sabato 30 ottobre 2010

Binga Binga














A un certo punto, mentre sto usando già da un'oretta Internet Explorer sul PC di mia moglie, mi compare una minacciosa finestrella (vedi figura) che mi informa che che la Bing Toolbar è installata e pronta per l'uso. Ma chi gli ha detto di installarsi? E quando è stata installata? Non certo ora, non certo io.

La finestrella non si accontenta di informarmi. Mi chiede due cose: la prima è se sono disposto ad aiutare la Microsoft a migliorare prodotti e servizi raccogliendo informazioni sul “mio” computer (c'è un check-box da spuntare, ovviamente il default è impostato a “Sì”) e la seconda è se voglio iniziare a usare la Bing Toolbar (le scelte sono: OK / No, grazie).

Intanto dietro la finestrella che fa le domande, mi rendo conto che nella finestra del browser la Bing Bar è già stata installata e pronta per l'uso. Ma come? Installata ora? Ancora prima di chiedermi se voglio usarla? O era installata già da tempo (non lo so, il PC non è mio)? Ma mettiamo che sia stata installata ieri, mentre mia moglie utilizzava il PC, perché me lo chiedi solo ora se la voglio usare?C'è qualcosa che non torna.

Comunque decido che no, porca zozza, non voglio aiutare la Microsoft a migliorare prodotti e servizi se questo comporta la raccolta di dati sul mio computer, che poi è quello di mia moglie, ma loro non lo sanno, e soprattutto non me ne frega nulla di usare la Bing Toolbar: ho letto tutto delle presunte nefandezze di Google, ma come motore di ricerca continuo a preferirlo. Decido così di rimuovere la flag sul check-box (sono certo che molti utenti nemmeno si accorgono che è lì e consentono alla raccolta dati inconsapevolmente) e di pigiare “No, grazie” all'utilizzo di Bing ToolBar.

A questo punto compare un'altra finestrella (della quale non riesco nemmeno a prendere lo screen shot) ma che recita:
Controllo dell'account utente
Consentire al programma seguente di apportare modifiche al computer?
Nome programma: Bing Bar
Autore verificato: Microsoft Corporation
Origine file: Unità disco rigido nel computer

In fondo alla finestrella i soliti due bottoni: Sì / No

Decido che NO, non voglio che Bing Bar apporti modifiche al computer di mia moglie, non voglio saperne nulla di Bing, sparite, amici della Microsoft. L'unico Bing che riconosco è Crosby! Nell'altra finestra vi ho già detto che NON VOGLIO UTILIZZARLA, la Toolbar perché ora mi chiedete se Bing Bar può addirittura “apportare modifiche al mio computer?

Niente da fare, se in questa seconda finestrella clicco su "No", mi viene riproposta la prima in un loop eterno: non c'è modo di uscirne. Qui l'utente medio, viene preso per sfinimento e alla sesta volta, se non prima, clicca sull'opzione: “Sì, mannaggia, utilizziamo 'sta Bing Toolbar e facciamola finita!” dimenticando peraltro di rimuovere la flag, così aderisce anche alla raccolta dati.

Ma c'è anche una percentuale di utenti tignosi della quale mi picco di fare parte che non si rassegna. Al dodicesimo tentativo mi si accende una lampadina: alla prima clicco ancora una volta "No grazie" ma - attenzione - alla seconda clicco su: "Sì". Operazione apparentemente temeraria perché tu consenti a un programma che NON vuoi utilizzare di apportare modifiche al tuo computer (o a quello di tua moglie).

E invece è la soluzione, l'uovo di Colombo, l'oplà risolutivo perché a quel punto parte la disinistallazione di Bing che evidentemente aveva bisogno di apportare modifiche al computer per disinstallarsi.

Resta da capire perché la maledetta Bing Toolbar che ci ha fatto impazzire al momento di doversi di disinstallare, quando si è trattato di installarsi non abbia fatto tutte queste domande. C'è una piccola possibilità che le abbia fatte a mia moglie qualche giorno fa, ma allora perché mi ha chiesto solo oggi se la volevo usare?

Per i più curiosi questa è la schermata che compare alla fine del processo di disinstallazione della Bing Toolbar. Poi magari la Bing Toolbar è una figata immensa e io mi sto perdendo qualcosa, ma non si può sempre star dietro a tutto.

2 commenti:

Dani ha detto...

I messaggi criptici sono sempre stati un marchio di fabbrica della Microsoft.
Anche quando decisero da Vista in poi di inserire lo UAC (User Account Control), che semplificando serve per far capire all'utente che sta per eseguire operazioni come amministratore di sistema e quindi potenzialmente dannose, lo hanno fatto in modo da confondere ancor più il malcapitato, come è successo a te.
Tra l'altro l'idea sarebbe pure buona (oltre che un po' scopiazzata dal mondo opensource), è solo implementata male.
Per quanto riguarda installazioni automatiche, privacy e compagnia bella con il software c.d."Closed" (Microsoft, Apple) è, come al solito, un salto nel buio!
Sono curioso di sentire alla radio la tua "prova su strada" di Windows 8, quando uscirà! =)

Marco Ardemagni ha detto...

Ciao Dani! Beh, più che criptici, proprio fuorvianti... proverbiale il fatto che per finire di lavorare devi partire dal pigiare il tasto Start. Windows 7 è meglio di Vista, ma lo UAC continua a dispiegare i suoi danni. Io poi continuo a preferire la funzione di ricerca vecchio stile, quella che quando mettevi *.xls ti tirava fuori tutti (e soltanto) i fogli excel archiviati sul tuo PC ( indicizzati e non) e non si metteva a cercarli in rete.