Nella storia di un campionato ci sono dei segni. Chi li sa leggere può diventare ricco tramite uno dei tanti bookmaker. In questo momento i segni sono tutti per la Roma la quale, che piaccia o non piaccia (e a me non piace, ma sempre meglio che il Milan o la Juventus), vincerà lo scudetto.
Chi ha saputo leggere per tempo questi segni adesso può essere davvero molto ricco. Anche perché i segni pro-Roma, ora imponenti, sono andati via via crescendo, ma all'inizio erano davvero flebili.
Quando la Roma vince a Firenze dopo essere stata presa a pallonate per 80 minuti, quando l'Inter prende tre pali all'Olimpico di cui l'ultimo al 92' dopo essere stata pure aiutata dall'arbitro, quando il portiere dell'Atalanta si fa passare sotto le gambe un tiro di Vucinic, quando Floccari sbaglia il rigore del 2-0 nel derby, è segno che lo vogliono gli dei, lo scudetto alla Roma.
Va detto - e questo ci indica che esistono anche i falsi segni - che anche l'Inter e il Milan avevano avuto i loro segni: come - per l'Inter - il gol nel finale contro l'Udinese, come il recupero da 2-3 a 4-3 contro il Siena nei minuti finali e, per il Milan, lo 0-2 nel recupero del neoentrato Huntelaar - che non segnava dal Giurassico - a Catania o il tiro di Seedorf nel finale per l'1-0 contro il Chievo in casa. Sembravano anche quelli segni del destino, ma erano falsi segni.
Ora l'Inter è un po' più forte della Roma (non a caso oltre a essere andata meglio in Champions ha ancora la migliore difesa e il migliore attacco della Serie A), così come il Barcellona è più forte dell'Inter.
Beh, se è vero - come è vero - che nel calcio non sempre la squadra più forte vince, speriamo che questo accada non solo in Serie A, ma anche in Champions League. Altrimenti, per quanto mi riguarda, gli dei possono anche andare tutti a farsi un giro sull'Olimpo.
P.s.: nel frattempo gli interisti spuntano come funghi: oltre alla solita immensa lista dalla quale mi piace citare Gino Strada con cui festeggiare la liberazione dei tre di Emergency, tra ieri e oggi si sono palesati Lina Sotis e Reinhold Messner (a Un giorno da pecora) e Tito Boeri, oggi su Repubblica - Milano.