mercoledì 12 dicembre 2007
iTunes Store
Secondo: Qualche giorno dopo mi accorgo di avere scaricato lo stesso brano due volte. Evidentemente il primo scarico si è mosso in modo carsico, ma alla fine ha funzionato anche lui. Decido di chiedere il rimborso, utilizzando l'apposita procedura (Store/Visualizza il mio account/Cronologia acquisti/Segnala un problema).
Terzo: Ricevo in risposta una email interlocutoria:
Caro(a) Marco Itu, Grazie per aver contattato l'iTunes Store. Questa è una risposta automatica: un rappresentante di iTunes sta esaminando la tua richiesta e ti invierà una risposta personale (in genere entro 24 ore). Nel frattempo, i seguenti articoli potranno esserti utili. Si tratta di articoli che rispondono a diverse delle domande più frequenti dei clienti.
(Seguono alcuni link...) Perché Marco Itu? Ogni volta che mi viene chiesto di registrarmi via internet o anche in qualche negozio, io indico sempre il mio nome seguito da un secondo nome di fantasia, che sia simile al nome della società a cui ho comunicato i miei dati. Così sono Marco Itu su iTunes, Marco Felice alla Feltrinelli ecc. Nel caso qualcuno abbia l'idea di vendere i miei dati, sarebbe facile risalire a chi è stato.
Quarto: Finalmente la risposta di iTunes, un po' deludente però. Non accolgono la mia richiesta: Caro(a) Marco Itu,
Abbiamo accreditato 0 zero brani credito sul Suo account. Questa è un'eccezione unica ai Termini di vendita dell'iTunes Store, che stabiliscono che ogni vendita è definitiva.La prossima volta che accederai all'account dell'iTunes Store account ""xxx.xxx@xxx.it"", il brano credito dovrebbe apparire accanto al nome dell'account nell'angolo in alto a destra della finestra dell'iTunes Store. (Seguono istruzioni su come visualizzare il credito, che però NON mi è stato dato!)
Cordiali saluti,
Carlo
Servizio supporto clienti dell'iTunes Store
http://www.apple.com/support/itunes/ww/
Quinto: rispondiamo a Carlo. Diciamogli che è inutile che mi spieghi come visualizzare un credito che non mi è stato dato e, soprattutto, ricordiamogli che in Italia esiste il diritto di recesso, quindi potrei restituire il brano anche se non fosse stato scaricato due volte. (So che ci sono eccezioni alla regola per le vendite via internet, ma non ho voglia di studiarle nei dettagli... meglio non citarle e lasciare intatto tutto l'effetto deterrente della citazione legale).
Caro Carlo,
1) credo che tutto il testo della email dopo la frase "ogni vendita è definitiva" si riferisca a casi in cui sia avvenuto davvero un accredito di brani, nel mio caso invece l'accredito è zero quindi non dovrebbe applicarsi nel mio caso. Me lo puoi confermare?
2) ma la cosa più importante è che ogni vendita, in Italia, è coperta dal "diritto di recesso", vedi ad esempio: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=134100 Quindi se iTunes Stores vuole operare verso l'Italia deve sottostare a questa normativa in casi come questo in cui io intendo recedere dall'acquisto.
Ti prego pertanto di informarmi in quali forme posso esercitare il diritto di recesso verso iTunes Store in questo caso in particolare e in generale.
Cordiali saluti.
Sesto: iTunes Store mi risponde in inglese e dice che non c'è supporto in italiano. Ma come? La loro prima risposta ERA in italiano!
Dear Marco,
Support for the iTunes Store is provided in English, French, German, Japanese and Spanish. I'm very sorry but we don't currently provide support in your language. I would be happy to assist you further, but before I can, you will need to reply back in English, French, German, Japanese, or Spanish.
Sincerely,
Jonathan
iTunes Store Customer Support
http://www.apple.com/support/itunes/ww
Settimo: rispondiamo a Jonathan (scacco) spiegandogli che la prima risposta era in italiano... e poi raccontiamogli nuovamente il problema del doppio scarico, non si sa mai.
Dear Jonathan,
1) I assume that your statement "Support for the iTunes Store is provided in English, French, German, Japanese and Spanish" only refers to a "second level" support, as a "first level" support in Italian has been somehow provided by Carlo. Can you confirm this?
2) In my first email I reported that I unwillingly downloaded a single item two times. This happened because the first download couldn't be completed in a reasonable time, then I thought it wasn't even started, so i clicked on "buy this item" a second time. Therefore I am asking for a refund.
Thanks for your support
Have a nice day
Marco
Ottavo: iTunes Store, dopo Carlo e Jonathan si affida a Nora, ma a questo punto molla il colpo e mi spiega che il primo, in italiano, era un messaggio automatico! Carlo non solo non esiste, ma aveva anche detto una vaccata, perché 1 credito, e non 0, mi era stato effettivamente dato, ma io l'avevo già utilizzato per scaricare subito dopo la canzone doppia un brano degli Wham. Però Nora aggiunge che, visto che hanno fatto casino con questi messaggi, mi regala 2 crediti extra!
Dear Marco Itu ,
Please note that certain issues require an automated response by our system in an attempt to resolve an issue quickly. The initial response you received was an automated reply informing you of the credit for the duplicate purchase, however, it due to an error the message stated you received 0 credit, when you actually received 1 credit.
The credit you received was used for the purchase of the song "Wake Me Up Before You Go-Go (Make It Big)" on order number M622653152.
I have issued 2 complimentary song credits to your account "xxx.xxx@xxx.it" for the inconvenience you've experienced with this issue. You can use the credits to buy songs of your choice from the iTunes Store.
(Seguono istruzioni su come vedere i 2 crediti che, ora sì, mi sono stati dati)
Thank you for being an iTunes Store customer.
Sincerely,
Nora
iTunes Store Customer Support
http://www.apple.com/support/itunes/ww
Nona: perché limitarsi a vincere quando si può stravincere? Spiego a Nora che ho apprezzato i due crediti, ma che sarebbe il caso di rimuovere dal messaggio automatico in Italiano tutta la parte in cui si spiega come vedere i crediti, quando ne danno zero.
Dear Nora,
Thank you for the promptness in resolving this issue, I appreciated that.
I would like to recommend your staff to remove some parts of the automated reply in Italian which do not apply when the credit received is 0, ie. the part on how the extra-credit is shown on the account and how to see it if it's not automatically shown. It sounds kind of odd as no extra-credit is said to be given.
Thanks again
Best Regards
Marco Itu
Decimo: a questa email non ho ricevuto risposta, ma so che Nora, in cuor suo, mi vuole bene. So bene che se insistessi mi darebbe altri due crediti e forse anche tutta se stessa.
mercoledì 7 novembre 2007
ASL
Però quest'anno ho deciso di prendere il toro per le corna e mi sono presentato da lui alla fine del periodo delle allergie, solo per portare finalmente a termine analisi del sangue ed elettrocardiogramma, al quale lui ha aggiunto una agghiacciante colonscopia vista la mia età e predisposizione familiare al cancro all'intestino.
Esco dal suo studio, venerdì scorso, con le prescrizioni e il consiglio di recarmi la mattina successiva all'ospedale di un paesone confinante con il mio dove avrebbero eseguito il giorno stesso analisi del sangue ed elettrocardiogramma. Mentre per la colonscopia mi suggeriva di prenotarla in un altro ospedale dove la lista di attesa invece di essere di tre mesi era solo di uno.
Alle 9,35 (ora antelucana per me) mi presento all'ospedale, chiedo in portineria dove si eseguono i prelievi, mi viene indicato il laboratorio di analisi, lo raggiungo e scopro che chiude alle 9,15. Mi domando perché per farsi bucare occorra predisporsi a una levataccia. E mi appresto a tornare a casa con le pive nel sacco.
Chiedo, per scrupolo: "immagino che anche per l'elettrocardiogramma..." e invece no, per l'elettrocardiogramma, inspiegabilmente, gli orari sono diversi: chiudono alle 10! (sticazzi) "vada pure su".
Vado su, e arrivo all'accettazione: "Eh no, deve pagare il ticket" devo tornare giù e poi uscire, andare in un'altra palazzina.
E nella palazzina c'è la "cassa/accettazione". Qui di fronte a tre sportelli stazionano una 30 di persone, ognuna dotata di numerino tipo salumeria. Le tre impiegate agli sportelli sono molto lente, o meglio, sono gli utenti ad essere lenti. Sembra che non esista una pratica semplice. Tutti hanno un caso particolare, una cosa che non hanno capito, una querimonia da presentare. Mi viene voglia di ascoltarli ad uno ad uno e poi presentare un piano di formalizzazione delle richieste alla direzione sanitarie.
La coda procede con lentezza estenuante: ho 25 minuti a disposizione, gli sportelli sono tre, ma il tempo passa inesorabile. Inoltre gli sportelli vengono utilizzati anche, come unico punto di informazione, da utenti privi di numerino che si insinuano con brevi domande, tra un utente numerato e l'altro. C'è anche un quarto sportello, completamente privo di coda, che però è destinato solo al laboratorio di odontostomatologia.
Ore 9.58 finalmente tocca a me. Mi presento allo sportello, con l'impegnativa, decido di pagare il ticket anche per le analisi del sangue di domani e di prenotare la colonscopia. Però mostro prima l'impegnativa per l'elettrocardiogramma. L'impiegata mi fa: "aspetti, gli esami chiudono alle 10". "appunto, sono le 9.58, se lei si sbriga con il foglietto, io corro su e arrivo alle 9.59 in perfetto orario". O alla peggio "pago oggi, e poi vengo a fare l'esame domani, così mi trovo la fila già fatta". "eh no, non si può fare l'accettazione per domani". Scopro così che il pagamento fa parte dell'accettazione. Così se non mi prendono oggi, domani dovrò rifare la coda. "beh poco male, tanto dovrò rifarla anche per le analisi del sangue". "eh no" mi guarda schifata "le analisi del sangue le gestiscono loro".
Insomma lei chiama e "ok, la prendono" (come dire: "che sia l'ultima volta che si presenta alle 9.58"). Pago 11,36 euri (cifra studiata da un comitato di esperti). A questo punto, visto che ormai ero stato "accettato" mostro anche la prenotazione della colonscopia. Mi guarda ancora più schifato "per quella andiamo a giugno 2008".
Salgo all'accettazione dell'elettrocardiogramma. E' con ogni probabilità l'impiegata che era stata sentita dalla cassa. Prende la mia prenotazione, compila dei fogli, compreso uno per il ritiro degli esami "da domani tra le 8 e le 19" e poi mi dice: "si accomodi". Non capisco se devo accomodarmi già nella sala per l'elettrocardiogramma o aspettare tra le altre dieci persone sedute in questro androncino. Poi, visto che la porta è chiusa, decido di sedermi.
In questi posti non capisci mai se devi annunciarti all'infermiera o aspettare che esca lei sbraitando il tuo cognome o ancora aspettare che esca lei sbraitando il tuo numero invece del cognome (per la privacy). E poi non si capisce mai se le persone sedute attorno a te stanno aspettando la tua stessa cosa.
Vedo che sono dieci e mi immagino un'ora di coda. Prendo il coraggio e mi rivolgo all'impiegata: "stanno aspettando tutti l'elettrocardiogramma", perché se è così "vado a prendere il giornale". Non crede alle sue orecchie "andare a prendere il giornale", le sembra sicuramente un atto sovversivo. Se lo fa ripetere tre volte, alla fine mi confessa, iper-schifata, che no, non sono lì tutti per la stessa cosa e che verrò servito tra dieci minuti.
In effetti in dieci minuti vengo servito, la gentile infermiera mi ricorda che gli esami saranno disponibili in portineria, da domani tra le 8 e le 18 (non erano le 19?). Esco dall'ospedale e vado a fare il passaporto.
Ahi, che Dolores!
venerdì 19 ottobre 2007
Serie A
Ma non segnò più e nessuno vide mai né la maglietta né il balletto.
E, come lui, tanti in Serie A aspettano, aspettano...
giovedì 11 ottobre 2007
L'astemio di Cana
martedì 9 ottobre 2007
Liberismo, terzomondismo
Le teorie ultraliberiste ci spiegano in ultima analisi che perseguendo ognuno il proprio interesse individuale otteniamo, un po' magicamente, il bene comune. O perlomeno andiamo vicini, per quanto possibile per degli umani, al bene comune.
Le teorie terzomondiste ci spiegano invece che ogni qualvolta uno di noi nord-occidentali persegue con successo il proprio interesse, e quindi si arricchisce, c'è necessariamente qualcuno o qualcosa da qualche parte del mondo che sta peggio, che si impoverisce.
E' chiaro che non possono essere entrambe vere, ma mi sembra quasi solare che siano entrambe due semplificazioni eccessive, direi quasi criminali, e non solo per le ricadute pratiche che comportano.
ps: tra l'altro la teoria liberista ha come immediato corollario che se inseguire il proprio interesse ci avvicina al bene comune, non inseguirlo, o attuare comportamenti autodistruttivi, ha l'effetto di danneggiare il bene comune. Ma forse a un buon ultraliberista preme solo lasciare intendere: "fa' quello che vuoi, amico, e non sentirti in colpa".
sabato 6 ottobre 2007
giovedì 27 settembre 2007
Finalmente Libero!
Dopo un anno abbondante di utilizzo dell'ADSL di Alice (una 4 mega flat) cedo all'insistenza di un operatore di call center e passo a Libero (Infostrada) per un servizio analogo a un prezzo tutto sommato invariato. Perché l'ho fatto allora? Chiederanno i miei piccoli lettori. Beh, forse solo per levarmi di torno il molesto operatore, ma delle mie reazioni alle telefonate indesiderate parlerò magari in un post ad hoc. Il servizio mi viene comunque attivato all'inizio di agosto.
Beh, ora non pago più il canone Telecom e la linea è un po' più veloce, almeno secondo il test del sito www.sunrise.ch, ma...
Ma da quel giorno ogni volta che lascio il mio PC inattivo per più di 15 minuti non riesco più a navigare. L'unica possibilità che ho è quella di resettare il router: operazione che si completa in circa due interminabili minuti.
Tra le altre cose il problema comporta che, ogni giorno, la prima volta che tento di collegarmi a internet non ci riesco, salvo, ancora, resettare il router (un Netgear DG834GT wireless, btw).
Decido di affrontare di petto il problema e chiamo il 155. Supero gli ostacoli del risponditore automatico che cerca in ogni modo di non farmi parlare con un "consulente" e resto in trepida attesa. E' la mia "prima volta": ancora non so che nei successivi quindici giorni dovrò chiamare lo stesso numero altre quattro volte per lo stesso problema, più una sesta volta un giorno in cui non mi collego del tutto per ventiquattro ore. Un'esperienza umana molto coinvolgente, che mi porterà, tra l'altro, a imparare a memoria il tormentone dell'estate: il "La la la" di Old Man River. Non tutto però: solo la parte inserita nel loop dell'attesa, un'attesa che dura in media attorno ai venticinque minuti.
Ognuna della cinque volte parlo con un diverso/a "consulente" Infostrada, ottenendo cinque spiegazioni diverse. Per il consulente numero 1 configurando il router non ho disattivato un tempificatore di inattività del router. Verifico: non è vero. Per il numero 2 c'è un problema sul loro "dislam", ma per risolverlo dovrebbero abbassare la velocità della mia connessione; dice comunque che prima devo fare le prove staccando tutti i telefoni di casa, lasciando attivo solo il router e richiamando l'assistenza, ovviamente non più dal fisso, ma da un cellulare e non più al 155 ma all' 800 990 100.
Faccio le prove e richiamo e trovo la consulente numero 3: la sua spiega non la ricordo nei dettagli, ma è la più raffazzonata: anche per lei è colpa mia, comunque.
Per la consulente numero 4 c'è un problema sul mio modem (appena messo giù con lei provo con un altro, ma ho lo stesso problema) oppure del mio PC (anche qui, la prova con un altro computer darà lo stesso esito). Lei capisce perfettamente che il problema si è instaurato solo il giorno in cui ho cambiato gestore, ma obietta che potrebbe essere qualsiasi altra cosa. Mi sembra molto preparata, le espongo il mio terribile sospetto: Infostrada, quando vede che io non mi connetto per 15 minuti, prende il mio indirizzo IP e lo assegna a qualcun altro. Lei mi risponde che no, è impossibile e sarebbe addirittura illegale, insiste che sarebbe meglio per me controllare il mio computer. Alla mia obiezione che non esistono applicazioni che, senza che io digiti niente sul computer, possano farmi perdere la connessione, lei risponde: i dialer fanno questo. Dico che ho un antivirus, lei mi chiede quale, dico il Norton, lei dice: è inutile contro i dialer. Le dico che ho anche degli antidialer, lei dice che quello del dialer era solo un esempio. Mentre parliamo al telefono il mio PC, senza che io lo tocchi, si sconnette. Se ne accorge lei dalla centrale, me lo dice: io provo a caricare una pagina, non funziona. Lei mi dice che la portante resta su, è l'indirizzo IP che se ne va. Le dico: vede che avevo ragione. Lei insiste che devo controllare qualsiasi cosa, purché si trovi in casa mia e non dalla loro parte. E' decisamente un osso duro, senza dubbio la mia preferita. Con lei provo a chiedere se non sia possibile essere seguito dallo stesso tecnico fino alla risoluzione definitiva, come si faceva al centro di supporto IBM dove lavoravo, ma la dolce terribile creatura dice che purtroppo no. Peccato, mi piacciono le donne con un carattere forte.
Il quinto operatore, qualche giorno dopo, sentito tutto il racconto, decide che il problema può anche essere loro, cioè di Infostrada, e così "apre un guasto". Nel mio piccolo, un mezzo trionfo. Mi garantisce che verrò richiamato entro cinque giorni. Certo, anche lui non manca di farmi sentire in colpa. Ad esempio quando gli dico che il secondo modem con cui ho fatto i vari contro-test è quello inviato a casa di mia madre da Alice, quasi mi sputa in faccia attraverso il telefono. Mi dice, comunque, che lui il guasto lo apre per disconnessioni "randomiche". Alla mia obiezione che le disconnessioni non sono affatto "randomiche", ma hanno una loro assoluta regolarità: sono comparse dal giorno in cui ho cambiato gestore, e non si verificano mai mentre utilizzo il PC, mentre capitano sempre e comunque ogni volta che lo lascio senza utilizzarlo per quindici minuti, mi obietta che saprà ben lui con quali termini descrivere il problema.
Dopo circa dieci giorni, possono essere otto come dodici, una mattina vengo contattato da una voce elettronica che mi dice che "da verifiche interne" il problema è stato risolto e mi invita a premere 1 per confermare, 3 per dire che no, il problema persiste oppure 0 per comunicare che non posso verificare al volo.
Digito 0: è mattina presto. Mi alzo con calma, faccio la doccia e poi verifico, accendo il PC, resetto il mio router, carico una pagina a caso (ogni volta scelgo la homepage di una azienda a caso: non sia mai che la cache mi giochi brutti scherzi), vado a fare colazione con calma, una mug di Nescafé Red Cup, quattro biscotti Digestive McVities, torno, provo a caricare una pagina diversa: il problema c'è ancora. Un'ora dopo la voce mi ricontatta e seguendo diligentemente le istruzioni digito 3. Ecco fatto.
Da quel giorno ogni circa cinque giorni vengo ricontattato dalla voce, e ripeto la procedura: ormai mi ci sono affezionato, del resto il problema è ancora lì.
Chissà, magari un giorno, nel 2008 o nel 2009, l'operatore numero 4 mi richiamerà e mi dirà: "Scusa tesoro, lo so, ti abbiamo fatto penare, era colpa nostra, come posso sdebitarmi?"
martedì 25 settembre 2007
Prossimamente
domenica 23 settembre 2007
Calciomercato
venerdì 21 settembre 2007
Attorno a Beppe Grillo: il pensiero unico e i terroristi
Va detto, incidentalmente, perché nessuno lo ha fatto notare in quei giorni, che è certamente vero che LIBRI DI testO e professori pendono in maggioranza a sinistra, ma è persino inutile rimarcare che dall'altra parte le forze dell'ordine e i corpi militari sono storicamente rivolti a destra. E questo non perché dietro a professori o poliziotti ci siano disegni rispettivamente rivoluzionari o golpisti, ma semplicemente perché le inclinazioni individuali si manifestano sia al momento del voto sia al momento di scegliere un corso di studi e una carriera professionale.
E' comunque un automatismo sano, quello che ci fa scattare contro il "pensiero unico" ma, come tutti gli automatismi, difetta talvolta nella taratura e scatta troppo presto o troppo tardi e innesca reazioni eccessive o troppo blande. Ed è poi tremendamente personale. In una recente conversazione con l'on. Marco Zacchera, di Alleanza Nazionale, abbiamo ricostruito che lui è diventato di destra per le stesse ragioni per cui io sono diventato di sinistra e anticlericale: ovvero l'opposizione a quello che ognuno di noi considerava come pensiero dominante. E se è vero che a scuola, ai miei tempi, i fascisti avevano vita dura (da qui la reazione che porta un pervicace bastian contrario come Zacchera a buttarsi a destra) è anche vero che nella sonnacchiosa provincia lombarda ancora oggi può capitarti che ti venga chiesto, come mi è successo, se fossi ebreo (massimo rispetto), solo perché non vado in chiesa. E ancora oggi, dalle mie parti, sono pochissime le famiglie che esonerano i figli dall'ora di religione. Quando mi è successo di sentirmi porre la domanda di cui sopra ero già comunque saldamente a sinistra, ma sempre con la giustificata sensazione di essere contro la maggioranza democristiana.
Insomma ogni tanto abbiamo questa percezione di "pensiero unico" e, giustamente, almeno da un punto di vista soggettivo, ci vien fatto di opporci, specialmente durante il periodo in cui si maturano alcune delle nostre scelte fondamentali, diciamo tra i 14 e i 20 anni. E non solo in politica. Mia sorella ad esempio, stanca della ossessione mia e dei miei amici per la musica rock e reggae a un certo punto, si era nei tardi anni '70, rivendicò orgogliosamente la sua predilezione per il pop ultraleggero di Miguel Bosé. Sono certo che fu un passo fondamentale per lo sviluppo della sua individualità riuscire opporsi al "pensiero unico" del rock imperante in casa (grazie a suo fratello maggiore) e fuori. Ma è altrettanto vero che i fautori del rock pensavano di essere a loro volta dei ribelli rispetto al "pensiero unico" della musica che veniva passata in tv in quegli anni (anche se oltre al Festival di Sanremo, già allora avevamo ad esempio Mister Fantasy o Odeon). Insomma, se è sano e estremamente umano opporsi al pensiero unico, non è sempre chiaro quale sia davvero il "pensiero unico".
Idealmente bisognerebbe incarnare le ragioni del Social forum al convegno dei giovani industriali a Bordighera e viceversa, ma sai che vita d'inferno!
E possiamo anche citare l'esempio della rivoluzione francese che ha dispiegato tanta energia contro il pensiero unico della monarchia assoluta così da cristallizzarsi immediatamente in contropensiero unico giacobino e fermentare poco dopo in pensiero unico imperial-napoleonico a sua volta spazzato via dal pensiero unico della restaurazione... Grillo ha sicuramente tanta voglia di combattere contro il "pensiero unico" della politica-politichese tanto ben rappresentata, dall'interno, dai pastoni embedded dei vari tg e, dall'esterno, dalle cronache giudiziarie o dai libri di Stella o di Travaglio, ma rischia a sua volta di trasformarsi in "pensiero unico" e, nella sua sincera foga, non mi sembra che il comico genovese se ne stia rendendo troppo conto o, forse, in questa fase, non è la prima delle sue preoccupazioni. E però è un rischio che dovrebbe evitare, così come i suoi fan dovrebbero stare attenti a non cadere nell'integralismo contro chi non condivide l'azione grilliana.
Detto questo i gesti di cui si sono resi protagonisti Ichino e Mazza, specialmente il secondo, sono tanto stupidi quanto esemplari. In sintesi Mazza ha paventato che una critica alla politica così radicale potesse, più o meno direttamente, armare la mano di qualche deficiente criminale. Qualche anno fa ricordo che, qualche tempo dopo l'omicidio Biagi, vi fu chi incolpò i sindacati per aver alzato i toni della polemica tanto da... Bullshit! Avrei voluto vedere gli stessi commentatori mettere in relazione le dichiarazioni di Wojtyla contro i matrimoni gay (febbraio-marzo 2004) con una aggressione-devastazione a un circolo arcigay avvenuta il giorno successivo.
Avrebbero parlato anche in quel caso di dichiarazioni che hanno armato la mano di terroristi?
(Riguardo all'episodio e alle dichiarazioni di Wojtyla, lo ammetto, mi baso su un ricordo personale, "citazione necessaria", come si direbbe su Wikipedia, ma prometto di approfondire).
Mi rendo conto che ho speso fin troppo tempo sulla legittimità del diritto di critica, senza entrare nel merito dei punti di Grillo. E' che non ho ancora capito se la politica è (o è ancora) il "pensiero unico" vincente di adesso. In parte certamente lo è ancora, basti vedere un qualsiasi TG o le nomine RAI. E, per quanto lo è, mi fa certamente piacere, e mi identifico, con chi la combatte e, al limite, ci sputa sopra.
Ma lo è ancora? Dubbi, contro-dubbi... Sì che lo è, hanno fatto persino una legge elettorale che li blinda con quelle malefiche liste chiuse. Altri dubbi: ma non è forse il colpo di coda di un sistema che ormai sente di avere il fiato degli inseguitori alle spalle? Dai che ce l'abbiamo fatta, ormai tutto il mondo sa che abbiamo la classe politica peggiore d'Europa. E' persino inutile la reazione "volgare" di Grillo, abbiamo vinto, possiamo iniziare a usare un po' di fair play contro gli sconfitti. Sì, ma non c'è il rischio che poi ci infilino in contropiede per l'ennesima volta, magari con il solito gol di Andreotti al 90'?
Sulle tre proposte di Grillo però... Partiamo da una considerazione base: il fatto di non essere eletto in parlamento non è una ferita mortale all'individuo. In fondo il Parlamento richiede la presenza di qualche centinaio di persone efficienti e rappresentative. Se tu non sei eletto, ci saranno ben altre 500 persone all'altezza (dico 500 perché per me dovrebbero essere in tutto al massimo 500 i parlamentari). Quindi se hai già fatto due legislature o sei stato condannato, beh niente da fare. Ha un suo senso.
Detto questo, vediamo nel dettaglio. Sul voto ai candidati e l'abolizione delle liste chiuse tutto bene, l'avevano già detto in tanti, Grillo ha fatto un passo in più. D'accordo.
Riguardo ai condannati, partiamo dai reati più gravi e per reati più gravi, nel caso di un parlamentare, io intendo quelli in cui è stato infranto il mandato che gli era stato assegnato, come parlamentare, come ministro o come funzionario pubblico. Rientrano in questa tipologia tutte le fattispecie di corruzione, abuso d'ufficio, finanziamento illecito, ecc. E poi certamente tutte le forme indebite di lotta politica (a partire dalle affissioni illegali al Watergate, dal Laziogate al delitto Matteotti). L'unica obiezione ragionevole al blocco della carriera parlamentare di chi si sia reso colpevole di reati di questo tipo è la mozione tipicamente anglosassone della "second chance". "Ok, ha sbagliato in passato, ma ora è un altro uomo". Risposta: "Ok, bravo, ha pagato il suo debito con la giustizia, massimo rispetto per lui, facciamolo lavorare, vogliamogli bene, ma in parlamento - e in tutti gli uffici pubblici - no grazie, possiamo trovarne anche altri bravi come lui, perché penalizzarli?".
Sugli altri tipi di reati sarei più possibilista. Bisognerebbe vedere caso per caso. Sicuramente andrebbero esclusi i reati di opinione o quelli connessi con lo svolgimento dell'attività giornalistica (caso di Eugenio Scalfari). Resta il fatto che privare un cittadino temporaneamente o permanentemente del diritto di farsi eleggere non è una menomazione vitale. Grave sì (e infatti la applicherei solo ai reati gravi) ma non vitale.
Sul no al terzo mandato, mi sembra un tentativo onesto di rompere gli automatismi, i baronati della politica, destinato però a fallire, come già nei comuni dove spesso al terzo mandato viene mandato un prestanome, un tirapiedi, un parente, o una copia sbiadita del sindaco che spesso eterodirige il burattino di turno. Ottima l'idea, ma... Resta il fatto che rispetto a un pirla al primo mandato, io preferisco sempre un genio (per ora non ne vedo in giro, ma per dire...) al terzo. E poi resta il fatto che l'esperienza qualcosa conta sempre, purché non si sclerotizzi, appunto, in baronato.
E con questo ho detto anch'io, buon ultimo, la mia su Beppe Grillo e dintorni. Non vorrei che da paese di poeti, navigatori, santi e commissari tecnici della nazionale diventassimo un paese di esegeti dei comici genovesi.
giovedì 20 settembre 2007
Senato
L'ideale sarebbe abolire del tutto il Senato, o sostituirlo con qualcosa di simile al Bundesrat austriaco che esercita, e lo fa pure raramente, un limitato potere di veto. In questo modo chi vince alla Camera, vince tutto e il Senato servirebbe semplicemente, assieme al Comitato per la legislazione, alla Corte Costituzionale e allo stesso Presidente della Repubblica, a evitare gli errori più marchiani.