domenica 30 marzo 2014

Telepass (e te le passi così).

Diversi anni fa, su esplicita richiesta degli amici di Telepass, ho acconsentito a che le fatture mensili, invece di essermi inviate su carta (come a suo tempo) o addirittura via email, rimanessero sul sito, disponibili per la mia consultazione: ogni mese (con esclusione, credo, di quelli senza addebiti) ricevo una email in cui mi si dice che la "fattura è disponibile su www.telepass.it, in conformità a quanto previsto dalle Norme e Condizioni del servizio".

Orbene, dato che mi capita raramente di dover controllare gli importi (si tratta quasi sempre di poca roba) a furia di NON collegarmi, mi sono dimenticato sia l'utenza che la password. Ma stavolta mi serve: devo fare la nota spese per la trasferta di Sanremo.

Poco male, penso, c'è l'apposito tasto "Hai dimenticato la Username e la Password?" [figura 1]

Cliccando il quale mi viene chiesto di inserire tre dati [figura 2]
"la tua email": OK;
"il codice visualizzato qui sotto": OK;
ma prima di tutto "il tuo codice ID".

E quale diavolo è il mio codice ID?

Per fortuna c'è un tasto "Non trovi il tuo codice ID?"  [sempre figura 2]

Cliccando il quale, sorpresa delle sorprese, ti si apre un boxino [figura 3] nel quale scopri che il codice ID, se sei cliente Telepass family o Viacard, lo trovi nell'apposita comunicazione che hai ricevuto da Telepass S.p.A. o in tutte le fatture cartacee.

Le fatture cartacee!!! Quelle che, su loro richiesta, non ricevo più da anni, grazie a un suggerimento di Telepass, per il quale adesso mi trovo qui a non potere entrare. Ovvio che anche la stessa "apposita comunicazione ricevuta da Telepass S.p.A." si perde nella notte dei tempi e chissà dov'è finita.

Complimenti amici di Telepass: se qualcuno perde la chiave, voi la consegnate all'interno della stanza che è rimasta chiusa per mancanza della chiave.

Ma più in generale: prima di decidere di non farvi inviare più le fatture cartacee di qualsiasi cosa, pensateci bene. I vantaggi sono quasi tutti del fornitore di servizio. Alcune banche vi fanno addirittura pagare le ristampe delle quietanze che avete inavvertitamente cancellato, o non sono più disponibili sul loro sito. Eh sì perché sul server restano 18-24 mesi (le ricevute Telepass 24 mesi) ma la finanza può chiedervi anche ricevute di diversi anni fa.

Figura 1: il dramma, la speranza
Figura 2: la frustrazione, il dubbio
Figura 3: la beffa, la rabbia

Update: visto che il numero verde chiude il sabato, mentre io volevo risolvere il problema oggi, domenica, allora sono andato a cercare in cantina una vecchia fattura cartacea del 2008 e ho trovato il codice! Per fortuna non butto niente. Ma la cosa assurda è che le fatture successive in PDF (del tutto simili a quelle cartacee) salvate e stampate, ad esempio nel 2011, NON riportano il codice. Insomma chi sei anni fa è passato dall'analogico al digitale e non si è salvato la carta NON riesce a trovare il codice che gli permette di chiedere la password. 

mercoledì 26 marzo 2014

The Mass of Italy

E poi c'è quella storia bellissima del talent show sulla messa della domenica. E di quella volta che i chierichetti sentono una predica molto avvincente, si voltano di scatto e scoprono che - sorpresa delle sorprese - quello che dice la messa è Nek.
(Poi commozione a palla e video a sette zeri sul tubo).

Nek (foto da www.milanoweekend.it)


martedì 25 marzo 2014

Bitcoin: quel dubbio che mi resta


Da qualche tempo seguo le vicende di bitcoin, con un misto di curiosità e di perplessità. Adesso leggo che per la moneta elettronica sono giorni difficili. E allora forse arrivo un po' tardi con questa domanda, ma meglio tardi che mai.

Premetto che, in generale, non sono affatto contrario al concetto di moneta elettronica, penso addirittura di essere nel primo percentile della popolazione italiana per anzianità di utilizzo di Paypal. 

Apprezzo, almeno in via teorica, il geniale algoritmo di generazione che renderebbe impossibile la falsificazione di bitcoin, e capisco che la possibilità di acquisire beni o servizi tramite bitcoin, o la possibilità di convertire bitcoin in valute come dollari o yen, siano passaggi storici importanti per la sua affermazione.

Quello che non ho mai compreso fino in fondo è il meccanismo di distribuzione "iniziale" di ogni singolo bitcoin (o, più tipicamente, frazione di bitcoin) il cosiddetto mining (vocabolo che indica l'utilizzo di una metafora basata sull'estrazione mineraria).

Ricordiamo che i creatori del sistema avrebbero deciso di generare nel tempo fino a 21 milioni di bitcoin e poi di terminarne la generazione, chiudendo così la base monetaria a quel livello prestabilito.

Ma a chi vanno questi 21 milioni di bitcoin man mano che vengono generati? Esclusivamente ad utenti che lasciano abilitata l'opzione "genera bitcoin" di alcuni programmi "client". Cioè c'è una certa casualità nell'assegnazione, ma sempre nell'ambito di quel gruppo di utenti, che avranno più probabilità di vederseli assegnati se, oltre ad avere il client attivo, staranno utilizzando dell'hardware ad hoc, ottimizzato per questa operazione. Le possibilità che una frazione di bitcoin venga assegnata a mia madre che non usa il computer, o a me, che ho scaricato il client, ma poi non lo attivo mai, è pari a zero.

Ora, leggendo le valanghe di commenti caustici ricevuti dal mio amico Fabio Scacciavillani che ha illustrato ottimamente splendore e miseria del bitcoin in due articoli sul blog del Fatto Quotidiano (il primo è uscito anche sul cartaceo, il secondo credo di no) vedo che c'è un nucleo duro di estimatori di questa moneta virtuale che ne sottolineano il carattere rivoluzionario. 

A loro la domanda che pongo (e che, in effetti, neanche si Fabio pone) è la seguente: ma vi piace davvero che i bitcoin vengano assegnati in questo modo? Cioè la distribuzione "iniziale" di ogni singola frazione bitcoin non è 1) tutta a vantaggio dei creatori del sistema (che avrebbero potuto mettere da parte un reddito da signoraggio colossale), ma non è nemmeno 2) distribuita "equamente" tra la popolazione o 3) in modo totalmente "casuale" tra la popolazione, bensì 4) a una piccola casta di nerd che hanno deciso di tenere attivo un programmino su un computer, meglio se ottimizzato per questa operazione. E che forse adesso, visto il potenziale collasso del sistema, potrebbero guadagnare meno di quanto previsto.

Cioè a me, che non ci investo più di tanto, parrebbero più lineari sia la logica predatoria del "prendono tutto i creatori" (ipotesi 1) oppure, all'opposto, 2) quella egualitarista (distribuire tra tutti) o infine una logica totalmente dadaista 3) totalmente a caso, ma su tutta la popolazione.

Cosa mi rappresenta questa ipotesi 4) di distribuire solo ai "miners"?
Dov'è la rivoluzione in tutto questo?

martedì 18 marzo 2014

Batteria, batteria (iPhone) per piccina che tu sia...

E allora parliamo un po' della batteria dell'iPhone, stimolati anche da questo bel dossier de La Stampa online: iPhone, 12 regole per far durare di più la batteria, pubblicato la settimana scorsa e di cui ho applicato 3/4 dei consigli. Vediamo con quali esiti.

Com'è, come non è, il mio iPhone 5 (acquistato nel marzo del 2013, proprio per cercare di migliorare la drammatica gestione della batteria del mio iPhone 4) è storicamente sempre scarico, nonostante ultimamente abbia iniziato ad adottare alcune delle cautele elencate dall'articolo in questione. Però ci deve essere qualcosa che proprio non va. Prendiamo l'esempio della mia vita di stamattina e, dossier de lastampa.it bene in vista partiamo, con la checklist!

La sveglia suona alle 5:02. La carica è al 100% Ho già provveduto a disattivare la funzione wi-fi (tanto esco tra pochi minuti) e, già da qualche giorno ho messo in pratica molte delle altre impostazioni, proposte dal dossier de La Stampa, compresa, a mero titolo di esempio, l'adozione di una luminosità dello schermo bassa. (Poi anche alcune NON incluse dal dossier come, ad esempio: spegnimento automatico dello schermo dopo pochi secondi di non utilizzo, chiusura delle applicazioni una volta finito di usarle, ecc. ecc.) 

Ma, inesorabilmente, alle 10:30 la batteria segnala di essere arrivata al 10%. SENZA AVER MAI FATTO O RICEVUTO UNA CHIAMATA. Ho soltanto usato il browser, consultato le email, facebook, twitter (1 tweet fatto: sarà stato quello?) e solo per qualche minuto (per molto tempo la mattina sono in onda a Radio2). Il wi-fi è stato acceso solo per brave tempo al Bar Etoile. (Non ho giocato a Ruzzle e men che meno utilizzato il navigatore). Solo le quattro cose che ho detto: Safari, Email, Twitter e Facebook.

Arrivato al lumicino inserisco l'alimentatore (originale, quelli "scrausi" l'iOS7 li mette fuorigioco) alle 10:45 e simpaticamente la schermata "grande" dice: 22%. Strano perché la scritta piccola, nella schermata subito dopo dice che sono all'8%. Emozione Apple, come direbbe Antonio Dini.

"Ok ti sei fottuto la batteria", diranno i miei piccoli lettori. "Ma ce l'ho solo da un anno ed è (quasi) così (quasi) dall'inizio! E prima dell'iPhone 5, anche il modello 4 (no esse) mi faceva lo stesso scherzo.

Ora è vero che prima ero più anarchico, lo lasciavo sempre accesso e non chiudevo spesso le applicazioni (ancora adesso maneggiando l'apparecchietto qualche applicazione mi parte lo stesso), ma insomma...

Per essere sicuro di aver fatto tutto il possibile faccio un ripasso finale della checklist de la Stampa:

1. Usarlo poco: FATTO (anche se io l'iPhone l'avrei comprato, e neanche per 2 lire, per usarlo tanto-tanto, ma passi il suggerimento)
2. Disattivare l'effetto tridimensionale dello sfondo dello schermo: FATTO la settimana scorsa seguendo il consiglio de la Stampa
3. Disattivare gli aggiornamenti automatici: FATTO (idem come sopra)
4. Disattivare l'aggiornamento applicazioni in bakground: FATTO (idem come sopra)
5. Disattivare wi-fi: FATTO QUASI COMPLETAMENTE (tranne pochi minuti al bar)
6. Disattivare bluetooth: FATTO (questo lo facevo già prima che lo dicesse la Stampa)
7. Disattivare la localizzazione: FATTO QUASI COMPLETAMENTE la settimana scorsa. Come suggerisce la Stampa, l'ho fatto per la maggior parte delle applicazioni. Un paio le ho lasciate, altre, due o tre, mi hanno chiesto di riattivare la localizzazione al primo utilizzo, un paio di volte non ho resistito.
8. Impostare luminosità su un livello basso: FATTO
9. Disattivare le notifiche: FATTO PARZIALMENTE (non ho capito se mi perderei troppa parte della funzionalità di alcune applicazioni
10. Scaricare la mail manualmente: FATTO (a malincuore: era meglio, ovviamente, lo scarico immediato)
11. Disattivare Siri (sistema di riconoscimento vocale per attivare i comandi del telefono e di molte applicazioni): NON FATTO! (Una cosa nuova hanno fatto dall'iPhone 4s in poi e mi si chiede di disattivarla per risparmiare la batteria). Ho comunque disattivato il tasto "Alza per parlare".
12. Disabilita 4G: NON FATTO. E allora chiedimi di rimanere sul TACS per risparmiare.

Niente, non ci siamo, nonostante l'applicazione di quasi tutti (7 su 12, più altri 3 in modo quasi totale) i consigli (più l'adozione di altri accorgimenti). A parte che alcune delle funzioni disabilitate a qualcosa pur serviranno e ora non le ho più attive, la mia batteria non va, non va, non va! Non sto neanche a raccontare che già da mesi ho scaricato diverse App che dovrebbero aiutare nella gestione della batteria. Qualcosina fanno, ma non abbastanza.

Peccato perché l'iPhone sarebbe un gioiellino. Ultimo suggerimento:
13. Lasciarlo sempre spento e in carica. Così consuma davvero poco.


venerdì 14 marzo 2014

Derby in testa

Inutile girarci attorno: oggi è derby nella mia testa tra due vecchie canzoni: The Smiths - I Know It's Over e Arctic Monkeys - The Bad Thing. Quale scegliere?

Cliccando sui titoli qui sopra si possono ascoltare, ma anche leggere i testi può essere illuminante per scegliere correttamente.

The Smiths - I Know It's Over

Oh Mother, I can feel the soil falling over my head
And as I climb into an empty bed
Oh well, enough said..
I know it's over, still I cling
I don't know where else I can go
Oh Mother, I can feel the soil falling over my head
See the sea wants to take me
The knife wants to slit me
Do you think you can help me?
Sad veiled bride, please be happy
Handsome groom, give her room
Loud, loutish lover, treat her kindly
though she needs you more than she loves you
And I know it's over, still I cling
I don't know where else I can go
I know it's over
And it never really began
But in my heart it was so real
And you even spoke to me and said:
"If you're so funny
then why are you on your own tonight?
And if you're so clever
then why are you on your own tonight?
If you're so very entertaining
then why are you on your own tonight?
If you're so very good-looking
Why do you sleep alone tonight?
I know
'Cause tonight is just like any other night
That's why you're on your own tonight
With your triumphs and your charms
While they're in each other's arms.."
It's so easy to laugh
It's so easy to hate
It takes strength to be gentle and kind
It's so easy to laugh
It's so easy to hate
It takes guts to be gentle and kind
Love is Natural and Real
But not for you, my love
Not tonight, my love
Love is Natural and Real
But not for such as you and I, my love
Oh Mother, I can feel the soil falling over my head

Arctic Monkeys - The Bad Thing
Do the bad thing
Take off your wedding ring
But it won't make it that much easier
It might make it worse
Oh, the night's like a whirlwind
Somebody's girlfriend's talkin' to me, but it's alright
She's sayin' that he's not gonna slap me or try to attack me
He's not the jealous type
And I only need to get half an excuse and I'm away
But when there's no excuses, that's much easier to say
I've been before
And all these capers make her too forward to ignore
Well, she's talkin', but I'm not entirely sure, oh
Do the bad thing
Take off your wedding ring
But it won't make it that much easier
It might make it worse
Oh, I'm standing at the bar and somebody's partner's talkin' to me
But I don't know that is what she isn't
She murmurs things to confirm that the tragedy is true
And I knew how she could have anyone she wants
And I'm strugglin' to think of an immediate response
Like, I don't mind
Be a big mistake
For you to wait
And let me waste your time
Really, love, it's fine
Really, love, it's fine
And then the first time it occurred that there was something to destroy
I knew before the invitation that there was this ploy
Oh, but she carried on suggestin' a struggle to refuse
She said, 'it's the red wine this time, but that is no excuse.'

(grassetti miei)

Chi mi shazama mi shazsegua (first appearance ever)

La possibilità di utilizzare Shazam, quell'app che ti dice quale canzone stai ascoltando (e non solo), è uno dei motivi che mi hanno spinto qualche anno fa all'acquisto di uno smartphone. 

Non la uso spesso, ma ogni volta mi stupisco della sua genialità. E poi, in fondo, rispetto a tante altre app pressoché inutili, Shazam risponde a un'esigenza reale (adesso c'è anche la possibilità di lasciarla sempre accesa e di farle registrare tutto ciò che passa attorno a te: sarà utile per i rilevamenti radiofonici, ma già così la batteria mi dura un attimo e poi l'idea mi sembra un po' troppo invasiva).

Oggi, utilizzando Shazam su una canzone risultata poi essere Fazon di Jonathan Wilson, proposta da Radio2, vedi figura, ho scoperto, temo buon ultimo, che esiste una classifica sia per il 2013, che per il 2012, delle canzoni più "shazamate" del mondo (e di varie singole nazioni). 

Chi "shazama" (da qui in poi smetto le virgolette, ormai ci conosciamo) un brano, ne è incuriosito: vuole saperne di più, forse anche comprare il brano online. La curiosità, in questo caso, non è equivalente al gradimento, ma ne è una parente molto prossima.

Si tratterebbe quindi di una classifica oggettiva, si potrebbe pensare, del gradimento di quel brano tra la popolazione mondiale, quantomeno della popolazione che utilizza gli smartphone.

Ma poi, pensandoci bene, occorre quantomeno tener conto che:
1) potrebbero essere sovra-rappresentati i brani (e in parte anche gli interpreti) "sconosciuti" rispetto a quelli noti. Se so già chi è, e cosa canta, non shazamo. Quindi se una canzone diventa immediatamente popolare, magari con un paio di passaggi televisivi in programmi top al momento dell'uscita, sarà un po' meno shazamata (a parità di gradimento) di una canzone che arriva al top più lentamente.

2) e poi (a parità di gradimento) potrebbero essere più shazamati i brani proposti più frequentemente dalle stazioni radio e tv, rispetto a quelli meno programmati. Quindi per avere una misura oggettiva dell'incuriosimento/gradimento occorrerebbe calcolare la quantità di utilizzi di shazam per numero di passaggi radiotelevisivi (trascurando gli ascolti privati che pure potrebbero generare qualche raro utilizzo: di solito chi mette un cd sa cosa sta suonando e lo sa spiegare anche ai presenti). E volendo strafare bisognerebbe tenere conto anche dell'audience dei singoli programmi. Quindi una canzone che viene proposta una sola volta in un programma da un milione di ascoltatori se viene shazamata 10 volte, otterrà una Shazam-ratio di 1 utilizzo di shazam ogni 100.000 ascolti. Tanto per dire.

(Trascuro per un attimo che anche le radio che non annunciano e disannunciano i brani hanno più possibilità di generare shazamate di quelle che annunciano e disannunciano i brani).

Si dirà che tutto questo è un gigantesco pippone mentale, ma spesso i ragionamenti portano a scoperte non banali, infatti cercando questi dati in rete, mi sono imbattuto in un report molto interessante che oltre a darci la classifica dei dieci brani più shazamati del 2013 (nel mondo è Blurred Lines di Robin Thicke, mentre in UK prevale Avicii con Wake Me Up, secondo nel mondo) ci fornisce un sacco di dati utili come, ad esempio, il fatto che in Italia solo il 44,1% di chi utilizza la rete ha comprato qualcosa online, mentre in Spagna questa percentuale è del 54.5%. E poi dici che siamo sempre in ritardo.

sabato 8 marzo 2014

I magnifici nove: quale il tuo ri-premier?

Domanda meno ovvia di quanto sembri.
Con Audrey Hepburn da Madame Tussauds, Londra 2013

Dovendo partire da zero con un governo nuovo domattina e potendo scegliere soltanto uno tra gli ultimi nove ad avere ricoperto l'incarico di Presidente del Consiglio (visto che il decimo, Giulio Andreotti, è scomparso e tra i precedenti solo Ciriaco De Mita ed Arnaldo Forlani sono ancora viventi, ma un po' fuori dai giochi) tu a quale ti affideresti?

Ecco la lista dei candidati in rigoroso ordine alfabetico (per cognome): 1) Giuliano Amato, 2) Silvio Berlusconi, 3) Carlo Azeglio Ciampi, 4) Massimo D'Alema, 5) Lamberto Dini, 6) Enrico Letta, 7) Mario Monti, 8) Romano Prodi, 9) Matteo Renzi.

venerdì 7 marzo 2014

Compagni di merenzi


A tutta prima, quello pubblicato oggi su Il Fatto Quotidiano, sembra l'abituale articolo di spalla di Marco Travaglio capace di suscitare le abituali reazioni contrapposte tra i suoi tanti estimatori (tra cui molti dei miei amici ed io stesso) ed i suoi tanti detrattori (tra cui molti dei miei amici).

Leggendolo meglio però, forse più di altre volte, sorge abbastanza spontanea alla mente una serie di domande, alcune delle quali assolutamente inseribili nel solco della visione del mondo di Travaglio, tranne una che è invece di senso opposto, e che io trovo strano che lo stesso vicedirettore de Il Fatto Quotidiano non si sia posto. Ma partiamo dall'inizio.

Il motivo del contendere questa volta è il governo Renzi (e della relativa risposta di Maria Elena Boschi a una interrogazione del M5S): perché anche "il Rottamatore" non riesce a evitare di includere nella compagine di governo cinque indagati, tra cui uno già rinviato a giudizio?

Questa è la prima domanda. La seconda è una variante della prima e la stendo con le parole di Travaglio: davvero Renzi e i partiti che l'appoggiano (soprattutto il suo, con 4 indagati su 5) non conoscono 62 incensurati tutti insieme?

La terza è ancora una variante della prima: perché gli elettori sono disposti ad accettare nel Governo personaggi che non vorrebbero mai come amministratori del loro condominio in quanto indagati? Immagino che qualunque cittadino preferisca non avere un indagato come amministratore e nel dubbio (in attesa dei tre gradi di giudizio, pur con tutto il garantismo del caso) ne sceglierebbe un altro. Renzi ne prende addirittura cinque e non per un normale palazzo di 3 piani, ma nel Governo del Paese. La risposta probabilmente è che molti vedono il Governo come un'entità lontana (e quindi, un po', chi se ne frega) mentre il condominio è lì vicino.

Detto questo però resta un dubbio (quarta domanda): se bastasse essere indagati (nemmeno rinviati a giudizio) per essere fatti fuori dal governo, chiunque potrebbe avere la possibilità teorica, con un paio di denunce ben studiate e piazzate al momento giusto, di far fuori, (almeno temporaneamente, fino all'archiviazione) un ministro scomodo (e magari particolarmente efficiente). Come la mettiamo in questi casi?

Questa credo sia l'unica contro-deduzione vagamente sensata che Renzi potrebbe contrapporre alle obiezioni di una buona parte dell'opposizione e degli organi di stampa, visto che altre obiezioni, più strettamente attinenti ai profili dei ministri, viceministri e sottosegretari renziani apparirebbero decisamente naif (nelle immagini tre quadri naif di Zenone dal sito firenzeart.it).

Ad esempio quella relativa alla carenza di skill nel resto della popolazione: "Non mi interessa che la Barraciu sia indagata, una brava come lei non la si trova nei restanti 60 milioni di italiani" non ha, evidentemente, molto senso.

Improbabile anche l'argomento che questa scelta sia un tributo che Renzi deve pagare alle grandi alleanze "Me l'ha chiesto Alfano", visto che quattro dei cinque indagati sono del suo stesso partito.
E perfino attribuire la scelta a una risoluta affermazione, da parte di Renzi, della propria indipendenza apparirebbe capziosa: "Vi dimostro che sono in perfetto controllo della situazione, nessuno può dirmi cosa fare e non fare, tanto che se voglio includere uno o più indagati lo faccio. Ed ecco, l'ho fatto, visto?". No, non ha senso. 

E infatti non è credibile. Resta in piedi solo la rivendicazione (del tutto teorica, visto che questi erano indagati già da prima di essere chiamati al governo) del fatto che un Primo Ministro non possa accettare che dall'esterno si riesca ad arrivare a mettere fuori gioco un ministro scomodo con calunnie costruite ad hoc. Ma poi, scorrendo i profili dei membri del governo, ti rendi conto che questa forse non è nemmeno da prendere come ipotesi di scuola. Nessuno può veramente volere mettere fuori gioco i nostri cinque eroi in quanto scomodi.

Ma allora, perché?

Mistero Chef


Sono particolarmente fastidiosi quelli che iniziano i pezzi sui propri blog con formule del tipo "so che questa mia posizione attirerà molte critiche", "adesso mi direte che sono impazzito" e cose di questo genere. I veri maestri blogger non hanno bisogno di fare ricorso a questi mezzucci, eppure, senza dirlo esplicitamente, prima di sganciare la bomba di una opinione minoritaria, lasciano intendere di essere consapevoli che saranno lapidati dai fautori dell'opinione corrente. Con il sotto-testo, nemmeno troppo dissimulato di mostrarci quanto sono fighi e coraggiosi, perché stanno per esprimere un'idea fuori dal coro, che strapperà un "oh" di stupore ai propri lettori, che poi siamo noi.

Per una volta tento di fare quella parte anch'io. Perché so per certo che alcuni talent show, e Masterchef in particolare, godono di uno stuolo di aficionados agguerritissimo, specie nei social network e tra gli influencer, gli opinion leader e i trendsetter. Probabilmente anche tra i setter tout court, quelli irlandesi. Bau. E quindi a parlarne male si rischia di essere sputati da molti dei propri amici intelligenti. Ma io non ne parlerò male. Perché dovrei, visto che anch'io (ormai definitivamente spodestato del telecomando di casa, tranne quando gioca l'Inter in trasferta) a volte ne intercetto dei pezzi mentre mia figlia se ne gode la replica (o la registrazione) appena tornata a casa da scuola?

Ma, se già faccio estrema fatica ad appassionarmi a X Factor, dove perlomeno sono in grado di valutare le performance dei concorrenti, ancora più aleatorio è per me seguire le avventure di giovanotti che cucinano dei piatti che io non assaggerò mai. Capisco che anche il food design sia importante, ma se il piatto è buono o fa schifo alla fin fine lo sanno solo Cracco, Barbieri e quell'altro lì.

Considerato questo fatto, la idea che mi sono fatto è che alla gente, ai telespettatori, piaccia esclusivamente il fatto di vedere dei malcapitati sottoposti al vaglio di una giuria composta da personaggi umorali che passano dal maltrattamento fisico, al repentino e quasi ingiustificato encomio solenne delle proprie vittime. E che pertanto almeno l'80% del fascino di questi talent attinga a questa forma particolare di sadismo (al punto che è sotto-sotto ininfluente se i concorrenti cucinino, cantino o tentino di centrare un secchio col il getto della pipì). Sono certo che molti spettatori di X Factor usino il fast forward sul proprio My Sky, come talvolta fa mia figlia, sulle performance canore per precipitarsi a vedere il processo cui viene sottoposto l'esecutore del brano. "Non mi sei arrivato", "Perché hai scelto questo pezzo che non è adatto a te?", "Mi sei piaciuto di più la volta scorsa".

In ogni caso la mia domanda di oggi è un'altra: non è che il restante 20% tra i motivi del successo di questi programmi sia da rintracciarsi nella spropositata copertura mediatica offerta, ad esempio, dai giornali online e da alcuni influencer oculatamente piazzati in rete? In questo momento, la finale di Masterchef di poche ore fa, conclusasi con la vittoria del dottorino Federico (che per me doveva arrivare quartultimo dopo il penoso maiale in crosta dell'altro giorno, lo dico anche per dimostrare che so di cosa sto parlando) si trova in posizione scandalosamente alta sia sul sito di Repubblica, che su quello del Corriere, che su quello della Stampa. Praticamente solo sotto Renzi e l'Ucraina (il Corriere un po' più basso degli altri, ma ha di rinforzo un pezzo su Cracco nella colonna di destra).

Si dirà: i media se ne occupano perché è seguito. Boh. Per la semifinale c'era poco più di 1,3 milioni di ascoltatori in media (due milioni con l'ascolto differito) e si parlava di grande successo. E se fosse il contrario? Cioè che i siti di informazione (per il pubblico mainstream) e i social network (per i fighi della rete, il cui giudizio trendy finisce per coincidere con quello più ovvio dei redattori dei giornali mainstream) "battezzino" come successo un fenomeno televisivo che, alla fin fine, tocca giusto un italiano su 30-40, e che alcuni spettatori siano invogliati a vedere Masterchef anche perché trovano i pezzi in terza-quarta posizione sui quotidiani online e alla fine finiscano per farselo piacere "per non essere da meno". Mistero Chef. 




domenica 2 marzo 2014

Carenza di cucù (ovvero: perché stavolta l'Ucraina è spacciata).

"Una politica basata, come tutte le cose della vita, sulla stima, sul rispetto, sull'amicizia.

Vedete, qualche volta ci hanno accusato anche di mettere in atto una politica del cucù: vi ricordate quello che io feci alla cancelliera Angela Merkel a Trieste che stava avviandosi in una direzione sbagliata e io la richiamai facendogli "cucù" da dietro un monumento.

Bene, qualche giorno prima me l'aveva fatto Putin a me e quindi non era nemmeno una mia trovata originale. Ma cosa vuol dire questo? Vuol dire che quando si riesce a stabilire con gli altri leader un rapporto di confidenza come questo, si risolvono molto meglio tutti i problemi e è facile alzare il telefono, parlare al telefono e arrivare subito a una soluzione che ti è cara, che ti è conveniente.
Bene, allora cosa è successo dopo che siamo stati al governo, mentre affrontavamo le emergenze interne? È successo che il presidente della Georgia, Sciacasvili (sic), attaccasse con i suoi missili dieci paesi in Ossezia producendo la morte... provocando la morte di ottanta soldati delle forze di peacekeeping (siamo generosi n.d.r.) della Federazione Russa, di 1.500 abitanti, tra cui molti bambini e 2.500 feriti. Putin andò là, rimase terrificato da ciò che vide, ebbe a telefonarmi, mi disse: "Questi in due notti hanno fatto un quinto di quello che sono state le vittime in Cecenia in una guerra che dura da vent'anni. Dove vogliono arrivare?". E decisero con il Parlamento, e con tutto il popolo russo che spingeva alle spalle del Parlamento, di entrare in Georgia, di mandare i loro carri armati alla conquista di Tibilisi (sic) e sarebbe avvenuto qualcosa di terribile. Se ci fosse stato lo scontro tra l'esercito russo e l'esercito georgiano, ci sarebbe stata una immensa quantità di vittime, ma soprattutto si sarebbe aperto un divorzio tra la Federazione Russa, l'Unione Europea, l'Alleanza Atlantica e gli Stati Uniti. Un divorzio difficilmente ricuperabile: saremmo ritornati a quella Guerra Fredda che ha assediato la nostra vita per lunghi decenni.

Io ebbi l'intuizione di mandare subito il mio amico Sarkozy, che era presidente di turno dell'Unione Europea, a Mosca a parlare con Medieve (sic) e mi tenni per un periodo lunghissimo al telefono con diversissime telefonate il mio amico Vladimir Putin e arrivati a 15 chilometri da Tiblisi (sic), a due ore da Tiblisi, dove Putin, cito tra virgolette, voleva prendere Sciacasvili, che lui diceva peggio di Saddam Hussein, e appenderlo all'albero più alto di Tiblisi, riuscimmo, Sarkozy ed io, a compiere il miracolo di fermare i carri armati russi, appunto a 15 chilometri, a due ore da Tiblisi. Questo credo che sia stata una grande operazione di politica internazionale"

(Silvio Berlusconi alla Festa della Libertà di Benevento, 11 ottobre 2009 - grassetto mio)

sabato 1 marzo 2014

L'ora dell'amore

Un parquet
La storia è stata racconta abbastanza bene in questo articolo dell'Espresso e in altri del Fatto quotidiano linkati sotto. Ma mi sia consentito un piccolo riepilogo (con sei personaggi in cerca di autore).

A) C'è il direttore dell'Ora della Calabria, Luciano Regolo (1), che vuole fare il proprio lavoro: pubblicare un articolo in cui si segnala che un certo Andrea Gentile (2), è indagato nell’ambito dell’inchiesta sulle cosiddette "consulenze d’oro" all’Asp di Cosenza.

B) Andrea Gentile, l'indagato, è figlio del senatore (del Nuovo Centrodestra) Antonio Gentile (3) coordinatore regionale del proprio partito.

C) A questo punto salta fuori Umberto De Rose (4) il presidente di Fincalabra (Società Finanziaria Regionale per lo Sviluppo Economico della Calabria) il cui capitale è totalmente detenuto dalla Regione Calabria, che è anche lo "stampatore" dell'Ora della Calabria, che chiama l'editore del giornale, Alfredo Citrigno (5) ingiungendogli di fare pressione sul direttore per togliere la notizia (siamo nella notte tra il 18 e il 19 febbraio).

D) Direttore ed editore (che pure tenta di far cambiare idea al direttore, come riporta il direttore in una conferenza stampa il giorno dopo) non recedono, ma il giornale non arriva in edicola, guarda caso, per un guasto alle rotative di De Rose.

E) Matteo Renzi (6) nomina sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, il sen. Antonio Gentile.

Suggerisco a tutti, specie quelli che fanno del "pubblico" una religione ("acqua pubblicaaa!" "scuola pubblicaaa!" "uallera pubblicaaa!") di ascoltare con attenzione la telefonata di un presidente di una società a capitale totalmente pubblico e poi di farsi qualche domanda (magari pensando anche alle società a controllo pubblico del Comune di Roma).

Io poi una domanda me la faccio: ma chi l'ha voluto uno che parla e ragiona come De Rose (ribadisco: ascoltare la telefonata, please) a capo della Fincalabria? Nomi e cognomi!

Ah no, ce n'è una seconda: cosa farà ora Matteo Renzi? P.S.: grazie a Marta M. per avermi segnalato il caso. Alberto N. mi dice che si tratta di una storia di amore paterno, da cui il titolo di questo post.

Tempo al tempo


Eugenio Lamanna sistema la barriera
Oggi, al minuto 43:48 del derby toscano di Serie B, Siena-Empoli, sul risultato di 0-0, il centrocampista senese Guillermo Giacomazzi ha commesso un fallo sul trequartista dell'Empoli Simone Verdi a circa trenta metri dalla porta del Siena.

Niente di preoccupante: il fallo commesso non era particolarmente grave: Verdi si è rialzato subito (nessuno ha, nemmeno lontanamente, pensato di fare intervenire i medici) e Giacomazzi non è stato ammonito: c'è stata sì, qualche protesta, ma non particolarmente significativa. E nessuna delle due squadre, sullo 0-0, aveva il minimo interesse a perdere tempo.

Uno degli "orologi molli" di Dalì
Pertanto non è assolutamente comprensibile perché in assenza di infortuni, di interventi medici, di ammonizioni il calcio di punizione sia stato battuto al minuto 45:06, ovvero 78 secondi dopo il fallo. Non si trattava nemmeno di un calcio di punizione dal limite dell'area (anche se poi Maccarone ha colpito il palo). Tutto il tempo è stato perso in discussioni, nemmeno troppo animate, piazzamento della barriera, (nell'immagine il portiere del Siena, Eugenio Lamanna durante questa operazione) controllo della distanza e manfrine varie.

Ho preso questo esempio perché mi è saltato agli occhi, e perché toccava due squadre "qualsiasi", non le solite Juventus, Roma o Inter, capaci di accendere polemiche di qualsiasi tipo, ma questa è, quasi, la norma.

Il calcio è uno sport in cui il tempo effettivo non è previsto, e ogni volta che vi si accenna si levano scudi di ogni tipo, eppure in una partita di calcio si può buttare via in questo modo l'1,44% del tempo di gioco previsto in un singolo episodio.

E quando una delle due squadre ha interesse a perdere tempo accade spesso anche di peggio e molto raramente vengono concessi più di 3-4 minuti di recupero. E infatti anche in questa occasione è stato concesso soltanto qualche secondo di recupero nonostante dopo il palo di Maccarone sia stato espulso Eramo, un giocatore dell'Empoli. Ma perché deve essere così?