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domenica 14 dicembre 2014

Sanremo 2015: la classifica di Twitter


E passiamo ad argomenti più ameni come il 65° Festival della Canzone Italiana, il Festival di Sanremo.

Quale dei 20 "big" in gara ha più follower su twitter?

Ecco la classifica: i componenti dei gruppi sono presenti sia come gruppo (laddove presente un account twitter collettivo), sia come singoli (se hanno un account twitter individuale).

Sorpresa: a parte Il Volo, ai primi sei posti sono tutte donne!


1. Anna Tatangelo 373995 @_AnnaTatangelo_
2. Irene Grandi 354953 @irene_grandi
3. Il Volo 243301 @ilvolo
4. Annalisa 221994 @NaliOfficial
5. Chiara 217344 @Chiara_Galiazzo
6. Malika Ayane 196180 @malikayane
7. Nek 191939 @NekOfficial
8. Nina Zilli 179678 @ninazilli
9. Moreno 144364 @realmoreno_mc
10. Alex Britti 134663 @alexbritti1
11. Gianluca Ginoble (Il volo) 129555 @GianGinoble
12. Mauro Coruzzi (Platinette – G. Di Michele e M.Coruzzi) 115777 @mauroplati
13. Piero Barone (Il volo) 88501 @piero_barone
14. Ignazio Boschetto (Il volo) 73005 @IBoschetto
15. Dear Jack 54988 @DearJackOf
16. Nesli 48458 @neslimusic
17. Alessio Bernabei (Dear Jack) 46526 @alessiobernabei
18. Lara Fabian 45909 @LFabianOfficial
19. Francesco Mandelli (Biggio e Mandelli) 38961 @FrancesNonJova
20. Lorenzo Fragola 31900 @fragolaofficial
21. Gianluca Grignani 31247 @grignanipage
22. Bianca Atzei 12934 @biancaatzei
23. Raf 12811 @RafRiefoli
24. Riccardo Ruiu (Dear Jack) 12524 @RiccardoRuiu
25. Alessandro Presti 12223 @AleApolloPresti
26. Marco Masini 8024 @marcomasini64
27. Grazia Di Michele (Grazia Di Michele e Maurizio Coruzzi) 5192 @dimichelegrazia
n.c. Fabrizio Biggio (Biggio e Mandelli)

n.c. Francesco Pierozzi (Dear Jack)

n.c. Lorenzo Cantarini (Dear Jack)


Nota: non risultano account ufficiali per Fabrizio Biggio (di Biggio e Mandelli, i Soliti Idioti, e per due dei cinque Dear Jack). Qualche dubbio sull'ufficialità dell'account di Francesco Mandelli.

venerdì 5 dicembre 2014

Papa Francesco: che dura la vita da twitstar!


Sorpresa: anche Papa Francesco deve barcamenarsi tra le difficoltà dei meandri della comunicazione in rete e sui social network dove sta facendo certamente bene, ma non benissimo.

Eletto il 13 marzo 2013, Papa Francesco si trova in dotazione le utenze twitter, inaugurate solo 3 mesi prima (primo tweet il 12 dicembre 2012) dal suo predecessore Benedetto XVI, e un discreto gruzzolo di follower, circa 3.300.000 segnati l'ultimo giorno di pontificato di Papa Ratzinger.

Oggi, 5 dicembre 2014, le nove utenze del Papa contano complessivamente 16.872.683 follower, quasi la metà dei quali raccolte dall'utenza in lingua spagnola. Qualche ora fa L'Avvenire celebrava il superamento dei 300.000 follower dell'utenza del Papa in latino (vedi riepilogo delle nove utenze in appendice). Ben fatto, Sua Santità.

Ma analizziamo la performance della sola utenza pontificia in lingua italiana nel corso dell'ultimo anno (5 dicembre 2013-5 dicembre 2014).

Il 5 dicembre 2013 @pontifex_it contava 1.350.226 follower. A distanza di un anno i follower sono diventati 2.187.885 con un incremento del 62,04%. Non male, si potrebbe pensare. Ma il dato non brilla di certo se messo a confronto con quello di altri personaggi celebri e che dispongono di una platea di follower dello stesso ordine di grandezza del Papa. 

Lo showman Fiorello, ad esempio, nello stesso periodo piazza un notevole +157,31% triplicando quasi i propri follower fino a toccare quota 812.893, mentre Mario Balotelli realizza un +108,16%. Per la precisione Supermario sovrasta persino in numeri assoluti l'utenza del Papa in italiano: 3.322.780 contro i già citati 2.187.885 (anche se per un confronto equo occorrerebbe tener conto quantomeno anche dell'utenza inglese del Papa, visto che nell'unica utenza a sua disposizione Balotelli twitta anche in inglese).

Meglio del Papa, come incremento annuo, fa anche il premier Matteo Renzi: +111,16 anno su anno, fino a toccare i 1.461.115 follower. Procedendo di questo ritmo Renzi supererebbe l'utenza italiana di Papa Francesco nel corso del 2016. 

Insomma con il suo +62,04% Papa Francesco si inserisce in un gruppo di classifica medio-alta, ma non altissima, poco sotto il Partito Democratico (+68,42) e con un piccolo vantaggio, ad esempio, su il Post (+60,56%) e Angelino Alfano (57,89%).

Follower Lingua %
7.356.806 spagnolo 43,60
4.789.341 inglese 28,39
2.187.939 italiano 12,97
1.215.886 portoghese 7,21
320.716 francese 1,90
309.807 polacco 1,84
300.324 latino 1,78
226.309 tedesco 1,34
165.555 arabo 0,98
16.872.683 TOTALE

martedì 10 giugno 2014

Famo a capisse - (Bagnai e dintorni reloaded)

Nel mio precedente intervento ho cercato di aprire a più dei 140 caratteri la discussione che era nata su twitter dopo la presentazione a Pescara del libro di Mario Giordano Non vale una lira, in cui io ho espresso idee diverse dall'altro presentatore Alberto Bagnai e dallo stesso Giordano.

Perché la discussione sia proficua occorre però seguire alcune regole dell'argomentazione senza le quali si fa solo confusione. Se io dico ad esempio: "mi piace Ana Ivanovic, come tennista e come donna", il commento o il tweet successivo da parte di un'altra persona non può essere: "Ardemagni, come ti ha spiegato Bagnai, Maria Sharapova è brutta ed è un uomo". Primo perché io sto parlando di Ana Ivanovic e non di Maria Sharapova, secondo perché, anche se non ricordo esattamente cosa abbia detto Bagnai, è fuori discussione che la Sharapova sia una donna e secondo me pure molto carina, anche se non al livello della Ivanovic (nella foto la tennista serba posa con l'autore del post).

A questo proposito è esemplare un flam nato su twitter e che riporto poco più sotto.

Nel corso della presentazione io ho cercato di spiegare, forse non riuscendoci del tutto, che per un paese come l'Italia (ma l'esempio può valere per qualsiasi paese) riuscire a piazzare titoli di stato a tassi non altissimi, non è poi questa sciagura (anzi). Dipende poi cosa ci fa il governo con quei soldi: i denari possono essere utilizzati per investimenti produttivi (tanto per dire, la banda larga) o buttati nel cesso come spesso accade. Allo stesso modo il debito privato: in regime di tassi bassi, le aziende possono acquisire asset strategici o dilapidare i soldi presi a prestito (nelle varie forme previste come prestiti, obbligazioni ecc.). Anche le famiglie possono spendere in consumi e mattone oppure mandare i figli a studiare in università prestigiose e investire sul futuro. Insomma dipende dai casi. Ovviamente anche il sistema creditizio ha le sue responsabilità nell'indirizzare e nell'erogare credito in un senso o nell'altro.

In ogni caso, di per sé, avere tassi bassi, per chi prende a prestito è, intuitivamente, un vantaggio. Chiunque sarebbe felice di sapere che la banca gli ha abbassato il tasso del mutuo. Per Bagnai vale invece un ragionamento anti-intuitivo: un tasso basso è un'arma a doppio taglio può indurre Stato e privati a indebitarsi troppo (tipicamente a favore di paesi forti, come la Germania, che ne approfitterebbero). Cito testualmente: agli apostoli della “credibilità” come valore assoluto va ricordato in modo estremamente pragmatico che forse per certi paesi sarebbe stato meglio essere meno credibili e indebitarsi di meno. (Tratto da Un external compact per rilanciare l'Europa).  

Io capisco il punto sollevato e però resto della mia idea: tutto dipende da cosa ci fai con quei soldi e cito, nella presentazione il caso della Silicon Valley. Se i soldi li usi ad esempio per favorire la nascita di un polo di ricerca informatica o li adoperi per fare la banda larga, magari è possibile rientrare in tempi non biblici e incentivare lo sviluppo del Paese.

Su questa premessa, ecco cosa succede su twitter.

1) Mi scrive un certo Benedetto Ponti, copiando Bagnai, e citando un articolo della Mazzucato (che abbiamo sentito recentemente al Festival Economia a Trento) in cui si ricorda quanto sia sorprendentemente importante lo Stato, con i suoi investimenti, anche in casi di successo privato come la Apple.
Questo tweet non smentisce affatto quello che dico. Io dico: è un bene avere prestiti a tassi ragionevoli (che tu sia privato o pubblico) basta non buttare poi i soldi nel cesso. Ma Ponti, forse pensando che io sia un fan degli investimenti solo privati, anche in ambito di ricerca e sviluppo, dice questa cosa pensando di confutarmi. (Il fatto che io non sia del tutto persuaso, come Zingales sempre a Trento, dell'intervento della Mazzucato è qui del tutto irrilevante). 

Pur non confutandomi Ponti riceve 8 retweet e 3 favoriti dai soliti amici di Bagnai.

2) Io gli rispondo: sottolineando che per me il punto importante non è intervento pubblico o privato, ma il fatto che indebitarsi, anche con la Germania!, che tu sia pubblico o privato, non è questa sciagura se i soldi li investi in fattori produttivi, che rendono. E scrivo 
3) A questo punto interviene niente meno che Bagnai in persona, il quale compie lo stesso errore del proprio adepto. Si mette infatti a sottolineare nuovamente il fatto che l'investimento pubblico possa dare grossi frutti. Che - lo ripeto alla nausea - non era per me oggetto di discussione.


Anche Bagnai, pur equivocando, ottiene comunque i suoi bravi 5 retweet e 4 favoriti.

4) Tralascio un paio di interventi di colore, uno dei quali mi dà, indirettamente dello zuccone, un altro esprime delle perplessità sulla Mazzucato e viene rintuzzato da Bagnai. Io cerco di riportare la discussione al tema originario: 
La verità è che non so più che fare. Forse Ponti, e pure Bagnai, avendomi battezzato come un neoliberista integralista pensano che io sia contro ogni tipo di investimento pubblico. Come faccio a spiegare a Ponti che io sono felicissimo se lo Stato (sia pure gli USA) investe, e soprattutto lo fa in maniera proficua, in ricerca & sviluppo? Anche se forse sarebbe ancora meglio se investisse proporzionalmente di più sulla scuola e l'università, ma sarebbe un discorso lungo. 

5) E così ecco arrivare altri due tweet di Ponti:
Va bene e allora?

6) Il secondo è questo:
Sono stanco, e non ho voglia di litigare. 

7)  E allora dico una banalità che nei miei intenti dovrebbe smorzare la polemica
Intendendo: no agli integralismi pro privato o pro pubblico. 

8) Lui invece si offende e risponde piccato:
Certo, a volte il privato cerca un ritorno economico sull'investimento (ROI) a breve, mentre le grandi opere richiedono anni per essere ripagate ed è forse giusto che le finanzi lo Stato o che comunque sia lo Stato a coordinare gli investimenti pubblici e privati. L'importante è sempre non buttare i soldi. Poi però Ponti aggiunge una postilla: che lo Stato non pretende di rientrare nell'investimento a tre mesi SE E' SOVRANO. Intendendo con questo se ha la sovranità monetaria (in pratica, nel nostro caso, se è fuori dall'Eurozona). Quindi, seguendo il suo ragionamento, la Svezia e la Norvegia, che hanno le loro corone, possono permettersi di investire di più in ricerca e sviluppo della Finlandia che sta nell'Euro (trovo che i paesi scandinavi offrano le comparazioni più facili perché ci sono Islanda e Norvegia fuori UE, Danimarca e Svezia nella UE ma fuori Eurozona e Finlandia nell'Eurozona, e hanno climi, culture - a parte la lingua finlandese - e dimensioni paragonabili). Ma, sorpresa delle sorprese, Svezia (che è sovrana monetariamente) e Finlandia (che è nell'eurozona) sono quinta e sesta nel mondo per investimenti in ricerca e sviluppo sul Pil (rispettivamente 3,3% e 3,1%) mentre la Norvegia è ventiduesima con solo l'1,6% (dati 2011). 

9) Quindi essere nell'Euro per la Finlandia non costituisce un fattore che le impedisce di investire in ricerca, checché ne dica Ponti... E glielo segnalo con l'ennesimo tweet, piuttosto spazientito
10) Lui però legge solo le prime parole del mio tweet. Pensa che io non abbia capito cosa significa "sovrano" (mentre sono già tre passi avanti e gli ho dimostrato che essere "sovrani" non conta un accidente, quando arrivi agli investimenti in ricerca e sviluppo) e fa il grosso, dicendo che Bagnai me l'ha spiegato.
11) Cerco di fargli un disegnino con questo tweet, chiamandolo "tesoro". Se non la si butta un po' sull'affetto...
12) Lui però, non contento, mi risponde ancora, replicando al mio "tesoro". Che caro!
13) Niente da fare. Decido che con twitter non ci si intende, specie se si è deciso fin dall'inizio di non capire e di cercare maldestramente di far passare gli altri per cretini. E decido di passare sul blog. Almeno i caratteri sono tanti. 
Se Ponti, che sul suo profilo twitter dice di fare il professore di diritto amministrativo e non il picchiatore o l'usciere (con il massimo rispetto per gli uscieri) mi legge qui, provi innanzitutto a spiegarmi perché ritiene che soltanto se "è sovrano" il pubblico potrebbe investire nella ricerca e nello sviluppo.

Ps: sempre per sottolineare la supponenza di questa simpatica combriccola, anche un altro di loro, tale Petrone, mi segnala su twitter l'intervento della Mazzucato a Trento, dicendomi che lui se lo sta ascoltando in spiaggia e dandomi del giornalista pigro. Ora io a Trento c'ero e la Mazzucato l'ho ascoltata, sia pure in registrata (c'era qualcosa in contemporanea che mi interessava di più) e non mi ha convinto granché. Chissà se c'erano anche Petrone e Ponti.