venerdì 11 maggio 2012

Suicidi economici: dove sta la verità?

L'argomento è tristissimo, ma la polemica è vera e non è giusto accontentarsi della prima spiegazione. Riepiloghiamo:

I SUICIDI PER MOTIVI ECONOMICI SONO AUMENTATI.
Da alcune settimane viene segnalato da più parti un preoccupante incremento dei suicidi per ragioni economiche (alcuni commentatori sottolineano la diffusione del fenomeno in particolare tra gli imprenditori in crisi).
Tra chi denuncia questo fenomeno, va ricordata prima di tutti la CGIA di Mestre e in secondo luogo quello che considero uno dei miei punti di riferimento: Oscar Giannino sul suo blog e a Radio24, che sulla base di questa grave emergenza sociale ha lanciato la campagna "Disperati mai".
Non solo: sull'onda di questo allarme, abbiamo assistito a un vero fiorire di meritevoli iniziative di sostegno, anche psicologico, nei confronti degli imprenditori in difficoltà da parte dei sindacati, delle associazioni industriali, delle camere di commercio, fino a manifestazioni più criticabili
come questa da parte de La Destra.
Questi link risalgono agli ultimi giorni, ma la polemica era stata sollevata già a metà aprile e aveva provocato questo scivolone da parte di Mario Monti che già il 18 aprile aveva sottolineato che in Grecia si stava peggio che da noi, perché là i suicidi per la crisi sono stati ben 1725. Un'uscita davvero opinabile.
Successivamente, il 4 maggio, a Bologna c'è stata la marcia dei parenti delle vittime dei suicidi dovuti alla crisi, evento che non ha avuto sufficiente copertura mediatica, come sottolineato dagli stessi osservatori di cui sopra. Ovviamente queste morti vengono imputate, pur se non direttamente, al governo sia per la pressione fiscale impressionante che mette in ginocchio gli imprenditori sia per "una totale incapacità di comprendere il paese reale" (testuale di Nicola Porro, oggi intervistato da Oscar Giannino a Nove in punto). Di certo uscite come quella di Monti sui suicidi in Grecia NON aiutano.

NO, I SUICIDI PER MOTIVI ECONOMICI NON SONO AUMENTATI. Dopo l'esposizione di alcuni dubbi sollevati da Filippo Facci in un primo e in un secondo commento sul Post, due giorni fa è uscito un articolo di Wired, poi ripreso da molti (tra cui la Repubblica che ha approfondito l'argomento con il sociologo Marzio Barbagli e anche il mio amico blogger Matteo Bordone), che ha sottolineato come, da dati Istat e Eures dal 1 gennaio all'8 maggio 2012, i suicidi "per ragioni economiche" fossero "soltanto" 38. Così ho calcolato che, proiettato su tutto l'anno, questo dato parziale ci porterebbe a un totale di 108 al 31 dicembre 2012. Mentre nel 2010 (ultimo dato Istat disponibile) questi morti erano stati 187 e nel 2009 addirittura 198. Quindi non ci sarebbe alcuna "emergenza suicidi economici". A ulteriore supporto di questa posizione l'articolo di Wired segnala che non c'è nessuna correlazione diretta tra la situazione economica e l'incidenza dei suicidi sulla popolazione di un paese: per dire Finlandia e Germania, con economie più floride, hanno quattro volte e due volte più suicidi di noi, mentre la Grecia, dove la crisi è al top, ne ha molti meno di noi: anzi risulta essere il paese con meno suicidi d'Europa!

Queste le due posizioni. Ma chi ha ragione, o meglio: quali sono i punti ancora da chiarire per stabilire chi ha ragione? Volutamente, per ora, non tratto del cosiddetto "Effetto Werther" (l'effetto di emulazione) perché esula in parte dal problema in senso stretto.

1. Il primo dato è che l'articolo di Wired non precisa da dove esca questo 38 come numero dei suicidi (fino all'8 maggio 2012) legati alle difficoltà economiche. Più avanti nell'articolo linka correttamente l'analisi Istat del 2010 e quella Eures, ma non si capisce la fonte di quel numero. Inoltre nell'articolo manca anche il totale dei suicidi in senso assoluto (di cui quelli economici sono un sottoinsieme).

2. Se fosse confermato come dato comparabile con quelli Istat del 2010 avremmo però davvero una diminuzione e non aumento di questi suicidi per ragioni economiche (che nel 2010 erano 187 su 3048 totali e nel 2009 addirittura 198 su 2986) mentre quest'anno la proiezione ci porterebbe a 108. Va detto però che le classificazioni vengono fatte dalle forze dell'ordine ed è spesso difficile trovare un singolo movente a un atto così complesso (si parla, correttamente, di fenomeno multifattoriale). Però verosimilmente i criteri dovrebbero essere rimasti invariati attraverso gli anni e quindi non si capisce perché (escludendo nuovi criteri o direttive dall'alto che nessuno segnala) quest'anno meno suicidi dovrebbero essere stati catalogati come "economici". Per maggiore precisione, come si vede a pagina 3 di questo documento i dati "anomali" si riscontrano proprio tra il 2008 e il 2010 gli unici anni in cui si toccano i 150-198 suicidi economici, mentre negli anni precedenti si stava sempre non lontano dai 100. Se la tendenza del 2012 fosse confermata si tratterebbe quasi di un "ritorno alla normalità". Ma i dubbi su quel 38 restano!

3. Ribadisco qualche dubbio su quel 38, non vorrei che fosse in qualche modo in relazione con il 32 segnalato dalla CGIA qualche giorno prima come numero degli imprenditori suicidati dall'inizio dell'anno, che è tutt'altra cosa: un imprenditore si può suicidare per motivi NON economici e viceversa un suicidio per motivi economici può essere commesso da un NON imprenditore. Se fosse così sarebbe un bell'equivoco. A non fare chiarezza contribuiscono agenzie come questa dove si cita 138 e non 38 e si mischiano le due categorie.

4. Se fosse confermato quel 38 però, non potremmo non segnalare (e con dolore, visto l'affetto e la stima che ho nei confronti di Giannino) lo sfruttamento di una non-notizia per ragioni di polemica politico-economica che non avrebbe affatto bisogno di questi mezzi per avere facilmente ragione, visto che gli imprenditori in crisi sono DAVVERO TANTI, che la pressione fiscale è DAVVERO DISUMANA e i tagli alla spesa pubblica sono DAVVERO INDIFFERIBILI e che il governo a più riprese ha mostrato una distanza siderale con la pancia del paese, da cui, ad esempio, deriva parte del successo del M5S alle amministrative. Ma se questa storia dell'aumento dei suicidi fosse falsa, sarebbe una bolla mediatica imperdonabile, proprio per la delicatezza della materia trattata, una mancanza di rispetto innanzitutto per quelle persone e poi per chi legge. Sarebbe interessante capire come si riesce da un punto di vista mediatico a illuminare metodicamente un fenomeno che magari, da un punto di vista numerico è assolutamente nella media. Tanto per dire, su una cosa così, l'aumento della criminalità a Roma Alemanno ci ha vinto prima un'elezione e poi una grossa gatta da pelare. Io però ancora non credo del tutto che ci sia stata un'operazione del genere.

Insomma non sono ancora riuscito a farmi un'opinione precisa, intanto per quel dubbio sul numero 38 e poi per la mancanza del numero totale di suicidi nel 2012. Se qualcuno ha dati più precisi per cortesia li posti per cercare di rimettere le caselle a posto.

5. Resta un'ultima e non banale curiosità: se dai dati riportati da Wired (che li riprendeva da Eures) la Grecia è il paese con il più basso numero di suicidi in Europa, cosa diavolo ha detto Monti il 18 aprile? Quel 1725 a cosa si riferisce esattamente e con quale dato italiano va comparato?

Update del 14 maggio: Oggi abbiamo avuto ospite a Caterpillar AM Daniela Cipolloni, l'autrice dell'articolo di Wired. Nel corso dell'intervista (podcast scaricabile qui) la Cipolloni ci ha spiegato che i 38 suicidi economici presi da lei in considerazione dal 1 gennaio all'8 maggio 2012, non sono un anticipazione dei dati Istat del 2012, ma sono semplicemente quelli riportati dalla CGIA di Mestre, come suicidi riguardanti imprenditori o professionisti e non sono pertanto TUTTI i suicidi economici del 2012. Restano fuori ad esempio lavoratori dipendenti, pensionati e soprattutto disoccupati (teoricamente potrebbe esserci anche qualche caso di falso positivo: imprenditori suicidati per ragioni non economiche). Il dato quindi non è comparabile con i dati Istat relativi al 2009 o al 2010 (rispettivamente 198 e 187). Per essere sicuri di essere di fronte a un aumento o a una diminuzione dovremo pertanto aspettare il report Istat relativo al 2012 che, se il ritmo di pubblicazione è quello attuale, uscirà nel marzo 2014. Resta da capire perché nessuno dei media ha parlato di picco di suicidi nel corso del 2009 o perlomeno l'anno scorso quando sono usciti i dati Istat relativi al 2009 con un numero di suicidi economici quasi raddoppiato rispetto al 2007 (118) e più che raddoppiato rispetto al 2004 (98) come sottolinea anche Mario Calabresi Insomma ho percepito prima un po' di voglia di montare il caso da una parte e ora di smontarlo dall'altra, per fortuna c'è anche, da parte di tutti, la consapevolezza che si tratta di un fenomeno complesso e che le semplificazioni, anche numeriche, devono lasciare il posto ad analisi e soluzioni più articolate e rispettose. Almeno fino a che non usciranno i numeri "veri".

Update del 29 aprile 2016:
L'articolo risale al maggio 2012 (oggi è stato fatto un minimo editing per renderlo più leggibile), ma questo fenomeno della segnalazione dell'aumento dei "suicidi economici" è tornato alla ribalta recentemente. Nel frattempo, infatti, sono successe alcune cose:
a) L'Istat ha smesso di calcolare i suicidi economici (l'ultimo dato quindi resta quello del 2010 e il consuntivo 2012 che attendevamo nell'articolo non arriverà mai). Inoltre Istat ha cambiato i criteri di rilevazione dei suicidi in generale, anche per renderli comparabili con quelle delle altre nazioni, utilizzando solo la fonte sanitaria (e non più quella giudiziaria che tendeva a sottostimare il fenomeno). Si legga qui
b) In mancanza della fonte Istat, altri istituti, in particolare l'Osservatorio sui suicidi del sociologo Ferrigni, continua a raccogliere i dati sui suicidi economici, come ci riportano il Fatto quotidiano (qui) e Linkiesta (qui). Ma, in particolare questo secondo articolo, a firma di Riccardo Puglisi, solleva forti dubbi e mancanza di documentazione e supporto scientifico sui dati raccolti da Ferrigni. Insomma: a distanza di 3-4 si sospetta nuovamente qualcuno di creare allarmismo sui suicidi economici. Certo l'interruzione della raccolta dei dati da parte Istat non aiuta a dirimere la questione.

2 commenti:

Simuz ha detto...

Sono finito qui tramite il tuo collegamento su Facebook.
Ora che leggo per bene, sorgono molti dubbi anche a me. Personalmente sto "indagando" per ri-farmi un'opinione anche io perché, dopo tali considerazioni, non so più cosa pensare...

Claidio ha detto...

Dovremmo anche approfondire i "motivi economici" senza aver paura di parlare chiaramente : se hai evaso il fisco per 10 anni e ti beccano, umanamente può anche dispiacermi per il gesto terribile, che coinvolge tutti gli affetti del tuo mondo, ma potevi pensarci prima!Poi possiamo ipotizzare benissimo rateazioni senza sequestri, ma pagare devi,in un modo o nell'altro...