Riflessioni a partire dall'articolo di Naomi Klein sull'ultimo numero dell'Espresso. Mettiamola in termini semplici e, spero, non troppo semplicistici.
Le teorie ultraliberiste ci spiegano in ultima analisi che perseguendo ognuno il proprio interesse individuale otteniamo, un po' magicamente, il bene comune. O perlomeno andiamo vicini, per quanto possibile per degli umani, al bene comune.
Le teorie terzomondiste ci spiegano invece che ogni qualvolta uno di noi nord-occidentali persegue con successo il proprio interesse, e quindi si arricchisce, c'è necessariamente qualcuno o qualcosa da qualche parte del mondo che sta peggio, che si impoverisce.
E' chiaro che non possono essere entrambe vere, ma mi sembra quasi solare che siano entrambe due semplificazioni eccessive, direi quasi criminali, e non solo per le ricadute pratiche che comportano.
ps: tra l'altro la teoria liberista ha come immediato corollario che se inseguire il proprio interesse ci avvicina al bene comune, non inseguirlo, o attuare comportamenti autodistruttivi, ha l'effetto di danneggiare il bene comune. Ma forse a un buon ultraliberista preme solo lasciare intendere: "fa' quello che vuoi, amico, e non sentirti in colpa".
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