Periscope entra e vince: due giorni fa non sapevamo della sua esistenza, oggi non riusciamo già più farne a meno. A partire da noi stessi di Caterpillar AM (che stamattina, grazie all'insistenza di Filippo Solibello ci abbiamo dato dentro già dalle 7:45), ho visto alcune delle migliori menti della mia generazione (Fiorello Rosario, Fiorello Beppe, Nicola Savino, Andrea Delogu, Elisa D'Ospina, Matteo Caccia, Zoro e tanti altri) divertirsi a mandare in rete (in broadcast) i loro streaming. Tra l'una e l'altra delle performance di questi amici/colleghi ho visto affascinanti reportage di mura di carceri turche e di giovanotti americani che si allenavano. Niente male per il primo giorno di utilizzo.
Ora già domattina noi di Caterpillar AM proveremo a dare una svolta creativa al mezzo, stay tuned come si dice. Ma sarà solo l'inizio.
Ora io non ho provato a usare Meerkat, l'antesignano, a cui Periscope pare proprio avere fatto le scarpe nella culla. Ero (e sono) però un discreto fan di Google Hangout On Air, un'applicazione per certi versi analoga, dalle infinite potenzialità, che avrebbe potuto avere lo stesso successo fulminante se solo fosse stata più semplice da usare.
Nelle due foto a fianco Rosario Fiorello si aggiudica il derby con il fratello Beppe. Stamattina verso le 9:30 erano su Periscope entrambi, ma mentre Rosario (qui a sinistra) faceva sfracelli passeggiando a Vicenza, Beppe era ancora alle prese con test senza immagini (a destra),
Cosa fa, in breve (qui e qui la spiega lunga), Periscope? Da quello che sono riuscito a capire (e a fare vedi qui sotto il mio quinto test con Napo):
Nelle due foto a fianco Rosario Fiorello si aggiudica il derby con il fratello Beppe. Stamattina verso le 9:30 erano su Periscope entrambi, ma mentre Rosario (qui a sinistra) faceva sfracelli passeggiando a Vicenza, Beppe era ancora alle prese con test senza immagini (a destra),
Cosa fa, in breve (qui e qui la spiega lunga), Periscope? Da quello che sono riuscito a capire (e a fare vedi qui sotto il mio quinto test con Napo):
LIVE on #Periscope: Napo, the sleeping dog. Test #5 https://t.co/5ugA4OZV5P
— Marco Ardemagni (@marcoardemagni) 31 Marzo 2015
Periscope manda in rete le immagini in movimento e la voce che tu riprendi, tipicamente con uno smarthpone o un tablet. E chi le vede? Fondamentalmente, in prima battuta, i tuoi follower di twitter che hanno deciso di seguirti anche su Periscope (che a Twitter è strettamente collegato, cosa che Meerkat non aveva). Ma poi anche tanti "sconosciuti" che ti trovano direttamente su Periscope. E chi li avverte? O un tweet su Twitter (che, quando le cose vanno bene parte in contemporanea con la tua trasmissione o broadcast), oppure uno specifico cinguettio di Periscope, ma molti ti trovano senza che tu li avverta. Cosa possono fare gli spettatori? Possono mandarti dei messaggi (che vedi tu, ma anche gli altri spettatori) e dei cuoricini a mo' di mi piace.
Dimenticavo: Le tue quattro trasmissioni più recenti restano online per visioni "in differita".
Come riassunto di base penso che possa bastare.
Google Hangout On Air, nella sua funzione di base, non è molto differente: anche lui trasmette in rete le immagini in movimento e la voce che tu riprendi, tipicamente con uno smarthpone o un tablet. Inoltre, diversamente da Periscope, è in grado di collegare fino a 9 persone in contemporanea dentro il tuo streaming e sta a te decidere chi mandare in primo piano e chi tenere nei riquadri sotto. Quindi, riepilogando, ci sei tu, il regista, altre 8 persone dentro lo streaming, e tutto il mondo fuori che può vedervi quando vai in broadcast. Come ti vedono? Collegandosi a Youtube. Sulla carta assomiglia più a una conference call in cui ci sono fino a 9 persone a parlare e alla cui conversazione assiste tutto il mondo. Nulla vieta però alle 9 persone di non rimanere sedute al tavolo, ma di muoversi nel mondo (come tipicamente fanno quelli di Periscope) e, magari fare delle performance musicali ognuno nella propria location. Anche qui per chi vede dall'esterno, è possibile mandare messaggi e fare domande ai 9 partecipanti. Ripeto: le potenzialità sono enormi. Si pensi alla combinazione: Giornalista musicale a Milano, intervista rock star a Londra, altri 7 fortunati fan sono dentro la conference call. Tutto il resto del mondo vede la cosa su YouTube e pone domande. Eppure questa applicazione che è attiva già da qualche anno, non ha avuto il successo immediato di Periscope. Perché? Perché è molto farraginosa da usare, almeno in prima battuta, tra utenze di Google+ e collegamento con YouTube, qualche problemino nell'invio degli avvisi e un'interfaccia generale ammazza marketing (già di per sé non eccelso).
Insomma Periscope fa meglio e in modo estremamente semplice alcune delle cose che Google Hangout On Air non è riuscito a convincere molti utenti a fare. Un'occasione mezza persa (ma non definitivamente) da una parte, una cascata travolgente dall'altra.
Insomma Periscope fa meglio e in modo estremamente semplice alcune delle cose che Google Hangout On Air non è riuscito a convincere molti utenti a fare. Un'occasione mezza persa (ma non definitivamente) da una parte, una cascata travolgente dall'altra.
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