Visualizzazione post con etichetta Repubblica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Repubblica. Mostra tutti i post

mercoledì 7 gennaio 2015

Quel numero di Repubblica che uscì solo a New York

The Family, il film di Luc Besson del 2013, con Robert De Niro, Michelle Pfeiffer, una sfolgorante Dianna Agron, il simpatico John D'Leo (nella foto da Imdb.com) e Tommy Lee Jones, distribuito in Italia con il pessimo titolo di Cose nostre - Malavita, non gode di grande reputazione. Per dire: su Imdb raccoglie uno stentato 6.3. Per quanto mi riguarda invece, pur senza arrivare ai livelli di altri film di Luc Besson, è una pellicola godibilissima che presenta svariati punti di interesse (oltre alla già citata Dianna Agron).


Uno di questi è certamente costituito dall'insolita ambientazione in Alta Normandia, nell'immaginario paesino di Chalong-sur-Arve: di fatto molti degli esterni sono girati nella reali cittadine di Le Sap (cliccando qui si carica Google street su Place du Marché, vedi foto a fianco, dove si svolge una sequenza con Michelle Pfeiffer), L'Aigle e Gacé.

E veniamo alla curiosità che ci ha portato fin qui: come è stato notato in qualche altro blog nelle mani del boss Don Luchese, detenuto a New York, compare una copia de La Repubblica. Ma quello che è molto particolare è che si tratta di una copia mai uscita in edicola. Si tratta infatti di una versione riveduta e corretta dell'edizione di lunedì 15 ottobre. 

Qui sotto a destra vediamo l'edizione del film, a sinistra quella originale: il titolo Berlusconi entra a a scuola è stato creato dagli autori per sostituire il titolo originale: Veltroni addio al Parlamento che evidentemente diceva meno al pubblico internazionale. Occhiello e sommario sono invece quelli originali e, pertanto non c'entrano nulla con il titolo su Berlusconi. Il primo parte ancora a Veltroni: L'ex segretario pd non si si ricandida: ma non cedo alla rottamazione. Renzi: ho aperto una breccia. Maroni: primarie per guidare la Lombardia. Mentre il sommario recita: Bersani: Monti serve ancora al paese. Formigoni all'angolo, il Pdl lo scarica.

Anche il taglio medio è stato cambiato: Grilli manovra equa, ma si può cambiare diventa un bizzarro: Una speranza di pace per Jugoslavia che, oltre a essere datato, è carente di un articolo determinativo per essere in lingua italiana.

Poi, il tocco da maestro: la pubblicità del libro di Umberto Eco tra i boxini in alto sostituita con quella al DVD di Leon dello stesso Besson.

L'ultima modifica riguarda le due pubblicità di fianco alla testata: caffè motta diventa un più generico SALDI -70% e altre percentuali. Tutto il resto è rimasto quello originale: dall'editoriale Un segnale per tutti di Carlo Galli, all'articolo di spalla L'ultima sfida di Londra "Niente Europa siamo inglesi", l'articolo di Curzio Maltese: il Joker che ride di se stesso, il lancio su Saviano: Contro i corrotti questa legge non basta, e così via.

martedì 18 novembre 2014

Gianni Morandi - Storia di una candidatura al Quirinale



Da quando abbiamo lanciato la candidatura di Gianni Morandi al Quirinale, prima con un tweet da Berlino, la mattina di domenica 9 novembre, e poi con una poesia a Caterpillar AM, a Radio2 RAI, all'alba della mattina successiva (con un bis stamani), è tutto un fiorire di tweet e pagine facebook che, sotto sotto, vogliono accaparrarsi il merito di essere stati i primi a fare il nome di Gianni.

A dire il vero, facendo una rapida ricerca in rete, ho trovato che tutte le proposte in tal senso sono successive ai nostri interventi (facile fare gli originali quando ne ha già parlato la RAI), tranne un elegante post su facebook da parte di un certo Alegalli, che risale addirittura a mercoledì 22 ottobre, di cui peraltro non conoscevo l'esistenza. Rinuncio quindi volentieri alla primazia sul tema, a favore di Alegalli. Anche se, a dire il vero, quando Alegalli ha lanciato la sua proposta non era ancora uscito l'articolo di Stefano Folli su Repubblica (è di sabato 8 novembre) che ha, in qualche modo, "ufficializzato" l'imminenza dell'uscita di scena di Re Giorgio.


Ora però dobbiamo tutti abbandonare le dispute sulla primogenitura e concentrarci sull'obiettivo: vogliamo Gianni al Quirinale!

Cos'abbiamo? Abbiamo tanti e influenti sostenitori, abbiamo una pagina facebook che, aperta lo stesso 10 novembre, non so da chi, ha già oltre 1300 aderenti e una seconda, aperta l'11 novembre, che supera i 400. (Certo, sarebbe stata doverosa una citazione, ma tant'è).



E su twitter abbiamo tanti lanci con individuazione di hashtag (#GiannialQuirinale, #GiannialColle, #MorandiPresidente) che ci aiuteranno a sostenere la candidatura.




E poi abbiamo (e ci sarà scusata l'autocitazione, vista la rilevanza del tema) due componimenti poetici, già letti a Radio2 che potranno aiutare i comitati pro-Gianni, configurandosi come veri e propri "inni". 



In Italia il presidente
resta in sella sette anni
è per questo che la gente
vuole solamente Gianni.

Lui che andava a cento all'ora
questa Italia cambierà
lui che sempre si innamora
lui tra mille ce la fa.

Lui che può dare di più
lui che sei forte papà
lui Belinda, lui Mariù
la Befana trullallà.

Lui che 1) non tradisce
lui che 2) non ci delude
il paese ripulisce
le polemiche le chiude.

Se Re Giorgio se ne va
non ci resta che Morandi
ma pagar ci toccherà
delle royalty a Ballandi.

Marco Ardemagni per Caterpillar AM - Radio2 RAI, 10/11/2014


È da un po' che non parliamo
del ragazzo che appoggiamo
noi che primi tra la gente
lo volemmo presidente.

Ora è tutto un brulicare
come all'alba le lampare
di club piccolini e grandi
che sostengono Morandi.

Troppo facile, copioni:
dite Ligabue o Baglioni,
o aderite al comitato
di chi Gianni l'ha lanciato.

Napo è stanco, vuol mollare,
Renzi chiede di restare
fino al lancio dell'Expo
ma Morandi, perché no?

Tra gli stand delle nazioni
canterà le sue canzoni
e sarà invidia crescente
per il nostro Presidente.

Hanno Dilma i brasiliani
e Barack gli americani:
non sfigurerà tra i grandi
la figura di un Morandi.

Marco Ardemagni per Caterpillar AM - Radio2 RAI, 18/11/2014

Infine, e questa è forse la cosa più importante, sta fiorendo con estrema naturalezza un grande interesse giornalistico "spontaneo" attorno a Gianni, aldilà della sua ovvia candidatura a naturale Presidente di tutti gli Italiani. Si vedano ad esempio questi articoli de ilfattoquotidiano.it, di Repubblica, del Tgcom24, del Corriere, sul superamento del milione di "like" su Facebook da parte della pagina ufficiale di Gianni (che è già oltre il milione e centomila). Ma la vera investitura alla carriera politica di Gianni arriva da questo splendido articolo di Internazionale.

Insomma: uniamo le forze, sono maturi i tempi per Gianni Morandi sul colle più alto di Roma. Forza Gianni ¡hasta el Quirinal!


flash update: mi ha scritto Simone, admin della seconda pagina facebook che nulla sapeva della nostra iniziativa (come noi non sapevamo di Alegalli). Perfetto: un ulteriore blessing alla portata politica di Gianni, condivisa spontaneamente da tanti italiani. E il fatto che sia stato così a lungo capitano di una delle istituzioni portanti del nostro Paese, la Nazionale Cantanti, lo dimostra ulteriormente.