domenica 16 novembre 2014

L'onda vissuta e l'onda percepita


Ieri pomeriggio ho sperimentato personalmente quanto possa essere distorta la percezione di una notizia da parte del lettore o del telespettatore medio che non si trova esattamente sul teatro degli eventi. Si prenda per esempio la homepage, ancora di stamattina, di repubblica.it: Milano invasa da Seveso e Lambro.

Foto 1 - Homepage di repubblica, mattina del 16 novembre

Qualcuno può pensare a una città completamente sotto l'acqua. Ieri pomeriggio invece sono arrivato a Milano, sì sotto un'acqua torrenziale, ma con strade assolutamente percorribili, attraversando il Lambro alle 17:23 all'uscita della Tangenziale Cascina Gobba-Palmanova e puntando verso Corso Buenos Aires, incontrando solo delle grandi pozze sulla corsia interna di via Palmanova (corsia che andava chiusa, come quella della carreggiata opposta) e nulla più.

La cosa incredibile è che da quel momento, e via via nel corso del tardo pomeriggio, ricevevo sul mio smartphone le foto, sempre più allarmanti, di alcuni amici che stavano a meno di 2 km da dove mi trovavo io, con l'acqua che arrivava alle loro cosce per l'esondazione del Seveso.

Foto 2 - Roberto Piazza, dalla posizione 1 - ore 15:22 del 15 novembre

Nella mappa qui sotto si può seguire il mio tragitto milanese (in rosa) con gli orari degli spostamenti, e individuare tre luoghi, nella zona Nord, indicati con riquadri gialli, da dove arrivano le foto dei miei amici (la foto qui sopra è stata scattata nel punto 1). Il riquadro con il numero 3 è invece via Valfurva, che possiamo considerare l'epicentro delle esondazioni (quest'anno 8 o 9, se ho capito bene) del Seveso, ovvero la via dove il fiume, interrato, compie una curva di 90°, facendo saltare i tombini ogniqualvolta la portata è eccessiva.
Foto 3 - mappa Milano
Arrivato in Piazza Lima (a metà di Corso Buenos Aires) verso le 5 e mezza, ho prelevato sulla mia Multipla Valeria e Danilo (DJ di Gaeta), che hanno scelto il weekend ideale per visitare Milano, e con loro ho raggiunto la casa di Alessandro, in zona Insubria, dove con Francesco abbiamo inciso, loro come protagonisti, noi come ospiti, un instant-brano "Isola Inondata", della band emergente, ma assolutamente lo-fi, Il culo di Mario, i veri eredi degli Skiantos. Nel frattempo ci ha raggiunto Marco (che come Alessandro e come me, fa l'autore radio-televisivo e che aveva appena finito di lavorare, alla Rai di corso Sempione, al nuovo programma di Max Giusti: La papera non fa l'eco, che debutta lunedì su Rai2, tanta merda) il quale ha pure contribuito ai backvocals. 

Foto 4 - Il culo di Mario and friends ore 19:30 circa
Alle 8, a parte Ale e Francesco, siamo andati in pizzeria in viale Decembrio. Placidi. A un certo punto ha anche smesso di piovere. La pizzeria era solo leggermente meno affollata di un normale sabato, a detta dei camerieri.
Tra una pizza e una focaccia "Molto buona" (questi erano i nomi sul menù) ricevevo telefonate sempre più preoccupate da chi non era a Milano e temeva per la nostra incolumità e, in contemporanea, le foto, sempre più allagate, degli amici pochi chilometri più a nord, a Niguarda e alla Maggiolina (posizioni 1 e 2, nei riquadri gialli). E anche brutte notizie da Genova (ma questo è un altro discorso: forza Zena!)

Foto 5 - dalla posizione 2, ore 19 circa, foto Claudia De Lillo

Foto 6 - dalla posizione 2, ore 19 circa, foto Claudia De Lillo

Foto 7 - dalla posizione 1 - ore 23 - foto Roberto Piazza
Alle 9 passate abbiamo raggiunto Filippo al Milano Book Party (evento Bookcity Milano) al museo della Scienza e della Tecnica, dove gli amici di Iperborea e Minimum Fax ci hanno accolto col calore che è loro proprio e dove stava per iniziare un bel Pugilato Letterario, in mezzo a un sacco di gente simpatica che conoscevamo. Prima di mezzanotte siamo venuti via.

Foto 8 - ore 21:15 Milano Book Party
Su via Palmanova, tornando in Brianza, ho trovato ancora grandi pozze ma niente di più. Tutto sembrava davvero in un altro mondo rispetto a quello che mi raccontavano gli amici della zona Nord Milano e ancora diverso da quello che veniva percepito da chi a Milano non era per nulla, ma magari solo 20 km fuori e pensava che stavamo per essere tutti travolti dall'onda.


Foto 9 - posizione 1 - mattina del 16 novembre: il Seveso è rientrato - foto Roberto Piazza

Foto 10 - posizione 1 - mattina del 16 novembre i cittadini di Niguarda, protestano sul fango - Foto Roberto Piazza
Foto 11 - mentre a Niguarda la situazione del Seveso migliora, l'uscita dalla Tangenziale Est Gobba - Palmanova , molto vicina al Lambro percorsa con qualche pozza nel pomeriggio del 15, sembra peggiorata la mattina del 16 -
Foto Antonio Coti Zelati 





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