martedì 14 febbraio 2012

Anagrammi valentiniani


Anche se è un tema un po' privato e anche se oggi ho proposto in onda l'abolizione di S.Valentino (ricorrenza molesta sia per i single che per le coppie, per opposti motivi) piacciavi in questo 14 febbraio gustare alcuni anagrammi estraibili dal nome e cognome di mia moglie Piera Rigamonti a ognuno dei quali ho aggiunto un piccolo commento.
NARRO IMPIEGATI: si riferisce alla sua attitudine a raccontare le sue vicissitudini da dipendente comunale;
GENITORI MA PARI: rivendica l'eguale importanza del ruolo materno e di quello paterno;
RIPAGA I MENTIRÒ: ammette che le capiterà di dire qualche innocente bugia, ma sa come farsi perdonare;
NE RIPAGA I MORTI: fa onore ai suoi antenati;
PERÒ ANIMA TIGRI: il suo stile educativo infonde carattere;
PAGINE MARONITI: è il titolo della rivista che fonderebbe dovendo trasferirsi a Beirut;
MARRONI PIEGATI: racconta tutta la difficoltà della vita coniugale.
Poi un trittico alimentare:
GIRATI, IMPANERÒ: non vuole che la si guardi mentre cucina;
MAI PER RIGATONI: non ama tutti i tipi di pasta;
MANGERÒ I PIRATI: ha gusti alimentari particolari ma fieri.
Infine il mio preferito:
PAR MARITI GENIO: e su questo ci sono pochi dubbi.

sabato 11 febbraio 2012

RSS Graffiti farà al caso mio? (reloaded)


Quando ho raggiunto i 5000 amici su Facebook ho aperto una pagina fan, non perché io debba avere dei fan, ma perché la pagina fan non ha questo limite dei 5000. Però in molti, la maggior parte ascoltatori di Radio2, continuano a chiedermi l'amicizia sul profilo principale (ho circa 400 persone in "lista d'attesa") schifando la mia pagina fan anche perché io tengo aggiornato il profilo e molto meno la pagina fan.
Sarà anche vero che condividere gli aggiornamenti dal profilo alla pagina, tramite il tasto condividi seguito da altri due semplici clic, è tutto sommato semplice, ma io sono molto pigro e poi quando mi collego da fuori l'operazione richiede un po' di tempo.
Così da qualche settimana sto cercando invano un'applicazione che lo faccia in automatico. A quel punto potrei chiedere agli amici in lista d'attesa di sottoscrivere la pagina fan senza rischio di perdersi nemmeno uno dei miei "preziosi" aggiornamenti (l'alternativa per loro potrebbe essere quella di sottoscrivere gli aggiornamenti senza chiedere l'amicizia, ma mi piaceva l'idea di invitare comunque tutti alla pagina fan).
Nel mio vagabondare in rete mi imbatto in questo RSS Graffiti che sulle prime sembra fare al caso mio: sembra cioè riuscire ad aggiornare in automatico ogni pagina fan di cui sono amministratore (tra cui la mia), per conto del mio profilo.
Ma quando vado a settare la fonte di origine del materiale che deve essere pubblicato sulla mia pagina fan, mi rendo conto che l'origine non può essere il mio profilo principale di facebook in quanto non è un feed RSS.
In compenso questo blog lo è! E così riesco a settare questo blog perché i suoi aggiornamenti possano essere automaticamente riverberati sulla mia pagina fan.
Era una funzione che era già presente su facebook, ma poi era stata rimossa. Adesso RSS Graffiti, stando alla teoria, dovrebbe averla ripristinata. Speriamo.
Questo post infatti è stato scritto solo per vedere se funziona.
Resta però aperto l'altro problema: come traghettare materiale da Facebook a Facebook, cioè da profilo Facebook a pagina fan Facebook?

giovedì 12 gennaio 2012

di a da in con su per tra fra


Lo so che in questo momento ci sono altre priorità nel paese, ma la mia proposta è di introdurre urgentemente nuove arbitrarie preposizioni nella lingua italiana.
I complementi sono decisamente troppi, diverse decine e, non essendo l'italiano una lingua agglutinante come il finlandese che ha ben 15 casi, dobbiamo fare quasi tutto con le preposizioni, con l'aggiunta di qualche occasionale avverbio e locuzione a supporto.
Insomma: le povere nove preposizioni classiche (di a da in con su per tra fra) faticano a coprire tutti i complementi senza ambiguità.
Ad esempio "di" (dei libri, dei cani) copre ambiguamente alcune forme del complemento di specificazione, del complemento di argomento e del complemento partitivo (e altri).
E allora, ad esempio, perché non introdurre, arbitrariamente, la preposizione semplice "u" per il complemento di argomento?
Esempio: Abbiamo parlato ul film di Pedro Almodovar. Fammi sapere ull'esito dei tuoi esami.
E la preposizione "fe" per il complemento d'agente riservando il "da" per il moto da luogo.
Esempio: il libro è letto fe Matteo. Bob è stato colpito fella zia di John.
Non sarebbe meraviglioso?

mercoledì 11 gennaio 2012

Promemoria

Lo so che prima o poi mi ricapiterà di resettare i valori di fabbrica del mio router netgear DN2000. E allora invece di stare a richiamare l'155 di wind-infostrada ecco un promemoria sui valori.
Pagina Basic Settings:
Does Your Internet Connection Require A Login: Yes
Encapsulation: PPPoE
Login: qualsiasi
Password: qualsiasi
Service Name: infostrada
Idle Timeout: 0
Internet IP Address: Get Dynamically from ISP
Domain Name Server (DNS) Address: Get Automatically From ISP
NAT (Network Address Translation): Enable
Pagina ADSL Settings:
Multiplexing Method: LLC-Based
VPI: 8
VCI: 35

martedì 4 ottobre 2011

Lost in Nuraghe.


Capitolo 1 – La rete dei pionieri.
Nel settembre 2003 la mia zona non è ancora servita da ADSL e allora ho la bella idea di sottoscrivere un contratto Tiscali Day, per collegarmi a Internet tramite una normale linea telefonica. Il costo di base è di 14,94, ma nei mesi successivi mi accorgo che utilizzando davvero la linea arrivo a pagare sui 30-40 euro al mese. Questo periodo dura per tre anni.

Capitolo 2 – Il vento nuovo.
Poi finalmente nell'agosto 2006 installo l'ADSL sfruttando l'offerta di una società concorrente di Tiscali (le vicissitudini con quest'altro gestore le ho raccontate qui). Ma un po' per pigrizia, un po' perché non si sa mai (metti che si guasta l'ADSL) mantengo attivo il contratto con Tiscali per qualche anno.

Capitolo 3 – ¡Ya basta!
Poi il 4 marzo 2010 decido che è arrivato (da mo') il momento di darci un taglio. Chiamo il servizio clienti Tiscali al numero gratuito 130 e, seguendo le loro istruzioni, disdico il mio contratto inviando al numero 800 910 028, un fax di due pagine: la prima con la fotocopia di un mio documento e la seconda con il testo firmato della disdetta. Ottenuto, come è giusto che sia, un trionfale “Rapporto conferma messaggi”, mi placo e mi beo all'idea dei 180 euro/anno risparmiati e torno a pensare a cose più amene.

Capitolo 4 – La rabbia e l'orgoglio.
Però, aiò, non succede nulla: dalla Sardegna continuo a ricevere imperterrite le fatture mensili.
Così un anno dopo, siamo a marzo 2011, richiamo gli amici di Tiscali al 130 e questi mi spiegano che la procedura di disdetta via fax non è proprio il massimo, contiene una alta dose di alea, e mi invitano a mandare una più sicura raccomandata con ricevuta di ritorno. Il 12 marzo 2011 io, nel dubbio, faccio entrambe le cose: fax e raccomandata con ricevuta di ritorno, crepi l'avarizia.

Capitolo 5 – Il capitalismo all'italiana.
Niente. Le fatture arrivano implacabili. Anzi: da giugno 2010 le fatture non sono più nemmeno inviate in allegato, devo collegarmi al sito http://assistenza.tiscali.it/ per poterle leggere. Prima di partire per le vacanze in Sardegna, (magari ne approfitto per rigare la macchina a qualche dirigente) richiamo il 130. Siamo all'incirca a giugno 2011 e una gentile voce mi spiega che hanno sì ricevuto la disdetta, la quale è però “in lavorazione”. Ma non mi devo preoccupare: il giorno in cui “lavoreranno la disdetta” (e qui mentre ascolto mi figuro un'equipe di guru delle telecomunicazioni in teleconferenza intercontinentale) loro provvederanno a riaccreditare sulla mia carta di credito tutti i mesi successivi alla mia disdetta (spero dalla prima disdetta, marzo 2010, e non dalla seconda, marzo 2011, ma mi accontenterei anche della ipotesi di minima).

Capitolo 6 – Cosa ho fatto io per meritarmi tutto questo?
Siamo al 4 ottobre 2011, le foglie iniziano a ingiallire, e le mie gonadi con loro. Le fatture Tiscali continuano a fioccare con la regolarità che è loro propria.
Decido di riaffrontare l'argomento, ma al numero 130 nessuna delle quattro opzioni sembra più fare per me: il risponditore automatico mi ricorda che per conoscere o acquistare le offerte Tiscali devo digitare 1, per informarmi sull'attivazione del servizio devo digitare 2, per ricevere assistenza amministrativa il 3, per l'assistenza tecnica il 4. Provo con la numero 3 (se non è assistenza amministrativa questa!) ma poi mi viene chiesto di immettere il numero di telefono o il codice cliente associato. E qui - beffa delle beffe - se immetto il mio numero di telefono seguito da cancelletto, la voce automatica mi risponde soavemente che “sul numero digitato non risulta richiesto alcun servizio Tiscali”. (Il che è vero: non voglio più niente da voi! Ma niente-niente: nemmeno le fatture, tesoro!). Se invece immetto il mio numero cliente ottengo un messaggio diverso (ma perché?) ma con esito analogo: in entrambi i casi, dopo il messaggio, la telefonata viene interrotta.

Capitolo 7 – La volpe e la Vale.
Allora mi faccio furbo e fingo di volere acquistare nuovi servizi passando attraverso l'opzione 1. Queste società sono fatte così: quando devi sottoscrivere, ti fanno ponti d'oro e ti rispondono subito. Quando richiedi assistenza o, peggio, devi disdire i contratti, per te sono, detto con la massima cortesia, cazzi da cagare. Mi risponde Valentina, codice 88** (sarei tentato di scrivere il suo codice per intero, ma è certamente l'anello più debole della catena). Fingo perfido di voler aggiungere nuovi servizi al mio contratto Tiscali e ottengo così da lei la conferma che il mio contratto è ancora vivo e vegeto. Quando però svelo a Valentina il vero motivo della mia chiamata (non accrescere, ma uccidere il contratto) lei mi spiega che lei non è lì per quello (e lo so bene!) e che queste cose amministrative le gestisce un numero a pagamento: 199 411 000 (massimo 14,37 centesimi da rete fissa e massimo 48,04 centesimi da mobile + scatto alla risposta da 15,13 centesimi).

Capitolo 8 – The answer is blowing in the Tiscali.
Un numero a pagamento? Ma allora a cosa serve l'opzione 3 del numero gratuito 130, quella che ti promette “assistenza amministrativa”? E perché quando decido alla fine di chiamare il numero 199 411 000 da telefono fisso, tutte le volte la linea cade dopo circa 1 minuto, mentre da cellulare mi rispondono subito? Tant'è.

Capitolo 9 – La sorpresona!
Mi risponde un giovane uomo, che ascolta il mio problema e mi annuncia: “Capito tutto! Adesso la metto in contatto con il reparto responsabile e vedrà che glielo cancellano al volo”. Mi mette in attesa (tanto pago io 48 centesimi al minuto). Dopo qualche istante – sorpresa delle sorprese – chi mi risponde? Ma lei, Valentina, codice 88** (però, anche lei, poverina, che sfiga!). Il prezioso numero a pagamento, che doveva essere quello ad hoc, quello risolutivo, mi mette in contatto, a pagamento, con la cara Valentina che riuscivo a contattare anche a gratis e che, per di più, per sua stessa ammissione non è la persona adatta.

Capitolo 10 – Ahi, Valentina!
Dopo qualche breve scambio di opinioni Valentina capisce che sto per informare tutte le agenzie di stampa per spiegare al mondo come lavora il servizio clienti Tiscali e si muove a pietà. Mi mette in attesa (tanto pago io) e contatta “un responsabile” (spero non Scilipoti) e poi torna da me avvisandomi che sta per compilare una segnalazione, rammaricandosi che il collega incompetente e il destino le abbiano messo nuovamente sulla strada uno come me. Mentre lei digita silenziosamente la segnalazione sento distintamente la sua vicina di postazione, spiegare a voce alta, a un mio malcapitato collega disdettante, che quello “non è il numero per le disdette”. Ah no?
Valentina mi saluta dicendo che ha fatto la segnalazione in via del tutto eccezionale per evitarmi altri rimbalzi, ma che non sarebbe proprio suo compito, lei è lì come un fiore spalancato solo per attirare nuovi clienti.

Capitolo 11 – Capitalismo all'italiana reloaded.
Io mi fido, ma fino a un certo punto, e decido di richiamare il numero a pagamento sia per insolentirli (hanno costretto Valentina a un rapporto contro natura con me) e poi per assicurarmi che la segnalazione sia andata a buon fine. Ma a questo punto ogni tentativo di contattare il numero 199 411 000 abortisce, sia da fisso che da cellulare. Dopo un minuto di musichina la linea cade. Immagino che ogni volta un mezzo euro finisca in tasca agli stakeholder di azioni Tiscali. Quasi quasi ne prendo un po' anch'io, almeno me lo metto nel culo da solo.

Aggiornamento: l'ultima fattura emessa da Tiscali è datata 1 ottobre 2011. Sono riuscito a liberarmi di loro.

venerdì 23 settembre 2011

Franchi tiratori?


A me sta storia dei 7 franchi (vedi a sinistra) tiratori (vedi a destra) venuti fuori durante il voto alla Camera sull'arresto di Marco Milanese non convinceva. E infatti...


E infatti facendo per bene i conti non è solo questione di franchi tiratori: è che la maggioranza ha proprio numeri teorici più bassi. I franchi tiratori sono stati al massimo 4 o magari anche di più, ma un po' di qua e un po' di là con un saldo finale di 4 (es. 6 della maggioranza hanno votato per l'arresto e 2 dell'opposizione contro).

Vediamo il dettaglio, tenendo conto che i deputati sono 630 (troppi, of course, e scelti peggio).

La maggioranza in senso stretto dispone di 310 voti (219 PDL - 59 Lega - 29 Popolo e territorio - 3 Repubblicani-Azionisti).
Al voto di ieri ne mancavano 7 (6 del PDL Frattini e Tremonti in missione, Papa agli arresti, Angeli, Cristaldi e Franzoso per altri motivi, alcuni di sicuro per malattia, e Montagnoli della Lega). Quindi ne ha portati in aula 303 che teoricamente avrebbero dovuto votare contro l'arresto.

Vanno però sommati altri 14 deputati del gruppo misto che sono di fatto fiancheggiatori abituali del governo: i 7 di Forza del Sud di Micchiché, i 3 ex-FLI di Fare Italia per la costituente popolare (Ronchi, Urso e Scalia). Poi c'è Mannino, mentre Gaglione che teoricamente dovrebbe votare con la maggioranza, era assente anche ieri come quasi sempre. Poi c'è anche Pittelli. Infine dovrebbe esserci anche Barbareschi anche se non ho trovato notizie recenti sul suo posizionamento. Per un totale, su 14 totali, di 13 presenti effettivamente in aula.

Siamo quindi a un totale di filo-maggioranza di 324 deputati, di cui 316 presenti in aula e votanti 316.

Veniamo all'opposizione. Loro dispongono di un totale di 302 voti tra le componenti maggiori (206 PD - 36 UDC - 26 FLI - 22 IDV - 4 MPA - 3 Liberaldemocratici (oltre a Melchiorri e Tanoni c'è La Malfa). Inoltre si arriva a 303 con l'abituale supporto di Giulietti del misto. Ieri al voto non hanno partecipato in 4: Merlo dell'UDC, Tremaglia del FLI, Lombardo del MPA, in missione, e, come da prassi, il presidente Fini che non vota.

Il totale anti-maggioranza è di 303 deputati, dei quali ne erano presenti in aula e votanti 299.

A questi però potremmo, sia pure cautamente, aggiungere i 3 deputati delle minoranze linguistiche (2 SVP e il valdostano Nicco) che già in sede di manovra economica, ma anche in precedenza, ultimamente hanno votato contro il governo.

Rifacendo tutti i conti quindi i "franchi tiratori" sono stati solo 4 o comunque "a saldo 4".

La maggioranza attualmente pare quindi potere contare su 324 voti teorici a favore (ma uno è Gaglione che non c'è quasi mai) e di 306 contro (ma uno è Fini che non vota quasi mai).

Basterebbero 9-10 illuminati della maggioranza a fare "saltare il banco".

Ovviamente sono gradite conferme e correzioni.

sabato 17 settembre 2011

Tre nuove ragioni


Anche se per pura combinazione lui avesse ragione su tutto il resto e alla fine, sorpresa delle sorprese, nessuna delle accuse mossegli dalle varie procure fosse confermata e, anzi, risultasse acclarato che è davvero in atto nei suoi confronti una vera e propria
aggressione politica, mediatica, giudiziaria, fisica, patrimoniale e di immagine
(Silvio Berlusconi su il Foglio di oggi)
ci sono ALMENO tre nuove ragioni per invitare il nostro amato premier a dimettersi. Tre nuovi fatti che probabilmente non costituiscono alcun reato, ma che da soli, in un paese normale, basterebbero a costringerlo alle dimissioni proprio per insostenibilità ambientale. In un paese normale hai un bel dire: "la gente mi ha votato". Sì, ma quando lo ha fatto la gente ancora non sapeva questi fatti nuovi!
1. La prima ragione è che, come segnala oggi Marco Travaglio su il Fatto Quotidiano, Silvio Berlusconi ha mentito di fronte a tutti, ma soprattutto davanti al Presidente del Consiglio di uno stato amico, Josè Luis Rodruiguez Zapatero, alla Maddalena, il 10 settembre 2010. Non tanto quando ha detto di essere di stato di gran lunga
il miglior Presidente del Consiglio che l'Italia abbia potuto avere nei 150 anni della sua storia.
(a 8:30 del filmato)
Questa affermazione è palesemente vera: lui è stato davvero il migliore Presidente del Consiglio, il problema è un altro. La menzogna è a 3:30 quando finge di non conoscere perfettamente Tarantini descrivendo il suo operato così:
Un imprenditore di Bari, ormai noto, che si chiama Taranti-ni o Taranti-no, era venuto ad alcune cene facendosi accompagnare da belle donne (...). Erano ragazze che questo signore portava come amiche sue.
Questo è in palese contrasto con quanto emergerebbe dalle intercettazioni, come riportato anche dallo stesso TGCOM. Basta citarne due tra le moltissime: quella in cui Berlusconi chiederebbe a Tarantini: "Chi mi porti stasera?" e quella del 10 ottobre 2008 in cui Berlusconi direbbe:
Sì forse per tutte quelle, son troppe. Al massimo averne due a testa, però adesso voglio che abbia anche tu quelle tue, altrimenti mi sento in debito... Scusa portale per te che poi io mi porto le mie (...) Poi ce le prestiamo... Insomma la patonza deve girare...
Insomma: i due pare che si conoscessero bene, le ragazze le mettevano in comune e se le facevano girare. Fossi nei panni del giornalista de El Pais che gli aveva posto la domanda alla Maddalena, io qualche approfondimento lo chiederei. Ma anche una telefonatina di Zapatero: "Allora Silvio, com'era la storia di Taranti-no?".

2. L'altro motivo per cui dovrebbe andarsene è che il Presidente del Consiglio si è messo incautamente a discutere di nomine dei vertici della Guardia di Finanza con uno come Valter Lavitola, attualmente latitante (e tralasciamo per pietà di sottolineare chi ha consigliato a Lavitola di rimanere dove sta). Io direi che questo non si dovrebbe fare e sono certo che molti elettori del centrodestra la pensano come me (altri elettori del centrodestra magari no, anche se non capisco mai se loro negano che Silvio faccia queste cose o se pensano che invece le faccia e faccia bene a farle o ancora se pensano che le faccia e che faccia male a farle, ma tanto sono tutti uguali destra e sinistra e allora tanto vale votare uno che non è comunista).
3. La terza e più importante ragione, è che lui stesso ammetterebbe di fare il premier "a tempo perso". E invece di raccontarlo agli elettori, lo dice a Marysthell Polanco. Il premier a tempo perso in momento in cui non c'è tempo da perdere!
Qui i casi sono due: o le intercettazioni sono contraffatte, e nulla lo lascerebbe credere, oppure deve fare le valigie. Ma il mio pronostico è che non succederà nessuna delle due cose: le intercettazioni risulteranno vere e lui non se ne andrà. Ma è possibile che tra i 316 deputati che hanno votato la fiducia l'altro giorno non se ne trovino 6 o 7 con un po' di carattere che decidano di fare saltare il banco? Tutti complici? Cos'altro deve succedere per far sì che cambino idea (a parte coprirli di soldi, s'intende...)?