Spiace sempre auto-incensarsi (anche perché dovrebbero pensarci gli altri a farmi la ola), ma stavolta ho le mie buone ragioni. L'anno scorso alla vigilia del Festival di Sanremo, in un articolo di questo blog, avevo analizzato i testi delle canzoni vincitrici, scoprendo che ben 48 delle 65 canzoni vincitrici delle passate edizioni del Festival (pari al 73.85%) contenevano nel testo almeno un verbo al futuro indicativo (5 volte addirittura nel titolo). Su questa base avevo pronosticato la vittoria al LXVI Festival di una delle canzoni che contenevano il futuro nel testo: "Il vincitore sarà con ogni probabilità uno di questi ultimi (Stadio, Annalisa, Rocco Hunt, Clementino, Dear Jack, Elio e le Storie Tese)". Il fatto che gli Stadio (che non partivano favoriti) fossero citati al primo posto non era casuale: infatti la band bolognese era l'unica a proporre il futuro anche nel titolo: Un giorno mi dirai.
Guarda caso, gli Stadio vinsero, confermando le mie previsioni e innalzando ancora di più la media-futuro nei testi vincitori a un incredibile 74,24%.
Segnalerei anche - incidentalmente - che mentre il futuro sembra in declino nel linguaggio quotidiano ("sabato vado a Varazze" invece di "sabato andrò a Varazze") questo tempo indicativo è sempre in auge presso i parolieri, anche perché permette loro l'utilizzo di molte parole tronche (andrò, farò, sarà...).
Il post in cui raccontavo tutto questo si intitolava Sarà Sanremo, sia per l'assonanza con sarà-saremo, sia - soprattutto - per il fatto che tra tutti i verbi al futuro, è la terza persona singolare del verbo essere (sarà) la forma più presente nei testi e nei titoli delle canzoni vincitrici, con una fantastica doppietta in due anni consecutivi: Sarà quel che sarà, 1983 e Ci sarà, 1984.
Curiosamente, inoltre, il titolo del mio post "Sarà Sanremo" è stato anche - mesi dopo - utilizzato per la serata evento di lancio del prossimo Festival su Rai1, il 12 dicembre 2016.
Veniamo a quest'anno e scorriamo i testi su Sorrisi e Canzoni e scopriamo che i parolieri hanno mangiato la foglia: le prime tre canzoni (in ordine alfabetico di interprete) hanno tutte il futuro! Insomma: vogliono tutti vincere. Al Bano: "E brucerà questo mio fuoco che nessuno spegnerà"; Bianca Atzei: "Sarò stupida e testarda" (uso concessivo del futuro); Alessio Bernabei: "Aspetterò che tu ti senta un po' più al sicuro". Per trovare una canzone senza futuro (nel doppio senso implicito) bisogna arrivare alla quarta canzone, quella di Michele Bravi: Il diario degli errori. E il primo errore è quello di aver scelto un testo tutto rivolto al passato. Ma dopo la pausa del pur bravissimo Bravi, si riparte col futuro. Bene Chiara: "Soffrirò nei primi giorni" e benissimo Clementino che il futuro se lo gioca già nel primo verso: "Resto fino a quando sorriderai", Chiara al terzo: "Soffrirò nei primi giorni / ma so che mi ci abituerò", così come Lodovica Comello: "Ci nasconderemo al buio per non farci prendere". Un'altra canzone senza futuro e rivolta tutta al passato è quella di Gigi D'Alessio: no future for you. Ma anche qui il futuro riprende già con Elodie "E poi passeremo la notte dicendo / Amore amore amore andiamo via". Giusy Ferreri ci fa temere a lungo per le sue sorti, ma nel finale piazza il futuro, proprio con la parola magica "sarà": "Vorrei sentirti dire / che a tutti ci sarà una soluzione". Testo immaginifico, ma senza un vero futuro indicativo per Francesco Gabbani, ahi! Così come Marco Masini, che immagina lo spostamento del tempo in avanti "di un secondo", ma poi non mi usa il futuro. Benissimo Fiorella Mannoia, un'altra astutissima artista che piazza il futuro proprio in apertura: "Ho sbagliato tante volte nella vita / Chissà quante volte ancora sbaglierò". Avrai sbagliato, Fiorella, ma non hai fatto l'errore di Michele Bravi! Sembra sbagliare anche Ermal Meta, con molto passato nei primi versi, ma poi il colpo d'ala: "Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai". Ottimo Fabrizio Moro, anche per lui un futuro nell'incipit: "Tu portami via / Dalle ostilità dei giorni che verranno". Giocano a nascondino col futuro Raige e Giulia Luzi: chiaramente la canzone è proiettata nell'immediato futuro "Togliamoci la voglia stanotte", ma sembra mancare l'indicativo futuro, almeno fino a pochi versi dalla fine: "E se non ci pensi sarà più forte". Bingo! Con Nesli e Alice Paba invece torniamo (benissimo!) al futuro in apertura: "Do retta al tuo cuore, ti lascerò andare", e anche l'esperto Ron segue questa strada: "La mia vita è una candela / Brucerà lasciando cera". Passo falso per Sergio Sylvestre: quel "Così vai via" iniziale, oltre ad essere una chiara citazione di Baglioni, lascia presagire un gesto da compiere nell'immediato futuro, ma nel suo testo l'indicativo futuro non esce mai. Il colpo da maestro lo piazza Samuel: Vedrai (finalmente un futuro nel titolo! Con un chiaro omaggio a Luigi Tenco a Sanremo, 50 anni dopo). Molto futuro anche per Paola Turci: "Apri le braccia / Ti rivedrai dentro una foto / Perdonerai il tempo passato / E finalmente ammetterai / Che sei più bella". Grandissimo rispetto per il futuro per tutti, ma chiudiamo con una nota triste: manca il gol da pochi passi Michele Zarrillo: il futuro era lì a un dipresso "Domani, noi domani..., ma stanotte tu rimani" si tratta di un imperativo con chiaro riferimento al futuro, ma niente futuro indicativo.
Riepilogando: quest'anno quasi tutti gli interpreti si sono saggiamente attrezzati con almeno un futuro nel testo, tranne gli improvvidi Bravi, D'Alessio, Gabbani, Masini, Sylvestre e Zarrillo che pagheranno tanta malaccortezza. I miei favoriti, stando così le cose, sono Samuel (unico col futuro nel titolo) e Fiorella Mannoia (sarà l'anno della celebrazione e non si è dimenticata del futuro).
Guarda caso, gli Stadio vinsero, confermando le mie previsioni e innalzando ancora di più la media-futuro nei testi vincitori a un incredibile 74,24%.
Segnalerei anche - incidentalmente - che mentre il futuro sembra in declino nel linguaggio quotidiano ("sabato vado a Varazze" invece di "sabato andrò a Varazze") questo tempo indicativo è sempre in auge presso i parolieri, anche perché permette loro l'utilizzo di molte parole tronche (andrò, farò, sarà...).
Il post in cui raccontavo tutto questo si intitolava Sarà Sanremo, sia per l'assonanza con sarà-saremo, sia - soprattutto - per il fatto che tra tutti i verbi al futuro, è la terza persona singolare del verbo essere (sarà) la forma più presente nei testi e nei titoli delle canzoni vincitrici, con una fantastica doppietta in due anni consecutivi: Sarà quel che sarà, 1983 e Ci sarà, 1984.
Curiosamente, inoltre, il titolo del mio post "Sarà Sanremo" è stato anche - mesi dopo - utilizzato per la serata evento di lancio del prossimo Festival su Rai1, il 12 dicembre 2016.
Veniamo a quest'anno e scorriamo i testi su Sorrisi e Canzoni e scopriamo che i parolieri hanno mangiato la foglia: le prime tre canzoni (in ordine alfabetico di interprete) hanno tutte il futuro! Insomma: vogliono tutti vincere. Al Bano: "E brucerà questo mio fuoco che nessuno spegnerà"; Bianca Atzei: "Sarò stupida e testarda" (uso concessivo del futuro); Alessio Bernabei: "Aspetterò che tu ti senta un po' più al sicuro". Per trovare una canzone senza futuro (nel doppio senso implicito) bisogna arrivare alla quarta canzone, quella di Michele Bravi: Il diario degli errori. E il primo errore è quello di aver scelto un testo tutto rivolto al passato. Ma dopo la pausa del pur bravissimo Bravi, si riparte col futuro. Bene Chiara: "Soffrirò nei primi giorni" e benissimo Clementino che il futuro se lo gioca già nel primo verso: "Resto fino a quando sorriderai", Chiara al terzo: "Soffrirò nei primi giorni / ma so che mi ci abituerò", così come Lodovica Comello: "Ci nasconderemo al buio per non farci prendere". Un'altra canzone senza futuro e rivolta tutta al passato è quella di Gigi D'Alessio: no future for you. Ma anche qui il futuro riprende già con Elodie "E poi passeremo la notte dicendo / Amore amore amore andiamo via". Giusy Ferreri ci fa temere a lungo per le sue sorti, ma nel finale piazza il futuro, proprio con la parola magica "sarà": "Vorrei sentirti dire / che a tutti ci sarà una soluzione". Testo immaginifico, ma senza un vero futuro indicativo per Francesco Gabbani, ahi! Così come Marco Masini, che immagina lo spostamento del tempo in avanti "di un secondo", ma poi non mi usa il futuro. Benissimo Fiorella Mannoia, un'altra astutissima artista che piazza il futuro proprio in apertura: "Ho sbagliato tante volte nella vita / Chissà quante volte ancora sbaglierò". Avrai sbagliato, Fiorella, ma non hai fatto l'errore di Michele Bravi! Sembra sbagliare anche Ermal Meta, con molto passato nei primi versi, ma poi il colpo d'ala: "Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai". Ottimo Fabrizio Moro, anche per lui un futuro nell'incipit: "Tu portami via / Dalle ostilità dei giorni che verranno". Giocano a nascondino col futuro Raige e Giulia Luzi: chiaramente la canzone è proiettata nell'immediato futuro "Togliamoci la voglia stanotte", ma sembra mancare l'indicativo futuro, almeno fino a pochi versi dalla fine: "E se non ci pensi sarà più forte". Bingo! Con Nesli e Alice Paba invece torniamo (benissimo!) al futuro in apertura: "Do retta al tuo cuore, ti lascerò andare", e anche l'esperto Ron segue questa strada: "La mia vita è una candela / Brucerà lasciando cera". Passo falso per Sergio Sylvestre: quel "Così vai via" iniziale, oltre ad essere una chiara citazione di Baglioni, lascia presagire un gesto da compiere nell'immediato futuro, ma nel suo testo l'indicativo futuro non esce mai. Il colpo da maestro lo piazza Samuel: Vedrai (finalmente un futuro nel titolo! Con un chiaro omaggio a Luigi Tenco a Sanremo, 50 anni dopo). Molto futuro anche per Paola Turci: "Apri le braccia / Ti rivedrai dentro una foto / Perdonerai il tempo passato / E finalmente ammetterai / Che sei più bella". Grandissimo rispetto per il futuro per tutti, ma chiudiamo con una nota triste: manca il gol da pochi passi Michele Zarrillo: il futuro era lì a un dipresso "Domani, noi domani..., ma stanotte tu rimani" si tratta di un imperativo con chiaro riferimento al futuro, ma niente futuro indicativo.
Riepilogando: quest'anno quasi tutti gli interpreti si sono saggiamente attrezzati con almeno un futuro nel testo, tranne gli improvvidi Bravi, D'Alessio, Gabbani, Masini, Sylvestre e Zarrillo che pagheranno tanta malaccortezza. I miei favoriti, stando così le cose, sono Samuel (unico col futuro nel titolo) e Fiorella Mannoia (sarà l'anno della celebrazione e non si è dimenticata del futuro).
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