Quarantacinque anni dalla strage di Piazza Fontana.
Alcuni miei amici che vivevano più verso il
centro di Milano ricordano di avere sentito l'esplosione. Ma da casa mia, in
linea d'aria, erano quasi cinque chilometri. Io allora ero un bambino
di sei anni e mezzo: abbastanza per capire e ricordare, non abbastanza per
comprendere. Adesso di anni ne ho cinquantuno e non ho ancora compreso.
C'è qualcosa di particolarmente odioso e perverso nel fare esplodere una bomba contro un target non militare sapendo che le vittime saranno esclusivamente civili innocenti e determinati dal caso allo scopo di provocare terrore. Un terrore che poi potrebbe indirizzare, almeno nel disegno dei criminali, le scelte dell'opinione pubblica o delle istituzioni. E storicamente non è facile determinare quando questa pratica terroristica sia stata utilizzata per la prima volta.
Già qualche tempo fa avevo provato a fare delle ricerche in rete, ma molti dei possibili atti terroristici indiziati come "primo episodio", per quanto orribili, si indirizzavano comunque verso un target considerato, magari anche solo in parte, "nemico". Forse devo studiare ancora e magari potranno aiutarmi i lettori.
In una voce di Wikipedia viene passata in rassegna la storia del terrorismo (che già di per sé è un concetto molto difficile da precisare per una serie di ovvi motivi). Gli anarchici, come si vede, sono spesso indiziati di essere stati i capostipiti di questa pratica, ma passando in rassegna le azioni criminose a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, possiamo verificare che erano tutte in ultima istanza indirizzate verso obiettivi da loro considerati nemici, alcuni dei quali particolarmente illustri, come esponenti delle famiglie regnanti, o capi di Stato o del Governo).
La Fratellanza repubblicana irlandese, con la sua campagna di attentati terroristici in Gran Bretagna tra il 1881 e il 1885, si rivolse prima verso target militari, ma poi, nel 1883, realizza anche attentati nella metropolitana inglese (ben 122 anni prima di quelli del 2005). Possiamo però ipotizzare che all'epoca gli indipendentisti irlandesi considerassero tutti gli inglesi come nemici, anche se la possibilità che venisse ferito “dal fuoco amico” anche qualche irlandese a Londra, era da prendere in considerazione.
E anche l'attentato all'Hotel King David di Gerusalemme, compiuto nel 1946 dai terroristi dell'Irgun, allora guidati dal futuro Primo Ministro israeliano Menachem Begin, spesso considerato il modello di molti successivi attentati terroristici, per quanto sanguinario (morirono oltre novanta persone, tra cui diversi ebrei palestinesi) aveva come target gli uffici del Mandato britannico della Palestina e, almeno stando alle ricostruzioni, i terroristi avevano avvisato la reception.
C'è qualcosa di particolarmente odioso e perverso nel fare esplodere una bomba contro un target non militare sapendo che le vittime saranno esclusivamente civili innocenti e determinati dal caso allo scopo di provocare terrore. Un terrore che poi potrebbe indirizzare, almeno nel disegno dei criminali, le scelte dell'opinione pubblica o delle istituzioni. E storicamente non è facile determinare quando questa pratica terroristica sia stata utilizzata per la prima volta.
Già qualche tempo fa avevo provato a fare delle ricerche in rete, ma molti dei possibili atti terroristici indiziati come "primo episodio", per quanto orribili, si indirizzavano comunque verso un target considerato, magari anche solo in parte, "nemico". Forse devo studiare ancora e magari potranno aiutarmi i lettori.
In una voce di Wikipedia viene passata in rassegna la storia del terrorismo (che già di per sé è un concetto molto difficile da precisare per una serie di ovvi motivi). Gli anarchici, come si vede, sono spesso indiziati di essere stati i capostipiti di questa pratica, ma passando in rassegna le azioni criminose a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, possiamo verificare che erano tutte in ultima istanza indirizzate verso obiettivi da loro considerati nemici, alcuni dei quali particolarmente illustri, come esponenti delle famiglie regnanti, o capi di Stato o del Governo).
La Fratellanza repubblicana irlandese, con la sua campagna di attentati terroristici in Gran Bretagna tra il 1881 e il 1885, si rivolse prima verso target militari, ma poi, nel 1883, realizza anche attentati nella metropolitana inglese (ben 122 anni prima di quelli del 2005). Possiamo però ipotizzare che all'epoca gli indipendentisti irlandesi considerassero tutti gli inglesi come nemici, anche se la possibilità che venisse ferito “dal fuoco amico” anche qualche irlandese a Londra, era da prendere in considerazione.
E anche l'attentato all'Hotel King David di Gerusalemme, compiuto nel 1946 dai terroristi dell'Irgun, allora guidati dal futuro Primo Ministro israeliano Menachem Begin, spesso considerato il modello di molti successivi attentati terroristici, per quanto sanguinario (morirono oltre novanta persone, tra cui diversi ebrei palestinesi) aveva come target gli uffici del Mandato britannico della Palestina e, almeno stando alle ricostruzioni, i terroristi avevano avvisato la reception.
L'attentato di Piazza Fontana invece è diverso, perché certamente chi l'ha realizzato (per quanto potesse essere animato da un disprezzo fascista antipopolare e antiborghese) non poteva in alcun modo considerare propri nemici i clienti e gli impiegati della Banca dell'Agricoltura, ma li considerava probabilmente come perdite accettabili, anzi necessarie, perché funzionali al proprio disegno criminale.
Un disegno criminale che riuniva in
parte tre tecniche terroristico-militari, simili ma non totalmente sovrapponibili: 1) quella strettamente terroristica di creare
panico nella popolazione per orientarne le opinioni e le scelte; 2)
quella similare di creare un casus belli contro i movimenti di
protesta studenteschi ed operai di quel periodo e 3) la cosiddetta
tecnica della false flag, ovvero quello di operazioni militari
compiute da un soggetto sotto la falsa bandiera di un altro (basti
vedere poi come le indagini, fin dal primo giorno vennero indirizzate
verso gli anarchici) che possono comportare, (anzi, spesso esplicitamente prevedono per la realizzazione del perverso piano), la presenza di perdite nel proprio campo.
Ora resta aperta la domanda: qualcosa di così specifico come l'attentato di Piazza Fontana era già successo in passato? E se sì, quando? E se invece si tratta di una prima volta assoluta, cosa poteva giustificare agli occhi degli assassini, una simile enormità? Finora tutti i possibili precedenti storici che ho trovato non erano così perversamente odiosi, per la presenza di alcuni elementi che abbiamo appena analizzato. Ma aspetto contributi da parte di persone più ferrate in storia. Io, comunque, continuo a non comprendere e, pertanto, non posso ancora perdonare.
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