me) e poi per assicurarmi che la segnalazione sia andata a buon fine. Ma a questo punto ogni tentativo di contattare il numero 199 411 000 abortisce, sia da fisso che da cellulare. Dopo un minuto di musichina la linea cade. Immagino che ogni volta un mezzo euro finisca in tasca agli stakeholder di azioni Tiscali. Quasi quasi ne prendo un po' anch'io, almeno me lo metto nel culo da solo.

Aggiornamento: l'ultima fattura emessa da Tiscali è datata 1 ottobre 2011. Sono riuscito a liberarmi di loro.

venerdì 23 settembre 2011

Franchi tiratori?


A me sta storia dei 7 franchi (vedi a sinistra) tiratori (vedi a destra) venuti fuori durante il voto alla Camera sull'arresto di Marco Milanese non convinceva. E infatti...


E infatti facendo per bene i conti non è solo questione di franchi tiratori: è che la maggioranza ha proprio numeri teorici più bassi. I franchi tiratori sono stati al massimo 4 o magari anche di più, ma un po' di qua e un po' di là con un saldo finale di 4 (es. 6 della maggioranza hanno votato per l'arresto e 2 dell'opposizione contro).

Vediamo il dettaglio, tenendo conto che i deputati sono 630 (troppi, of course, e scelti peggio).

La maggioranza in senso stretto dispone di 310 voti (219 PDL - 59 Lega - 29 Popolo e territorio - 3 Repubblicani-Azionisti).
Al voto di ieri ne mancavano 7 (6 del PDL Frattini e Tremonti in missione, Papa agli arresti, Angeli, Cristaldi e Franzoso per altri motivi, alcuni di sicuro per malattia, e Montagnoli della Lega). Quindi ne ha portati in aula 303 che teoricamente avrebbero dovuto votare contro l'arresto.

Vanno però sommati altri 14 deputati del gruppo misto che sono di fatto fiancheggiatori abituali del governo: i 7 di Forza del Sud di Micchiché, i 3 ex-FLI di Fare Italia per la costituente popolare (Ronchi, Urso e Scalia). Poi c'è Mannino, mentre Gaglione che teoricamente dovrebbe votare con la maggioranza, era assente anche ieri come quasi sempre. Poi c'è anche Pittelli. Infine dovrebbe esserci anche Barbareschi anche se non ho trovato notizie recenti sul suo posizionamento. Per un totale, su 14 totali, di 13 presenti effettivamente in aula.

Siamo quindi a un totale di filo-maggioranza di 324 deputati, di cui 316 presenti in aula e votanti 316.

Veniamo all'opposizione. Loro dispongono di un totale di 302 voti tra le componenti maggiori (206 PD - 36 UDC - 26 FLI - 22 IDV - 4 MPA - 3 Liberaldemocratici (oltre a Melchiorri e Tanoni c'è La Malfa). Inoltre si arriva a 303 con l'abituale supporto di Giulietti del misto. Ieri al voto non hanno partecipato in 4: Merlo dell'UDC, Tremaglia del FLI, Lombardo del MPA, in missione, e, come da prassi, il presidente Fini che non vota.

Il totale anti-maggioranza è di 303 deputati, dei quali ne erano presenti in aula e votanti 299.

A questi però potremmo, sia pure cautamente, aggiungere i 3 deputati delle minoranze linguistiche (2 SVP e il valdostano Nicco) che già in sede di manovra economica, ma anche in precedenza, ultimamente hanno votato contro il governo.

Rifacendo tutti i conti quindi i "franchi tiratori" sono stati solo 4 o comunque "a saldo 4".

La maggioranza attualmente pare quindi potere contare su 324 voti teorici a favore (ma uno è Gaglione che non c'è quasi mai) e di 306 contro (ma uno è Fini che non vota quasi mai).

Basterebbero 9-10 illuminati della maggioranza a fare "saltare il banco".

Ovviamente sono gradite conferme e correzioni.

sabato 17 settembre 2011

Tre nuove ragioni


Anche se per pura combinazione lui avesse ragione su tutto il resto e alla fine, sorpresa delle sorprese, nessuna delle accuse mossegli dalle varie procure fosse confermata e, anzi, risultasse acclarato che è davvero in atto nei suoi confronti una vera e propria
aggressione politica, mediatica, giudiziaria, fisica, patrimoniale e di immagine
(Silvio Berlusconi su il Foglio di oggi)
ci sono ALMENO tre nuove ragioni per invitare il nostro amato premier a dimettersi. Tre nuovi fatti che probabilmente non costituiscono alcun reato, ma che da soli, in un paese normale, basterebbero a costringerlo alle dimissioni proprio per insostenibilità ambientale. In un paese normale hai un bel dire: "la gente mi ha votato". Sì, ma quando lo ha fatto la gente ancora non sapeva questi fatti nuovi!
1. La prima ragione è che, come segnala oggi Marco Travaglio su il Fatto Quotidiano, Silvio Berlusconi ha mentito di fronte a tutti, ma soprattutto davanti al Presidente del Consiglio di uno stato amico, Josè Luis Rodruiguez Zapatero, alla Maddalena, il 10 settembre 2010. Non tanto quando ha detto di essere di stato di gran lunga
il miglior Presidente del Consiglio che l'Italia abbia potuto avere nei 150 anni della sua storia.
(a 8:30 del filmato)
Questa affermazione è palesemente vera: lui è stato davvero il migliore Presidente del Consiglio, il problema è un altro. La menzogna è a 3:30 quando finge di non conoscere perfettamente Tarantini descrivendo il suo operato così:
Un imprenditore di Bari, ormai noto, che si chiama Taranti-ni o Taranti-no, era venuto ad alcune cene facendosi accompagnare da belle donne (...). Erano ragazze che questo signore portava come amiche sue.
Questo è in palese contrasto con quanto emergerebbe dalle intercettazioni, come riportato anche dallo stesso TGCOM. Basta citarne due tra le moltissime: quella in cui Berlusconi chiederebbe a Tarantini: "Chi mi porti stasera?" e quella del 10 ottobre 2008 in cui Berlusconi direbbe:
Sì forse per tutte quelle, son troppe. Al massimo averne due a testa, però adesso voglio che abbia anche tu quelle tue, altrimenti mi sento in debito... Scusa portale per te che poi io mi porto le mie (...) Poi ce le prestiamo... Insomma la patonza deve girare...
Insomma: i due pare che si conoscessero bene, le ragazze le mettevano in comune e se le facevano girare. Fossi nei panni del giornalista de El Pais che gli aveva posto la domanda alla Maddalena, io qualche approfondimento lo chiederei. Ma anche una telefonatina di Zapatero: "Allora Silvio, com'era la storia di Taranti-no?".

2. L'altro motivo per cui dovrebbe andarsene è che il Presidente del Consiglio si è messo incautamente a discutere di nomine dei vertici della Guardia di Finanza con uno come Valter Lavitola, attualmente latitante (e tralasciamo per pietà di sottolineare chi ha consigliato a Lavitola di rimanere dove sta). Io direi che questo non si dovrebbe fare e sono certo che molti elettori del centrodestra la pensano come me (altri elettori del centrodestra magari no, anche se non capisco mai se loro negano che Silvio faccia queste cose o se pensano che invece le faccia e faccia bene a farle o ancora se pensano che le faccia e che faccia male a farle, ma tanto sono tutti uguali destra e sinistra e allora tanto vale votare uno che non è comunista).
3. La terza e più importante ragione, è che lui stesso ammetterebbe di fare il premier "a tempo perso". E invece di raccontarlo agli elettori, lo dice a Marysthell Polanco. Il premier a tempo perso in momento in cui non c'è tempo da perdere!
Qui i casi sono due: o le intercettazioni sono contraffatte, e nulla lo lascerebbe credere, oppure deve fare le valigie. Ma il mio pronostico è che non succederà nessuna delle due cose: le intercettazioni risulteranno vere e lui non se ne andrà. Ma è possibile che tra i 316 deputati che hanno votato la fiducia l'altro giorno non se ne trovino 6 o 7 con un po' di carattere che decidano di fare saltare il banco? Tutti complici? Cos'altro deve succedere per far sì che cambino idea (a parte coprirli di soldi, s'intende...)?

mercoledì 20 aprile 2011

Crittografia mnemonica


(5, 1, 5)

Con la forma di un seno devi costruire questa cosa!

sabato 26 marzo 2011

I corsi della vita.


Imparare è una delle cose più belle della vita. E imparare direttamente dagli altri è ancora meglio.

Su questo non ci sono dubbi: è evidente che se siamo diventati quello che siamo, cioè uomini, è grazie alla capacità di costruire quella rete di relazioni e competenze che chiamiamo cultura. E la cultura, intesa come rete, è un apparecchio strano: uno di quei dispositivi che se li utilizzi non si deteriorano e non li devi portare al centro riparazioni. Al contrario: la cultura è una rete che per funzionare, e accrescersi, deve essere utilizzata (e rivista e aggiornata) continuamente, altrimenti deperisce.

Io adoro imparare specie direttamente dalle persone, interrogandole, tempestandole di domande: se incontro qualcuno che conosce bene una materia, o sa fare bene il suo mestiere, voglio immediatamente saperne tutto. Poi, quasi subito, capisco che questo è impossibile in pochi minuti e mi accontento di comprenderne le basi o qualche elemento.

Non è un furto il mio, perché il sapere, magicamente, invece di disperdersi come l'acqua, è proprio diffondendosi che si accresce, grazie anche alle domande, alle critiche, alle obiezioni, agli emendamenti, alle varianti, alla competizione darwiniana. Così come non è un furto “copiare le buone idee”, specie nelle pratiche sociali, ma questo discorso mi porterebbe un po' fuori tema...

So di non essere un'eccezione in questa mia fame di notizie e informazioni, ma sono tra quelli che hanno un'attitudine particolarmente sviluppata in questo senso. Nel giugno del 2008, prima di partire per la Cina, dove sarei dovuto andare a seguire le Olimpiadi, mi sono iscritto a un corso di cinese on-line che poi ho portato avanti per quasi due anni, solo per il gusto di imparare: la mia insegnante di mandarino, da Pechino, due-tre mattine alla settimana mi insegnava nuovi caratteri, pronunce e regole. Qualche tempo dopo mi sono messo a interrogare il professor Boldrin, sui fondamenti dell'economia e sulla natura della crisi e poi ancora un mio amico esperto di regolamento del gioco del calcio. Sono insaziabile.

Da qualche tempo però, vedo che faccio fatica: l'istinto è ancora quello del rapace di informazioni, ma poi mi scordo le cose, devo inventarmi trucchetti mnemonici per ricordarmi anche distinzioni facilissime, per non confondere ad esempio, come si dicono sinistra e destra in cinese oppure per non scambiare deficit e debito in economia (differenza banale, ma fondamentale).

È un fenomeno quasi certamente dovuto (oltre che a qualche aperitivo di troppo e a un'atavica predisposizione all'insonnia: se dormo bene, ricordo meglio) principalmente all'età: ormai ho 48 anni e la struttura delle mie cellule nervose, pure mantenute attive da questa frenetica curiosità, sembra più orientarsi a fornire AGLI altri, che non ad accogliere DAGLI altri (e poi mantenere ed elaborare...) nuove informazioni.

Diciamo che nell'imparare procedo ancora bene all'inizio, metto assieme rapidamente le informazioni di base, ma poi mi trovo davanti dei veri e propri muri. Forse è giusto così, mannaggia. Forse è arrivata l'ora di comprendere che non sono più fatto per imparare. Forse è arrivato il momento di ammettere che non è così vero, come dice il detto milanese che (traduco) “anche la vecchia non vuole mai morire, perché ne impara una nuova ogni giorno”. Forse è arrivata l'ora di incrementare la quota parte di restituzione di quel poco che ho imparato. Che palle! Perché, sì, certo è bello, ed è doveroso, anche insegnare ai giovani: ma non è così bello come imparare!

Il fatto è che bisogna essere anche realistici e sapere ottimizzare tempi e risorse. Anche perché imparare è bello di per sé, ma poi è giusto essere in grado anche di sfruttare quello che si è imparato. E io per imparare il cinese alla perfezione a 48 anni non solo faccio più fatica di un pischello, ma poi ho anche meno anni di vita davanti a me per utilizzarlo. E allora la prossima volta che devo investire 1200 euro in un corso, forse è meglio, forse è più giusto e più economico (in termini di tempo e di denaro), che li utilizzi per regalare un corso di inglese o di canottaggio o – perché no? – proprio di cinese, a mia figlia: ci metterà meno tempo e fatica e, a Dio piacendo, avrà più anni davanti per sfruttarlo. Non è la stessa cosa, porca zozza, ma c'est la vie: e la cultura è una rete: non dobbiamo essere egoisti: se c'è un ganglio (cioè un tipo giovane) più efficiente di me (un quasi anziano) è giusto che sia lui a operare e a imparare.

sabato 5 marzo 2011

Questi Presidenti del Consiglio!


QUIZZONE DA 100 PUNTI: TROVA IL PERSONAGGIO!
ULTIME NOTIZIE -
Xxxx sarà processato anche per peculato.
Ci telegrafano da Bologna, 16, ore 1:
La decisa domanda di autorizzazione a procedere contro l'on. Xxxx per peculato sarà certamente mandata alla presidenza della Camera dalla nostra Magistratura non appena terminerà l'istruttoria del processo iniziato per sottrazione di documenti in cui sono imputati Contadino, Perrone e forse altri...
L'istruttoria di detto processo procede con molta alacrità e lodevole zelo dei magistrati: ma, tenuto conto delle presenti feste o del lavoro che questa ancora richiede, non potrà essere chiusa prima della fine del corrente mese: cosicché è da presumersi che solo verso i primi di maggio la domanda sarà presentata e discussa alla Camera.
Mi consta che lo scopo di questo indugio nell'invio della domanda a procedere sia che la Magistratura crede riscontrare nell'istruttoria, ormai finita, del processo per sottrazione, fatti tali da cui emergeranno maggiori prove della colpabilità del Xxxx, cosi da rendere vieppiù giustificate la domanda del magistrato e la necessità di essere autorizzato a procedere.
Ho motivo poi di credere che sia riuscito sfavorevole al Xxxx, ed abbia perciò non poco impressionato la Magistratura il fatto che Xxxx a Bologna abbia prodotta la nota ricevuta di L. 105,000 del Favilla, mentre negli interrogatorii di Napoli avrebbe detto che mai aveva avuti rapporti col Favilla. È vero che nel produrre il documento lo volle giustificare dicendo che aveva preso quel denaro per necessità di governo!
Mi risulta positivo che è stato spiccato contro Perrone e Contadino ed altri mandato di comparizione pel noto processo di sottrazione di documenti.
A. Quale noto Presidente del Consiglio italiano si nasconde dietro la sigla on. Xxxx?
B. In quali giorno mese ed anno, e su quale noto quotidiano, è stato pubblicato questo sferzante pezzullo?

venerdì 7 gennaio 2011

Quando dico che Thiago


Due tra i più bei gol dell'Inter delle ultime stagioni li ha segnati Thiago Motta.
Oltre al nome del marcatore questi due gol hanno molti altri elementi in comune: sono stati entrambi realizzati a S.Siro, e tutti e due nella porta sotto la curva del Milan (per intenderci quella alla destra della tribuna); in entrambi i casi il risultato era ancora sullo 0-0 e tutte e due le partite si sono poi concluse con la vittoria dell'Inter.
E per finire entrambe le reti sono arrivate al termine di manovre corali, che hanno coinvolto tutta (o quasi) la squadra: due manovre iniziate lentamente, ma che poi si sono concluse con una rapida accelerazione nel finale.
Per il primo dei due gol, che si può trovare qui, ho speso molte più parole: del resto si trattava del primo gol del derby vinto per 4-0 il 29 agosto 2009. Per quello di stasera, che ha aperto le marcature di Inter-Napoli 3-1, mi limiterò a sottolineare due cose: la prima è che la rete giunge alla fine di quaranta secondi di possesso di palla dell'Inter durante i quali hanno toccato il pallone tutti i giocatori nerazzurri (tranne il portiere Castellazzi e Diego Milito, che però esegue un movimento molto utile per portare via un difensore) e la seconda è che ancora a 5-6 secondi dal gol, la situazione non sembrava per nulla pericolosa per il Napoli, tranne che poi Pandev, Stankovic e Thiago Motta danno vita all'accelerazione decisiva.
Vediamo il dettaglio, utilizzando il cronometro di Sky Sport.
A 1:54 Cordoba interviene di testa per interrompere un'azione di Cavani: la palla schizza in avanti e mentre Cambiasso cerca di controllarla, Hamsik allunga la gamba e tocca la sfera, ma riesce solo a mandarla verso Stankovic che, pure essendo pressato, riesce ad allungare il pallone verso Zanetti.
A 2:01, visto che in quella zona (siamo nella metà campo dell'Inter, non lontani dal cerchio di centrocampo) ci sono molti avversari, il capitano allarga sulla destra dove staziona abbastanza libero Maicon che è costretto un po' a inseguire il pallone e poi, quasi da fermo, per evitare Dossena, decide di passare la palla in orizzontale a Lucio, più centrale, il quale riceve ed effettua un traversone alto per Chivu, piuttosto solo, largo sulla sinistra.
A 2:14 il rumeno mette giù la palla e avanza un po', ma poi si trova di fronte Maggio e allora passa indietro verso Cordoba, il più arretrato dei nerazzurri, il quale avanza un po' e poi passa di nuovo in orizzontale al compagno di reparto Lucio, abbastanza centrale sulla trequarti difensiva dell'Inter.
A 2:23 (mancano solo undici secondi al gol, ma niente lascia ancora presagire quello che sta per accadere) Lucio riceve il pallone e avanza indisturbato, anche perché ci sono solo due giocatori del Napoli nella metà campo dell'Inter.
A 2:26 (otto secondi dal gol) Lucio, col pallone tra i piedi, supera la linea centrale del campo (in questo momento tutti i giocatori del Napoli sono tornati nella propria metà campo). Subito dopo aver varcato la linea, trovandosi a destra del cerchio di centrocampo, Lucio effettua un passaggio in verticale a Pandev (2:27).
A 2:28 Pandev (posizionato sul centrodestra, a circa 12-13 metri dall'area, spalle alla porta e marcato da Aronica) riceve il pallone. Sulla stessa linea Pandev ha due compagni da servire: Milito, più centrale, e Stankovic sull'altro lato del campo, a sinistra.
A 2:29 Milito effettua un taglio a uscire verso destra insinuandosi tra Pandev e l'area e chiamando il passaggio con le mani, ma Pandev, che sta leggermente arretrando non se ne accorge o lo ignora. In ogni caso sia Pandev che Milito sono circondati da cinque napoletani (oltre ad Aronica che segue Pandev e Cannavaro che sta su Milito, nei pressi ci sono anche Gargano, Dossena e Pazienza) inoltre altri due difensori (Campagnaro e Maggio) sono ancora più indietro, subito fuori dall'area, mentre Hamsik si trova centralmente a contrastare l'avanzata di qualche centrocampista: in particolare Thiago Motta che sta portandosi avanti a partire dal cerchio di centrocampo.
A 2:30 (a soli 4 secondi dal gol) Pandev si gira in senso orario e, di sinistro, lascia partire un lancio verso sinistra per Stankovic, appostato sull'altro lato 6-7 metri fuori dall'area, con davanti a sé Maggio, uno dei due difensori arretrati. Nel frattempo, al centro, Thiago Motta, che sta puntando decisamente verso l'area, supera un distratto Hamsik, passandogli alle spalle.
A 2:32 il lancio di Pandev, che sta per giungere verso Stankovic, viene intercettato da Thiago Motta che si è inserito velocissimo. Ma invece di bloccare il pallone, Thiago Motta si limita a smorzare la traiettoria col tacco sinistro a beneficio di Stankovic, che si trova pochi metri più a sinistra.
A 2:33 La palla sarebbe arrivata lo stesso al serbo ma dopo il tocco di Thiago Motta è più facile da controllare. Stankovic ha sempre di fronte a sé Maggio, ma quest'ultimo è sempre più spaesato: non sa se andare a contrastare Stankovic o lo stesso Thiago Motta che dopo il colpo di tacco sta puntando verso l'area sempre più veloce. Ma non ha tempo di decidere perché Stankovic effettua un unico tocco di destro indirizzando il pallone verso la lunetta.
A 2:34 Thiago Motta arriva in velocità al limite dell'area e, giunto proprio sulla linea dei sedici metri, da posizione centrale, anticipando Campagnaro, l'altro dei due difensori che erano rimasti centrali, prima che la palla tocchi terra scaglia un potente sinistro al volo a mezza altezza che si abbassa nei pressi dell'angolino alla sinistra di De Sanctis (cioè a destra rispetto al punto di vista del tiratore).
Rete: Inter 1 - Napoli 0.
E pensare che, analizzando un fermo immagine a 2:29 (a soli cinque secondi dal gol) ben pochi avrebbero scommesso su questa eventualità. Ma questo è il calcio di mister Leonardo, questi sono gli schemi provati in allenamento da settimane.
Bella Thiago, bravi ragazzi!