mercoledì 29 aprile 2015

Anche Italo però (30001 - PayPalPaymentValidationError)


Tempo fa me l'ero presa con un codice di errore di prenotazione di Trenitalia, inneggiando a Italo e alla concorrenza (avendo sempre nel cuore anche il signor Arena di Arenaways). Quanta imprudenza da parte mia!

Oggi però, avendo preso per la prima volta la conseguente decisione di viaggiare con Italo su Roma per il Primo Maggio, avendo trovato anche prezzi migliori, ho effettuato il mio primo acquisto online sul sito di NTV (italotreno.it per intenderci).

Ma, una volta scelti tratte, date e posti a sedere, quando è stato il momento di pagare con Paypal, dopo essere stato reindirizzato sull'apposito sito, dopo aver inserito la password e dato conferma del pagamento ecco che gli amici di Italo mi hanno esposto un bel cartello di errore (vedi immagine). Si trattava dell'affascinante errore 30001 - PayPalPaymentValidationError (mica paglia).

Guarda caso il pagamento con carta di credito (che notoriamente ha commissioni più basse) è andato a buon fine. Qui non è questione di Trenitalia o di NTV, il problema è proprio l'Italia.

martedì 28 aprile 2015

Italicum: calcoli all'italiana


Non sono così ingenuo da non vedere che dentro al tormentato iter, parlamentare e non, dell'Italicum si concentrano, sia in ambito istituzionale che politico, anche all'interno degli stessi partiti, una serie di battaglie che non possono essere ridotte a meri calcoli matematici.

Certo è che in una legge elettorale, girala come vuoi, alla fine la matematica è molto importante. 

Quali saranno le percentuali di "deputati nominati" e di "deputati scelti con le preferenze" se l'Italicum dovesse entrare in vigore così com'è, è stata materia di grandi contese. Sono girate simulazioni e cifre molto diverse l'una dall'altra. C'è chi prospetta (temendo questa eventualità) un parlamento composto in larga parte da "nominati" e chi invece porta percentuali di nominati molto più basse. 

Ovviamente il tema politico sottostante è il controllo dei vertici dei partiti sul singolo deputato e, in ultima istanza, dell'esecutivo sul parlamento. Ma tralasciamo un attimo questi aspetti fondamentali e concentriamoci sulla matematica.

Un politico razionale e intellettualmente onesto su questo specifico punto avrebbe dovuto stabilire la propria posizione attenendosi a questa sequenza logica:

1. Per prima cosa avrebbe dovuto attribuire un valore (positivo o negativo) all'opportunità di avere una presenza di politici "nominati" alla Camera. Idealmente un bravo politico si sarebbe potuto spingere addirittura all'individuazione di una propria percentuale ideale di politici nominati (molti avrebbero detto: "lo zero percento, meglio averli tutti eletti con le preferenze", altri avrebbero scelto una diversa percentuale: 20%, 50% e così via);

2. In seconda battuta  avrebbe dovuto calcolare, in maniera il più possibilmente scientifica, (e indipendente dalle proprie preferenze di cui al punto 1) la potenziale percentuale di eletti "nominati" che l'Italicum genera;

3. Infine avrebbe dovuto prendere una decisione sull'Italicum (o meglio: su questo specifico aspetto dell'Italicum) in base al rapporto tra i due valori dei due punti precedenti. (Ad esempio se per me il numero ideale di deputati nominati è 30% e l'Italicum genera grosso modo il 30% di deputati nominati, i capilista, allora - almeno da questo punto di vista - io dovrei essere un fautore dell'Italicum),

Ora, appare del tutto evidente che ogni politico può determinare il primo valore (la percentuale ideale di deputati nominati)  in modo assolutamente autonomo, in base alle proprie propensioni politiche in tema di preferenze elettorali, mentre il secondo valore (la percentuale prevista di nominati eletti) è meramente scientifico, derivante da simulazioni matematiche e non ha senso che ogni politico lo calcoli per proprio conto: innanzitutto perché non ha quasi mai le competenze specifiche per farlo (spesso non ha nemmeno quelle di validare calcoli fatti da specialisti) e in secondo luogo perché, inevitabilmente, finirebbe per farsi influenzare eccessivamente dai propri timori e dalle proprie speranze. E infatti...

E infatti cosa è successo? Tutti i detrattori dell'Italicum (grillini in testa) hanno - guarda caso - calcolato che la Camera sarebbe stata ricolma di nominati, mentre gli alfieri dell'Italicum (renziani e affini) hanno proposto - guarda caso - calcoli al ribasso. (Ad esempio oggi, 29 aprile 2015, a Radio anch'io Emanuele Fiano, responsabile nazionale del PD con delega alle Riforme, ha detto che dei 340 eletti della lista di maggioranza relativa "io penso dì più, ma come minimo 240" saranno eletti tramite preferenze).

Su punti così specifici sarebbe stato di gran lunga meglio affidare i calcoli a istituti terzi (ma terzi veramente), che so, alle tre migliori facoltà di matematica del paese (perché non europee?), e poi, una volta ottenuta la percentuale più probabile (28% o 40% o 55% che fosse), considerarla come un dato di fatto condiviso da tutti, su cui ogni politico avrebbe potuto eventualmente combattere la propria battaglia. Ad esempio: "Un 40% per me è troppo, voglio una Camera con al massimo un 10% di nominati".  E così via. 

Ora però, dato che molti politici si sono travestiti da matematici e si sono spinti su un terreno ignoto, spinti dalla voglia di voler dire la propria in merito ai calcoli, io penso che un domani, quando l'Italicum sarà in vigore (ammesso e non concesso che lo sarà mai), questi signori dovranno essere chiamati a rispondere delle loro previsioni. E quelli che avranno sbagliato maggiormente dovranno avere l'onestà di dimettersi per una triplice colpa: 1) essersi per l'appunto travestiti da matematici; 2) avere perdipiù sbagliato i calcoli; 3) avere infine intrapreso una battaglia politica a partire da calcoli erronei, fatti da un matematico scadente di loro fiducia (spesso loro stessi).

Sono proprio curioso, un domani, di vedere chi avrà sbagliato di più (intanto conservo in una busta le varie previsioni). Ma chissà se quel domani arriverà mai.

domenica 26 aprile 2015

Quel motivetto che non se ne vuole andare

In diversi post precedenti e recentemente anche in onda come ospite a Share, mi è capitato di elogiare la capacità del mondo anglosassone di riuscire a sintetizzare in una sola parola (spesso un acronimo, ma non sempre) concetti che, messi per esteso, in italiano richiedono lunghe e tormentate perifrasi. Mi riferisco a parole come serendipity, milf, nimby. Per citare un raro caso italiano: una parola ben riuscita in questo senso è benaltrismo. Ma gli anglosassoni sono sempre un passo avanti.

Apro una parentesi: c'è forse una parola su cui gli stessi anglosassoni devono ancora lavorare. Stamattina in onda a Caterpillar AM abbiamo lanciato la proposta di cercare una definizione lampo (es. XWYZ) che indicasse una persona celebre che ci attrae dal punto di vista erotico alla quale, pur non facendo nulla di attivo perché questo avvenga, non potremmo dire di no qualora egli/ella si offrisse a noi (e in questo concetto è compreso anche il fatto che il nostro partner ufficiale non potrebbe opporsi: non sarebbe tradimento, ma la semplice concessione al proprio/alla propria XWYZ).

Ma a parte questi "lavori in corso" alla ricerca di queste nuove parole, non c'è quasi nessun concetto un po' complesso che non abbia un acronimo o un neologismo in inglese a copertura. Da diversi giorni ho in testa un giro di note, non esattamente una canzone, che non accenna ad andarsene. Mi sono detto: sicuramente esiste una parola inglese che descrive questo fenomeno. Ho cercato in rete: c'è. Si chiama earworm (verme uditivo).

Non solo: sono riuscito anche a trovare un sito che dice di riuscire a rimuoverti la canzone indesiderata dalla testa: unhearit.com (letteralmente: dis-sentila o smetti di sentirla) e questo bell'articolo del Telegraph che ci rende edotti sulle ultime acquisizioni scientifiche in materia di earworm.


venerdì 17 aprile 2015

Quanti e quali sono i paesi partecipanti a Expo 2015?


Quanti e quali sono i paesi partecipanti a Expo 2015? 

A pochi giorni dall'inizio dell'Esposizione internazionale il maniaco ossessivo che è in me ancora non sa darsi pace. Per provare a scoprirlo, mi collego sul sito di Expo 2015.

Parto, ovviamente, dalla homepage: (chiamiamola pagina 1).


Cliccando su "Partecipanti" dalla barra della homepage vengo portato qui, ovvero alla pagina dei "partecipanti" (chiamiamola pagina 2) dove in una bella immagine (vedi) si riporta il numero dei paesi partecipanti: e il numero è 145. Problema risolto?

No: io voglio conoscere l'elenco dettagliato dei paesi. 

Nessun problema: scendendo più sotto (scroll-down) e cliccando su "Scopri tutti i paesi partecipanti" vengo portato su una pagina (eccola quichiamiamola pagina 3) dove si trovano i thumbnail (le figurine) per andare a leggere i dettagli dei padiglioni di 103 paesi. Ma ne mancano alcuni.


Evidentemente, se i paesi partecipanti sono 145, ma qui trovo il dettaglio dei padiglioni di soltanto 103 paesi, vuol dire che sul sito non sono ancora disponibili i dettagli sui padiglioni di 42 paesi. Resta da capire quali sono i 42 paesi mancanti.

Sempre sulla pagina con i thumbnail trovo allora un altro link "Scopri tutti i Paesi Partecipanti a Expo Milano 2015" che assomiglia moltissimo al testo del precedente link (quello che ti portava da pagina 2 a pagina 3), ma che invece mi porta a una nuova pagina (chiamiamola pagina 4) dove l'elenco dei paesi è soltanto proposto in forma testo, vedi qui

Potrebbe essere la soluzione al mio problema, ma qui ne trovo solo 143


Mancano in particolare Somalia e Corea del Nord: sono loro i principali indiziati a essere i due paesi mancanti per arrivare al fatidico 145. Va detto peraltro che la Somalia era presente anche nella pagina precedente, quella con tutti i dettagli, ma manca qua tra i partecipanti complessivi. Strano.

Quindi riepiloghiamo: abbiamo 102 paesi che sono presenti sia nella pagina con i dettagli che nella pagina con l'elenco di testo, + 1, la Somalia presente solo nei dettagli e 41 paesi presenti solo nell'elenco testuale. Il totale fa 144.

Se aggiungiamo la Corea del Nord abbiamo riconciliato i conti. Però...

Come molti sanno alcuni paesi, quelli che non potevano permettersi un grande padiglione in proprio, sono state aggregate in 9 cluster tematici (ottima idea, peraltro!). 

L'elenco dei cluster si trova in una pagina (chiamiamola pagina 5) che trovo qui. E qui, sorpresa delle sorprese, trovo ben 7 paesi che sono elencati come partecipanti ai cluster, ma non nell'elenco dei paesi partecipanti a Expo (né quello a pagina 3, né quello a pagina 4, e in particolare sono 5 paesi del cluster Isole: Guyana, Suriname, Barbados, Comunità Caraibica (CARICOM) e Belize e due paesi del cluster Zone Aride: Gibuti e ancora la Somalia.

Lasciando perdere la comunità Caraibica, che sarà un'organizzazione sovranazionale, se dovessimo aggiungere Guyana, Suriname, Barbados, Belize e Gibuti (la Somalia l'abbiamo già contata prima, assieme alla Corea del Nord) ecco che arriviamo tranquillamente a 150.

Ma allora: quante e quali sono le nazioni partecipanti a Expo?
E poi: siamo sicuri che tutte le nazioni elencate da qualsiasi parte (ovvero 150) alla fine parteciperanno visto che di alcune di loro non sono noti i dettagli dei padiglioni?