venerdì 7 marzo 2014

Mistero Chef


Sono particolarmente fastidiosi quelli che iniziano i pezzi sui propri blog con formule del tipo "so che questa mia posizione attirerà molte critiche", "adesso mi direte che sono impazzito" e cose di questo genere. I veri maestri blogger non hanno bisogno di fare ricorso a questi mezzucci, eppure, senza dirlo esplicitamente, prima di sganciare la bomba di una opinione minoritaria, lasciano intendere di essere consapevoli che saranno lapidati dai fautori dell'opinione corrente. Con il sotto-testo, nemmeno troppo dissimulato di mostrarci quanto sono fighi e coraggiosi, perché stanno per esprimere un'idea fuori dal coro, che strapperà un "oh" di stupore ai propri lettori, che poi siamo noi.

Per una volta tento di fare quella parte anch'io. Perché so per certo che alcuni talent show, e Masterchef in particolare, godono di uno stuolo di aficionados agguerritissimo, specie nei social network e tra gli influencer, gli opinion leader e i trendsetter. Probabilmente anche tra i setter tout court, quelli irlandesi. Bau. E quindi a parlarne male si rischia di essere sputati da molti dei propri amici intelligenti. Ma io non ne parlerò male. Perché dovrei, visto che anch'io (ormai definitivamente spodestato del telecomando di casa, tranne quando gioca l'Inter in trasferta) a volte ne intercetto dei pezzi mentre mia figlia se ne gode la replica (o la registrazione) appena tornata a casa da scuola?

Ma, se già faccio estrema fatica ad appassionarmi a X Factor, dove perlomeno sono in grado di valutare le performance dei concorrenti, ancora più aleatorio è per me seguire le avventure di giovanotti che cucinano dei piatti che io non assaggerò mai. Capisco che anche il food design sia importante, ma se il piatto è buono o fa schifo alla fin fine lo sanno solo Cracco, Barbieri e quell'altro lì.

Considerato questo fatto, la idea che mi sono fatto è che alla gente, ai telespettatori, piaccia esclusivamente il fatto di vedere dei malcapitati sottoposti al vaglio di una giuria composta da personaggi umorali che passano dal maltrattamento fisico, al repentino e quasi ingiustificato encomio solenne delle proprie vittime. E che pertanto almeno l'80% del fascino di questi talent attinga a questa forma particolare di sadismo (al punto che è sotto-sotto ininfluente se i concorrenti cucinino, cantino o tentino di centrare un secchio col il getto della pipì). Sono certo che molti spettatori di X Factor usino il fast forward sul proprio My Sky, come talvolta fa mia figlia, sulle performance canore per precipitarsi a vedere il processo cui viene sottoposto l'esecutore del brano. "Non mi sei arrivato", "Perché hai scelto questo pezzo che non è adatto a te?", "Mi sei piaciuto di più la volta scorsa".

In ogni caso la mia domanda di oggi è un'altra: non è che il restante 20% tra i motivi del successo di questi programmi sia da rintracciarsi nella spropositata copertura mediatica offerta, ad esempio, dai giornali online e da alcuni influencer oculatamente piazzati in rete? In questo momento, la finale di Masterchef di poche ore fa, conclusasi con la vittoria del dottorino Federico (che per me doveva arrivare quartultimo dopo il penoso maiale in crosta dell'altro giorno, lo dico anche per dimostrare che so di cosa sto parlando) si trova in posizione scandalosamente alta sia sul sito di Repubblica, che su quello del Corriere, che su quello della Stampa. Praticamente solo sotto Renzi e l'Ucraina (il Corriere un po' più basso degli altri, ma ha di rinforzo un pezzo su Cracco nella colonna di destra).

Si dirà: i media se ne occupano perché è seguito. Boh. Per la semifinale c'era poco più di 1,3 milioni di ascoltatori in media (due milioni con l'ascolto differito) e si parlava di grande successo. E se fosse il contrario? Cioè che i siti di informazione (per il pubblico mainstream) e i social network (per i fighi della rete, il cui giudizio trendy finisce per coincidere con quello più ovvio dei redattori dei giornali mainstream) "battezzino" come successo un fenomeno televisivo che, alla fin fine, tocca giusto un italiano su 30-40, e che alcuni spettatori siano invogliati a vedere Masterchef anche perché trovano i pezzi in terza-quarta posizione sui quotidiani online e alla fine finiscano per farselo piacere "per non essere da meno". Mistero Chef. 




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