venerdì 23 settembre 2016

Livorno - Il senso del ridicolo

Chi ben Comencini
(o della terza accezione di spirito)
“Non voglio cominciar con Comencini”
commenterà un compunto Bartezzaghi
“è comodo ed è comico e non consono:
ficcateci un filosofo, un fenomeno
un fenomenologico di spirito
che mentre ci distingue geist e witz
sia in grado di servirci anche uno spritz”.



Geppi dentro
Di quali temi poi ci parlerà la Geppi
dall'alto io purtroppo non lo seppi
è Geppi dentro il titolo e si spera
che non si riferisca alla galera
col cambio d'iniziale Geppi in ceppi:
non serve qui un bernoccolo da maghi,
già vedo sbellicarsi Bartezzaghi.



Tutti a casa?
Ci troveremo qui dopo Ferraris
a salutare assieme la Cucciari,
ma prima ascolteremo Alberto Sordi
cantare mentre esegue una marcetta
Mamma ritorno ancor nella casetta
ed io divinerò, ma con il trucco
poi tutti a... farsi un chilo di cacciucco.



Grasse risate
Vedo e prevedo un sabato faceto
ed ora ve ne svelerò il segreto:
si parlerà di sitcom ridanciana
(nel logo con la buccia di banana
c'è un nastro da cui parton le risate).
Per chi fa tivù e radio, sai che spasso
potere farsi beffe di Aldo Grasso?




Arrivedorci
E anche se casca il mondo poi non voglio
bucare il seminario Stanlio e Ollio.
Lo ammetto, voi chiamatemi stupìdo,
non conto fino a tre: li guardo e rido,
ne parlerà Gimmelli da Milano
speriamo che non getti perle ai porci
prima di dire a tutti arrivedorci.




Il ridicolo del miracolo
E poi sarà miracolo italiano
colleghi della stessa Radio2:
LaLaura parla sempre da Milano
Fabio da Roma o dalle parti sue.
Sempre incisivo lui, anzi Canino,
ci spiegheranno come coniugare
i verbi sganasciarsi ed imparare.




Impera l'arte
Chi crede che l'artista sia un barbogio
con l'occhio vitreo e con il viso mogio
potrà cambiare al volo l'opinione
all'una meno un quarto, una lezione:
c'è Daninos, tu punta l'orologio
ché Giotto, Botticelli e anche Vasari
son stati mattacchioni straordinari.



Molto meglio dei Modà
Ma i meglio mattacchioni stanno qui
lo provano le teste di Modì:
sberleffo tu fai rima con Livorno!
Trent'anni son passati da quel giorno:
le teste in copertina a Panorama
Farneti, che ne era il vicedirettore,
dall'acqua dragherà del buonumore.



Lottava l'ottava
La strofa fino ad ora utilizzata
quella di sette versi e stravagante
chiede a gran voce d'essere allungata
come da tradizione fiesolana
che stan per arrivare Bradamante
e il prode della casa di Mongrana:
sarebbe invero molto, molto grave
non celebrar l'Ariosto con le ottave.



L'Orlando Curioso
Se i falsi, anche per burla, ti fan schifo
Bondi dalla Normale arriverà
e ti farà sognare l'ippogrifo,
le immagini col testo sposerà
(progetto per cui è giusto fare il tifo):
perché l'Ariosto è comico dirà.
Un intervento magico e sfizioso,
sarà un Orlando, sì, però curioso.



Élan Vital
Lui è direttore, ma di due riviste
molto diverse, anzi quasi opposte:
in radio lo chiamiamo molto spesso
all'alba mentre il cane porta a spasso.
Vitali ci dirà per cosa ride,
chi è in grado di strappargli una risata
anche se è molto grigia la giornata



Perché ridi?
Insomma quali comiche emozioni
lui prova tra i Sorrisi e le Canzoni
e news sulle avventure di Bergoglio?
È pure nerazzurro e spero e voglio
anche se qui è la patria di Chiellini
che tra le cose causa di sorrisi
dica “la Juve in preda ad una crisi”.



Campanile (domani) sera
Svelarvi quel che accade nella piazza
potrebbe rovinare la sorpresa
ma già intravvedo gente che sghignazza
ed altra dal gran ridere distesa.
“Che mago – dite – lui non sa una mazza!”
Ma no: non faccio spoiler nell'attesa.
Nessuno più di me – vi giuro – sa
quello che il relatore leggerà.




Il lupo di dubbio
Ed ecco Amleto, il re della risata,
notoriamente un tipo spiritoso
ma poi grattando sotto la facciata
di quel suo danish humour contagioso
scopri un ragazzo umbratile e dubbioso
sarà un delirio splendido e frenetico
del Collettivo sì però Cinetico




Lottava l'Ottavia
Fu Angelica a suo tempo per Ronconi
nel testo di Edoardo Sanguineti
e in quelle strepitose esibizioni
dai modi immaginifici e inconsueti,
disperse in molti luoghi e in molte azioni,
di Ariosto mise in scena anche i segreti.
Forse le ottave Ottavia leggerà
magari solo le rievocherà.




Ha fatto lo scientifico
Poi attenti, ricomincia Comencini
ed anche se quel titolo è allusivo
non è vietato neanche a più piccini:
Scopone è un gioco, non uno lascivo.





Dono de Lillo
Domenica mi sveglio un po' più arzillo
che arriva Elasti, o meglio la de Lillo:
con lei conduco e Poli e Solibello
all'alba a Radio2 e me ne bullo
quando lei parla è sempre un grande sballo
io rido a crepapelle, a rompicollo,
venite tutti che sarà un trastullo!





Matti chiari
Darà fuori di matti Paolo Nori
contando Roma, Cagliari, Milano.
Ma i matti sono poi davvero fuori
o è il mondo che non è poi molto sano?
Lo scopriremo assieme qui a Livorno.
E poi Torino, Parma, Andria e Bologna
Ma un matto quando sogna, cosa sogna?




Caccia, tesoro
E ancora Radio2, con Matteo Caccia,
di storie d'altri quasi sempre a caccia:
lui dalla borsa il suo recorder caccia,
ascolta e qualche volta un urlo caccia,
poi gira e non sai mai dove si caccia,
ma il suo programma il malumore caccia:
a mezzogiorno e mezzo, Matteo Caccia.




Pun per focaccia
But that joke isn't funny anymore
cantava il Moz ormai trent'anni fa,
ma l'umorismo inglese fa l'encore
oppure il bis come si chiama qua:
e scopriremo tutto da Andrea Cane,
dall'understatement fino all'innuendo
e in stile british io sto già ridendo.




Piccolo e ridicolo
Poi vedo nella sfera mia di vetro
ancora british humour freddo e tetro
però così tagliente ed efficace
che molto più del nostro, sai, mi piace:
e quindi andrò, venitemi anche dietro,
all'Alan Bennett letto dalla Piccolo
nell'ambito del senso del Ridicolo.




Edicola ridicola
Quanto umorismo poi, e straordinario,
trasuda da riviste e quotidiani;
peccato che sia spesso involontario
per via di redattori scalzacani.
Non dico fucilarli, ma bisogna
almeno un poco metterli alla gogna.
Ci pensan Viola e Aprile posdomani.



Senz'asti, né livor
Ma se il Vernacoliere è la testata
siam certi che la gag era cercata.
Con Cardinali arriva Gambarotta
sarà un confronto aperto, un botta a botta
la Chiappori a condurlo è assai indicata.
Senz'asti, né livor è un calembour
che merita del carcere, ma dur.





Fuori Zalone
Commedia all'Italiana, che altro dire?
Fucina di talenti ineguagliati
a cui è toccato poi però finire
in mano a questi comici sfigati.
Gianni Canova e Davide Ferrario
diranno perché al cinepanettone
preferiranno sempre uno Zalone.



E a Comencini la dimostrazione.




Cosa mostra
Se i quadri poi potessero parlare
dal ridere staremmo rotolando
sarà gustoso quindi visitare
la mostra di Guerrera, sì ma quando?


Oro Bruno
Ma è sempre aperta! Come quella,
forse meno ridicola, ma bella
che è dedicata al genio di Munari
uomo dagli orizzonti straordinari.





Laboratoriii!
Ritratti folli e storie a labirinto
prevedo dedicati ai ragazzini
in due laboratori alla Fortezza.
Con questo il quadro intero vi ho dipinto
lasciatemelo dire: che bellezza!

domenica 4 settembre 2016

Un domenicale, una volta ogni tanto

Francia, Olanda, Roma: vediamo se riesco a fare stare tutto quello che penso in poche righe.
Sulla vignetta di Charlie Hebdo è stato già detto praticamente tutto. Sarò particolarmente cinico, ma non mi ha scioccato, perché la satira è esattamente quella cosa, come spiegava un articolato pezzo de "Gli Stati Generali" (link nel primo commento) e tutto sommato, differentemente da Matteo Bordone, l'ho anche capita (grazie anche all'aiuto di qualche sito francofono). Ma, una volta concordato che la satira è 1. una merce ormai rara (non va confusa con parodie, comici, ecc.), 2.crudele-schifosa, e 3. non ha come obiettivo quello di farci ridere, quello che resta da capire è su quali parametri dobbiamo-possiamo valutarla e come possiamo discriminare la satira che funziona da quella che non funziona. Nel post degli Stati Generali, tutto preso dal definire la satira rispetto al resto del mondo, non si spende una sola parola su questo discrimine interno.
Sul trasferimento della Exor, la holding degli Agnelli, nei Paesi Bassi, vorrei ricordare che nell'ottobre del 2015, la stessa authority UE che ha recentemente condannato il modus operandi Irlanda-Apple, aveva condannato Lussemburgo e Paesi Bassi per vantaggi fiscali selettivi (rispettivamente a FIAT Finance and Trade e a Starbucks) incompatibili con le norme UE sugli aiuti di Stato. Evidentemente ora gli Agnelli avranno intenzione di comportarsi meglio, oppure - più verosimilmente - avranno già predisposto accantonamenti tali da sopportare eventuali nuove multe UE. Ho letto articoli bizzarri in cui si diceva che ora la Juventus è olandese. Sono errati: la Juventus resta una società italiana (questo però vale anche per l'Inter, di cui tutti dicono che è cinese), il cui azionista di maggioranza è però adesso una società olandese (i cui proprietari sono cittadini italiani, sia pure molto internazionali come gli Elkann-Agnelli). Resta da capire cosa ne pensano alcuni bianconeri illuminati come Sandro Pellò che fino all'altro giorno facevano battute (nel 2016!) con i cinesi con la L al posto della R. Almeno i proprietari dell'Inter sono cinesi di nascita e non olandesi per non pagare le tasse.
Una postilla la merita Sergio Marchionne che sette giorni fa, applaudiva le riforme istituzionali di Renzi-Boschi & c e la stabilità italiana. Perché allora non chiede agli Agnelli di restare qui? Ormai manca poco al referendum e poi gli amici "torinesi" potranno gustarne tutti i benefici.
Su Roma, che dire? Per me è molto difficile capire tra le mille fazioni in gioco chi davvero si stia (stava?) muovendo per cambiare davvero le cose. Certamente non erano quei piddini che hanno cacciato Marino e ora puntano il dito sui grillini, nel classico gioco dell'asino e del bue. Dall'altro lato c'è (o almeno sembra proprio esserci) una battera di incompetenti-improvvisati, probabilmente animati dalle migliori intenzioni (ma questa potrebbe essere persino un'aggravante), il che alla fine della fiera spianerebbe la strana ancora di più al ritorno dei "poteri forti" (che nel resto del mondo mi spaventano relativamente, ma a Roma mi spaventano tanto). Da frequentatore abituale della Capitale, mi auspicavo che sarebbero stati abbastanza forti da riuscire a costruire qualcosa di alternativo, ma evidentemente persino le mie (poche) speranze non erano molto ben riposte.
Volevo essere breve, non ci sono riuscito. In ogni caso questa per noi è solo la giornata in cui ricordiamo Giacinto Facchetti.