sabato 17 ottobre 2015

Sondaggi da Incubo (ep. 1): Qual è il miglior Ron?

Per il primo Sondaggio da Incubo proveremo a stabilire quale sia il miglior Ron. Abbiamo cinque nomination di tutto rispetto. Chi prevarrà?

Qual è il miglior Ron?

domenica 4 ottobre 2015

Tristezza di Inside Out


Avere avuto una buona idea per il soggetto del tuo film non ti esenta dal cadere in buchi nella sceneggiatura.  E infatti.

Pete Docter (regista, autore e sceneggiatore) e Ronnie Del Carmen (co-regista, autore e sceneggiatore) hanno avuto sicuramente un'intuizione molto fertile nel concentrarsi sulla molteplicità delle nostre emozioni interne e nell'individuare, sinteticamente, alcuni specifici personaggi che ne incarnano le cinque principali: Gioia (a prevalenza gialla), Disgusto (verde), Tristezza (blu, associazione quasi obbligata visto che in inglese blue significa malinconia) Paura (viola) e Rabbia (rosso) tutte ben posizionate nella sala di controllo del nostro io (vedi figura 1).

L'idea non è nuovissima: già Platone aveva individuato i due cavalli e l'Auriga, mentre Freud aveva disegnato un sistema basato su Io, Es e Superio. Qui si scelgono cinque emozioni e le si associa a cinque colori ottenendo un effetto finale curiosamente simile nel numero e nel colore alle mascotte delle Olimpiadi di Pechino (vedi figura 2).

(Attenzione: spoiler). In tutti gli esseri viventi del film albergherebbero queste cinque emozioni, ognuna delle quali ha un compito preciso: Gioia, un po' il capo della gang, ha come obiettivo principale il benessere della persona ospite (nel caso di specie, la povera undicenne Riley deportata dall'amato Minnesota a S.Francisco), Paura e Disgusto servono a tenerla lontana dai pericoli e dalle cose schifose, Rabbia serve a farla reagire in situazioni specifiche. Quella che sembra non avere una vera funzione è Tristezza che infatti combina guai dall'inizio del film, macchiando di malinconia tutti i ricordi positivi, agendo compulsivamente in modo da danneggiare il lavoro degli altri, in particolare quello di Gioia, come in preda a un demone distruttivo.

A un certo punto del film, Gioia, per cercare di contrastare l'azione negativa di Tristezza, viene proiettata fuori dalla sala di controllo, il che provoca la caduta del buonumore di Riley. Non si capisce però perché non ci sia anche una caduta della malinconia, visto che anche Tristezza è fuori dalla sala. Ma questo è niente: Gioia cerca in ogni modo di tornare nella sala di controllo, ma nel farlo cerca in ogni modo di trascinarsi dietro Tristezza, che invece è del tutto pigra e passiva.

Ma perché? Si tratta quella che combina guai a manetta e una volta che Gioia tornasse nella sala di controllo senza Tristezza, Riley sarebbe perennemente esente dal cattivo umore. Le cose vanno avanti così per diverso tempo, con Gioia che cerca di tornare e Tristezza che si deprime.

Nel finale però gli sceneggiatori mettono una pezza e scopriamo perché, secondo loro, Gioia dovrebbe essere tanto affezionata all'idea che anche quella rompiscatole di Tristezza torni: la piccola Riley sta salendo su un autobus per tornare in Minnesota, ma colta dalla tristezza chiede all'autista di fermarsi. Così torna dai genitori e poi, sempre grazie all'apparente tristezza, viene consolata da loro.(Rumore di unghie sul vetro).

Insomma: mentre Gioia, Paura, Disgusto e Rabbia sembrano ben ancorate a una spiegazione, sia pur schematica, del gioco delle emozioni, Tristezza sta assieme con il nastro adesivo. Davvero poca cosa per uno dei personaggi principali di uno dei film più celebrati di questo periodo.